giovedì 30 ottobre 2014

SE PER MIRACOLO RIDUCESSIMO IL DEBITO, COSA FAREMMO DI QUEI SOLDI RISPARMIATI ?


Interessante il commento odierno di Davide Giacalone sulla proposta di Cirino Pomicino in materia fiscale. Se ho ben capito il vecchio navigatore politico di area democristiana, immagina un contributo straordinario dei redditi più alti destinato a diminuire il debito pubblico. I generosi - ripeto, si parla di contributo volontario ...- andrebbero premiati con la garanzia di una tregua fiscale : 4 anni senza controlli. Giacalone suggerisce dei correttivi all'idea, ma poi si pone il problema di come vadano utilizzati i risparmi di questa manovra. Il debito diminuito infatti significa meno interessi da pagare sullo stesso, attualmente tra i 70 e gli 80 miliardi (due volte la manovra programmata) . Fossero anche 10 miliardi, sarebbero bei soldi.
Spenderli con altri 80 euro per qualche categoria clientelare che possa interessare il Premier ?
Buona Lettura





Mammellone fiscale






Chiamare gli italiani con i redditi più alti a contribuire straordinariamente, per abbattere parte del debito pubblico, ma farlo senza che questa sia una patrimoniale, bensì volontariamente. Dato che la volontà va incentivata, aggiunge Paolo Cirino Pomicino, ideatore della proposta, a chi vorrà versare si garantiscano quattro anni senza accertamenti fiscali, sempre che il loro reddito cresca dell’1,5% ogni anno. Mi convince. Non mi piace. Integro.
Il ragionamento è convincente perché (come qui si è cento volte ripetuto, facendo riferimento alla dismissione di patrimonio pubblico) far scendere d’un colpo, significativamente, il debito pubblico ne diminuisce l’enorme costo in interessi. Quindi non solo libera dal debito (in parte), ma libera risorse altrimenti impiegabili. Convincente. Non mi piace, però, il riferimento esclusivo alla sospensione dei controlli fiscali, per la semplice ragione che, automaticamente, escluderebbe me, e molti altri, da quanti potrebbero contribuire. Mi rifiuto, infatti, di sborsare un solo centesimo per prendermi pure il certificato di evasore fiscale. Avendo pagato sempre tutto, quindi già troppo.
Propongo un doppio binario: su uno viaggia il convoglio Pomicino; sull’altro si offra un patto al contribuente che se lo può permettere: tu anticipi, per due anni, una parte del gettito fiscale e lo Stato, in cambio, ti fa uno sconto più che proporzionale sull’aliquota che dovrai pagare, nei due anni successivi. E’ un patto virtuoso, perché da entrambe le parti si scommette sulla crescita: lo Stato risparmiando sugli oneri del debito, il contribuente contando che la ripresa porti con sé un aumento del reddito, quindi un buon affare fiscale. Ci si guadagna tutti.
La domanda cruciale, però, è: cosa si fa con i soldi risparmiati abbattendo il debito? Questa è la vera questione politica. Credo si debbano fare due cose: a. diminuire la pressione fiscale; b. innescare investimenti pubblici infrastrutturali. Paolo Cirino Pomicino dice che gli son cadute le braccia quando ha letto, nella legge di stabilità, che ci si accontenta di previsioni minimali circa la crescita del prodotto interno lordo. Non so cosa possa cadergli, a consuntivo.
A me erano cadute prima, con gli 80 euro. Poi replicati. Mi son cadute perché l’idea che gli italiani siano poppanti e che il problema sia la quantità di latte erogabile, tramite il mammellone statale, non è solo sbagliata: è letale.
Questa roba è un incrocio, bastardo, fra il keynesismo senza Keynes e il liberismo senza mercato. Fra la convinzione che il mercato possa riprendere velocità solo grazie alla spesa pubblica e il diffidare degli investimenti pubblici, supponendo migliori i consumi decisi dai privati. In questo modo, temo, si fa crescere il debito senza spingere la ricchezza. In altre parole, è un gesto che arricchisce elettoralmente e impoverisce economicamente. Tale mutazione genetica, tale illegittima filiazione del fanfanismo e del reaganismo, entrambe presunti, è confermata dal fatto che a occuparsi dei grandi investimenti pubblici hanno messo un magistrato. Li guardano con sospetto, se non con un certo schifo. Non che i sospetti non siano fondati, ma se continuo a mettere gli spiccioli in tasca alle persone, senza corrispettivo di produttività, quelli li utilizzeranno in tre modi: a. pagare gli aumenti delle bollette; b. risparmiare il possibile, non fidandosi; c. comprare merce a basso costo, magari prodotta, importata e venduta illegalmente. Nulla che spinga la ricchezza.
Gli investimenti pubblici, quindi, sono il giusto contrappeso degli sgravi fiscali e dei tagli alla spesa improduttiva. Resi possibili dall’abbattimento del debito. Altrimenti il solo “ismo” che prende corpo è il laurismo. A quel punto entrambe i binari, quello di Cirino Pomicino e il mio, sono da considerarsi morti. Nel senso che i soldi, chi li ha e può, li porta velocemente via.

