domenica 22 febbraio 2015

COSA DICE IL REGOLAMENTO SE IL PARMA CALCIO FALLISCE

 

Credo che in tanti tifosi, non solo i diretti interessati, si siano chiesti, in previsione del fallimento del Parma Calcio e del ritiro - o esclusione - della squadra emiliana dalla Serie A, cosa accada dei risultati delle partite giocate (per quelle "NON" lo sappiamo tutti : 3-0 a tavolino per le avversarie della compagine che non scende in campo).
Ebbene, verranno conservati, e questo perché, leggo, siamo nel girone di ritorno ed il Parma ha disputato compiutamente quello di andata.
Sicuramente un vantaggio per le squadre che si troveranno partita vinta senza averla disputata. Una ingiustizia per chi li ha persi giocandoci. Ma sarebbe stata un'ingiustizia più grande il contrario, visto che chi ha perso punti contro gli emiliani sul campo, troverebbe sanata questa perdita (allo stato CERTA), laddove le altre, parlo soprattutto di quelle di testa,  potrebbero a ragione sostenere che non avrebbero probabilmente difficoltà a piegare una squadra già in B e con i giocatori in agitazione sindacale.
Riporto in questo senso il commento di un lettore del Corriere.it che mi sembra condivisibile.
Io non conosco le 'precedenti regole' che comunque, essendo precedenti, non sono più valide mentre l'ipotetico buonsenso mi sembra un po' discutibile. Per cui non è, per definizione, buonsenso. Infatti è vero che si creerebbe un'apparente sperequazione fra chi con il Parma ci ha perso o pareggiato nei confronti di chi ha senza giocarci subito i 3 punti, ma ci sarebbe lo stesso un'ingiustizia perché le squadre che ci hanno perso/pareggiato sul campo verrebbero salvate dal perdere dei punti da chi con il Parma ha ancora la possibilità di vincere. Impresa non impossibile. Senza considerare che fra quelle che ci hanno giocato ci sono squadre che invece hanno vinto e che sarebbero quindi penalizzate nei confronti di chi invece sul campo contro il Parma non hanno dimostrato di poter fare la stessa cosa. Ma a parte questo, ragioniondo per semplice logica, se il Parma avesse per ipotesi il problema di non poter giocare UNA sola partita, avrebbe di conseguenza la partita persa per 0-3. Prendendo per buone certi ragionamenti che seguono il 'buonsenso' dovrebbero essere annullati tutti i risultati precedenti? Certo che no, perché saremmo nel caso di una sola partita. Forse ci sarebbe lo stesso ragionamento per due partite o anche per tre... Allora sorge una domanda: per quante partite è valido il 'buonsenso'?


Secondo Fabio Monti del Corriere il regolamento non lascerebbe adito a dubbi, con l'art. 53 che prevede il caso di specie e stabilisce solo la sconfitta a tavolino per le partite non disputate nulla prevedendo per quelle pregresse.
A parte questo, se parliamo di scudetto, o di secondo posto, se continua così, ci penserà il campo a tacitare ogni polemica aritmetica.

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Parma, cosa succede se fallisce
ko a tavolino tutte le prossime sfide

Le conseguenze di una eventuale esclusione dei gialloblu dal campionato. Per la Juve un vantaggio: tre punti senza giocare, mentre la Roma coi ducali ha pareggiato

di Fabio Monti



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Per ora Parma-Udinese deve considerarsi una partita rinviata. Ma il vero problema è legato alle conseguenze che avrebbe l’esclusione del Parma da questo campionato. In sintesi: sarebbero validi tutti i risultati ottenuti sul campo nelle prime 23 giornate, mentre da questo momento al 31 maggio agli emiliani verrebbe sempre assegnata la sconfitta a tavolino (0-3).
Chi ci guadagna?
Fin qui il Parma ha fatto punti contro Chievo (3), Inter (3), Cagliari (1), Fiorentina (3) e Roma (1) e ha già scontato una prima penalizzazione (1 punto). Se la squadra non è più in grado di giocare, sarebbero già sicuri dei 3 punti in classifica (in ordine temporale) Udinese, Genoa, Atalanta, Sassuolo, Torino, Inter, Juventus, Empoli, Palermo, Lazio, Cagliari, Napoli, Fiorentina, Verona e Sampdoria.
Questo è possibile perché il Parma ha concluso regolarmente il girone di andata. Lo dice l’articolo 53 delle Noif (norme organizzative interne federali): «Qualora una società si ritiri dal campionato o ne venga esclusa per qualsiasi motivo durante il girone di ritorno, tutte le gare ancora da disputare saranno considerate perdute con il punteggio di 0-3». L’articolo 53 chiarisce anche che una squadra viene considerata esclusa alla quarta rinuncia.
Se si dovesse concretizzare questa ipotesi, la Juve si ritroverebbe con due punti in più rispetto alla Roma: entrambe hanno vinto all’andata, ma i giallorossi hanno pareggiato al ritorno.
 

Responsabilità precise
Non è mai accaduto che una squadra di serie A si sia ritirata per fallimento e questo conferma le grandi responsabilità di chi non ha vigilato all’interno dell’istituzione calcio, a cominciare dalla Lega di Milano. E questo nonostante la situazione del club avrebbe meritato grande attenzione, non soltanto per i 114 giocatori ceduti in prestito nella stagione 2013-2014 (22 in B, 60 in Prima Divisione, 32 in Seconda Divisione).
Stupisce anche che la Lega di A non abbia previsto un paracadute provvisorio per evitare ad esempio lo sciopero degli steward, che ha costretto al rinvio della partita, nonostante la disponibilità dei giocatori. Il 19 marzo (o prima, se sarà possibile anticipare), il curatore fallimentare farà di tutto perché sia possibile portare a termine la stagione, anche se il campionato è già falsato.
Un esercizio provvisorio permetterebbe di destinare tutte le entrate all’attività primaria della società, cioè quella calcistica. In questo caso, però, se i calciatori dovessero chiedere la messa in mora, la squadra finirebbe il campionato con la squadra Primavera. Altri club sono passati dal fallimento, a stagione in corso, ma era sempre stato possibile trovare una nuova proprietà; altri sono riusciti a chiudere il campionato, prima di ripartire dai Dilettanti (ultimi casi: Siena e Padova).

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