giovedì 19 ottobre 2017

"A PROPOSITO DI MARTA" : TERZO LIBRO SULLA FAMIGLIA BATTISTA. STAVOLTA SI SORRIDE

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Ogni volta che Pierluigi Battista scrive un libro, il fratello Domenico, avvocato e mio maestro di diritto e procedura penale, nonché introduttore e guida  al mondo un tempo affascinante, da un po' un tantino meno, della Camere Penali, mi avvisa invitandomi alla presentazione.
Premesso che al Maestro non si dice no, mi fa piacere, perché Pierluigi Battista è un giornalista e scrittore arguto e piacevole.
Per conto mio, seguendo sul Corsera i suoi articoli lodevolmente difensori di Israele e della gente ebraica, avevo già letto "Lettera ad un amico antisionista" e lo avevo apprezzato.
Sono poi andato alle presentazioni de "La fine del giorno", libro triste e toccante dedicato alla moglie scomparsa giovane a causa di un tumore, e "Mio padre era fascista", con il racconto della vita di   Vittorio Battista, grande avvocato e romanticamente attaccato agli ideali formatosi in gioventù, che è quello che mi è piaciuto più di tutti.
In questa predilezione per i personaggi di famiglia, tocca ora all'adorata figlia, ed infatti il libro s'intitola "A proposito di Marta".
L'incontro si è tenuto in Prati, presso il Laboratorio 174, in via Borsieri , che si occupa di arte, cultura, in modo moderno. .
Stante l'incombere dei match di Coppa, segnatamente la Roma impegnata contro il Chelsea di Conte a Londra, l'orario di inizio era stato anticipato alle 19, con impegno sotteso che per le 20,15 sarebbe suonata la campanella del liberi tutti. 
Promessa mantenuta.
Durante quell'ora, Pierluigi Battista e Neri Marcorè si sono alternati nella lettura di alcune pagine del libro.
Prevedibilmente, il secondo lettore si rivelava più accattivante del primo, ma entrambi i dicitori davano voce a piccoli e divertenti confronti- scontri familiari-generazionali.
A differenza degli altri due, il terzo capitolo dedicato ai membri della famiglia Battista appare decisamente più leggero, volto a far sorridere nella rappresentazione di come eravamo e di come siamo. 
Il dare per scontati i vantaggi del progresso, tipico dei giovani, e la sorpresa nello scoprire che a volte i pregiudizi nei confronti di questi ultimi sono, appunto, pregiudizi (la figlia che ha già acquistato Espiazione di McEwan, e che anzi ha nella sua libreria, letti e sottolineati, altri due libri dell'autore amato dal genitore). 
Il confronto scontro, anche qui descritto in modo ilare, tra medicina chimica e erboristeria salutista. 
Altra scena divertente, quella che si realizza con la domanda paterna alla figlia (tutto sommato 'sta Marta deve essere un tipo paziente e affettuoso con il genitore) "quali dei dieci comandamenti approvi ?".
La questione ha valenza etica, chiaramente, non religiosa, essendo i precetti, a parte i primi due, di ordine universalmente morale. 
Marta ha le idee piuttosto chiare e ne promuove solo due : non uccidere, non rubare. 
Qualche parziale apertura sul santificare le feste ( non gli piace come comandamento, però le può andare bene come esortazione) e sul non fare falsa testimonianza (le bugie sono ammissibili, però in tribunale il falso non si può dire, ed in generale non si possono dire falsità che nuocciono ad altri). 
Tutto il resto bocciato : i genitori il rispetto se lo devono guadagnare, gli atti impuri fanno bene, non desiderare la donna d'altri puzza pure di maschilismo e non desiderare la roba d'altri viene liquidato con un definitivo ed irresistibile : "Io non faccio altro".
  

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