11 commenti:

  1. Paolo Cavuto

    Interessante Stefano; mi piacerebbe essere economista per capire che differenza ci sarebbe tra un "prestito" che lo Stato chiede vendendo titoli a fronte di un interesse, ed il "prestito" ipotizzato da Giacalone e Pomicino: possono essere entrambi classificati come debito pubblico, o no? La differenza che ci vedo io è che il primo "prestito", quello della vendita di titoli pubblici, è soggetto al mercato, il secondo...boh? Direi di no... se fosse lo Stato a decidere l'entità del bonus fiscale, non avrebbe nessuna certezza sulla somma che andrebbe a raccogliere; se viceversa il bonus fosse fissato in maniera da essere superiore agli attuali rendimenti dei titoli, non ne vedrei la convenienza per lo Stato. L'unica differenza è che questo tipo di "debito" sarebbe tutto in mano agli italiani, ma anche con i titoli di debito pubblico è già quasi così (la metà, se non ricordo male)

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    1. Caro Paolo, le tue obiezioni mi sembrano sensate, e garbate, laddove l'articolo di Giacalone ha suscitato numerosi commenti negativi (capita, anche se in genere questo opinionista raccoglie il favore di gente liberale. Ma stavolta la sua idea la vedono non utile al progetto di diminuire il debito) e anche piuttosto polemici. Di seguito ne potrai leggere alcuni...

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  2. MICHELE LIATI

    Boh.. io certe ricette per 'ridurre il debito' proprio non le capisco:

    "tu anticipi, per due anni, una parte del gettito fiscale".. ovvero fai un prestito allo Stato, ergo.. lo stato ha un debito con te.
    "e lo Stato, in cambio, ti fa uno sconto più che proporzionale sull’aliquota che dovrai pagare, nei due anni successivi." ovvero lo stato ti restituisce quello che gli hai prestato..con un interesse.

    qui siamo oltre la finanza creativa...si fa un uso creativo della lingua italiana.
    lasciando perdere completamente la proposta Pomicino: "tu ci dai i soldi e noi ti lasciamo stare".. deve avere per consulente economico Riina.

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    1. Michele io credo di capire le tue obiezioni, però, al di là della esplicitazione che concordo rozza, il pactum sceleris è alla base degli studi di settore no ? Se non sei congruo, scatta l'accertamento, altrimenti puoi stare abbastanza sereno, che a scanso di sfiga (leggi sorteggio) non ti veniamo a cercare. E il concetto di congruità adesso si è esteso dal volume di fatturato alle spese private.

