domenica 1 maggio 2016

PERCHE' NON BASTANO LE CIRCOLARI A REGOLARE LE INTERCETTAZIONI. LA (VANA) SPIEGAZIONE DI ANETRINI A FERRARELLA

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Sono contento di leggere che il mio amico - mi piace chiamarlo così - Mauro Anetrini, candidato a guidare la gloriosa Unione delle Camere Penali nel prossimo biennio - le elezioni ci saranno credo a settembre prossimo - pensa di Luigi Ferrarella, uno dei moschettieri giudiziari al soldo del Corriere della Sera, le cose che penso io.
IL professionista è sicuramente persona non stupida, ma niente affatto imparziale, come più spesso i giornalisti che si occupano della giustizia.
Vuoi mettere la convenienza di avere un ottimo rapporto con la procura ?
In questi giorni la Sarzanini, l'altra penna "forense" del giornale di via Solferino, non fa che pubblicare paginate di verbali di intercettazioni teoricamente secretati...
Non si hanno mai notizie, in questo caso, di avvio di inchieste per la violazione del segreto istruttorio, cosa che invece accadde, senza alcun timore del senso del ridicolo, per Silvio Berlusconi. Il Cavaliere, la vittima principe delle intercettazioni illegali, fu a suo tempo inquisito e condannato, come si sa, per la pubblicazione su Il Giornale di una telefonata intercettata ( il famoso "abbiamo una banca" di Fassina ) e finita sul quotidiano appartenente alla famiglia Berlusconi nonostante il segreto.
Io, ripeto, non ho notizie di giornalisti del Corriere, che leggo e quindi so che violano costantemente questo divieto, inquisiti e/ processati per questo.
Ma al di là della questione della illegalità palese, ostentata e beffardamente tollerata, c'è, ancor più indigesto, il connubio specioso tra redazioni e uffici giudiziari.
UN connubio che porta questi giornalisti a sposare sempre le tesi magistratuali in materia di riforma di giustizia : prescrizioni, intercettazioni, separazione delle carriere, custodia cautelare..."la qualunque" !
Naturalmente per Ferrarella, ventriloquo come detto delle toghe major, per la questione intercettazioni basta il fai da te interno, le circolari delle procure, puttosto che una legge.
Anetrini spiega perché così non funzioni.
Affatto

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di MAURO ANETRINI


Chissà se Luigi Ferrarella legge quello che scriviamo noi avvocati, o se si occupa solo di dare notizia delle circolari dei Procuratori della Repubblica e delle loro dichiarazioni. Chissà se gli interessa sapere che cosa pensiamo e che cosa vorremmo.
Io credo che Luigi Ferrarella, sempre attento nel misurare i rapporti di forza con i parametri in uso nel palazzo di Giustizia in cui trascorre molto del suo tempo, non abbia interesse alcuno per noi. 

Come criticarlo?
Tempo fa, in quel Palazzo di Giustizia, mi ha posto una domanda: che cosa pensa Lei (cioè io) delle circolari sulle intercettazioni dei Procuratori di Torino, Roma e Palermo in materia di intercettazioni?
Penso questo.

Penso che sono diverse e mi basta questo per dire che non vanno affatto bene. Penso che in una materia così delicata non possiamo affidarci all'ingegno di questo o di quel Procuratore della Repubblica, il quale - magari a ragione, magari benissimo - legifera con la sua circolare. E gli altri? Quelli di Catania, di Vallo della Lucania, Bologna e La Spezia?
L'Italia, questo è il vero problema, è un Paese in cui tutto è spalmato come le macchie sulla pelle del leopardo. Non c'è una Italia sola, ma ce ne sono tante - o quasi - quante sono le diramazioni degli Uffici Giudiziari.
Ecco perchè serve una legge: per essere tutti uguali, caro Dottor Ferrarella. Per non dovere sperare di essere - come alcuni di noi sono - dei privilegiati rispetto ai meni fortunati, che non possono chiedere asilo giudiziario all'interno dei confini dello Stato in cui abitano e del quale sono cittadini.

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