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    2. MICHELE

      'obiezione principale è che quello che propongono Pomicino o Giacalone è sempre un prestito; uno vuole dare in cambio "pace fiscale", l'altro uno "sconto fiscale" (quindi sempre interesse): non cambia nulla rispetto a 'fare debito'. Il problema degli accertamenti e degli studi di settore è altro... meglio non mischiarlo col problema del debito.

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  3. PAOLO BOTTAZZI

    Azzz scommetto che gli iitaliani sono cosi pirla che qualcuno "abboccherebbe" ....

    Cosi avremo le risorse per fare qualche bell'investimento "keynesiano" e abbassare di 0,0005 pti la pressione fiscale ...

    L'autore si definisce liberale ... ad essere precisi forse voleva scrivere "libbberale " ...

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  4. MARIO ASPROMONTE

    Giacalone che si arrovella pure per capire, spiegare, integrare, migliorare... Ah Giacalò ma tu lo sai quanti sono "gli italiani con i redditi alti"?

    Te lo dico io: sono solo 28 mila gli italiani che dichiarano più di 300 mila euro... 28 mila su una cinquantina di milioni di contribuenti....

    Cmq non ti affaticare troppo a capire la proposta di Pomicino perchè già oggi quei 28 mila pagano in più un contributo di solidarietà del 3%...

    Mettiamoci in testa una cosa: LE SCORCIATOIE SONO FINITE.

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  5. LUIGI DESIDERATO

    Di queste idee si puo' solo dire tutto il male possibile. Infatti: "il vecchio navigatore politico di area democristiana, immagina un contributo straordinario dei redditi più alti destinato a diminuire il debito pubblico. I generosi - ripeto, si parla di contributo volontario ...- andrebbero premiati con la garanzia di una tregua fiscale : 4 anni senza controlli". Come dire che si acquisterebbe un salvacondotto per fare di tutto e di piu' nei successivi 4 anni. Alla faccia della legalita', dell' etica, del rispetto delle leggi. Allora ha ragione Grillo: meglio la mafia: paghi e ti lascia tranquillo.
    Domanda: ma possibile che si debba sempre passare per un qualche concetto di illegalita' in Italia? Certo 60 e piu' anni di DC non hanno fatto altro che rendere putrefatto tutto.
    Senza pensare che di per se' l' abbassamento del debito porta automaticamente ad un abbassamento delle TASSE. Sono queste infatti che lo sostengono.

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  6. Ringrazio per i commenti, giacché aiutano a capire quel che gli altri leggono in ciò che si scrive.
    La proposta di Pomicino è di Pomicino. Come ho scritto, non mi piace. Ma è convincente la necessità, tante volte ripetuta, di abbattere parte del debito pubblico. Ove non lo si faccia si passerà ai prelievi forzosi. Del resto già in atto, vista la pressione fiscale satanica. Qui non si tratta di dire se è bello o brutto, ma come evitarlo.
    Veniamo alla modifica da me introdotta. No, non è un prestito. Qui c'è un errore tecnico, in alcuni commenti. Semmai è un'anticipazione, dato che qui soldi sarebbero comunque dovuti. Se ti anticipo oggi e tu lo usi per abbattere il debito anche io ci guadagno, perché domani potrò pagare meno tasse. A me che ho anticipato, del resto, me le sgravi subito.
    Nulla a che vedere con i Bot, quindi.
    Ripeto, e concludo, lo sforzo è trovare il sistema per non ridursi alla patrimoniale, che sarebbe una tragedia.

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  8. se capisco bene la proposta Pomicino, non mi piace. Quella di Giacalone mi sembra piu' valida. Dal mio punto di vista ho deciso che verso al fondo ammortamento del DP un contributo volontario pari a quanto recupero per le donazioni onlus, arrorotondato alle 50 euro superiore ( quindi in concreto circa 1000 euro alle onlus e 200 allo stato, senza condizioni [va bhe anche su questo recupero il 19 % !)

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