lunedì 8 gennaio 2018

DIVENTARE AMICI A TORINO

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Questo post lo scrivo in ritardo, causa influenza (bruttina questa, ché in genere quando mi prendeva, il picco brutto durava un giorno a letto, poi altri di "gestione" tra farmaci e cautele, ma senza allettamenti...stavolta resuscito dopo tre giorni !).
In realtà lo elaboravo nella mia mente sul treno di ritorno da Torino, dove sono stato per gli ultimi giorni dell'anno.
Come mai Torino ? Non c'è persona, amica o conoscente, che non me l'abbia chiesto. 
Ok, se vai a Firenze, Venezia, Napoli  (a parte qualche prurito leghista, ma qui a Roma non si avverte) , nessuno te lo domanda, ma nemmeno quando sono stato a Verona, Ferrara, Parma, Lucca, Pisa, Siena. Ecco, qualcuno il come mai lo ha accennato per Pistoia e Trieste, una forse considerata piccolina (lo è, ma molto graziosa), l'altra lontana, al confine... Ma qualcuno.
Invece per Torino questa curiosità era equanime : tutti !
Poi il commento successivo variava  da quelli che c'erano stati, e che ne parlavano bene, e quelli che non, che scontavano il pregiudizio della Torino grigia, fredda, città famosa per la Fiat ( e quindi ora ??).   Io mi sono fidato dei primi, come in genere è bene fare (i pregiudizi sono brutte cose) , e poi avevo un jolly : la presenza di un amico del posto, Mauro Anetrini.
Vedere una città con la possibilità di avere dei consigli di chi ci vive, bè, sappiamo tutti che è cosa preziosa. 
Senza arrivare ai livelli di Don Antonio Visconti, "principe" dei quartieri spagnoli di Napoli, che ti chioccia da quando scendi dal treno a quando ci risali, nemmeno fosse tuo fratello, comunque conoscere e potersi riferire agli indigeni, giova, 
Questo è un vantaggio (l'unico, diciamolo subito) personale derivato dalla frequentazione "giornalistica" del mondo delle Camere Penali, apertomi dal maestro Domenico Battista, coltivato sul gruppo di discussione di FB e partecipando a qualche loro convegno (ricordo con particolare favore l'apertura dell'anno giudiziario a Firenze, a Palazzo Vecchio, l'ultimo anno della presidenza Spigarelli) : conoscere veramente molte belle persone, lodevolmente impegnate per la civiltà del processo penale, che è poi - ancorché la gente poco se ne renda conto, anzi - battersi perché l'intera società lo sia (civile). 
Con alcuni, al di là della simpatia e di una qual certa stima (che corre su binari differenti : io li apprezzo per la loro battaglia, apparentemente  donchisciottesca, loro forse sono gratificati dal mio cercare di contribuire a dare visibilità ai loro sforzi) , si è stabilita un qual certa amicizia.
Tra i primi, Riccardo Cattarini, "comunista" ma ciononostante lettore della prima ora del Camerlengo e suo propagatore !  Non so se mi legga ancora, del resto nemmeno io scrivo più diffusamente come prima, però l'apprezzamento di Riccardo era caldo e affettuoso. 
Ecco, mi decisi qualche anno fa ad andare a Capodanno a Trieste perché c'era lui, giuliano, che infatti mi venne a prendere in aeroporto e organizzò, insieme alla bella collega Caterina Belletti, una splendida gita a Lubiana, appena oltre confine.  Oggi con Riccardo ci sentiamo di rado, e mi dispiace, però io lo ricordo sempre con affetto. 
A Firenze c'è l'Annetta, ma l'uomo è più simpatico che disponibile, vita incasinata la sua. 
Comunque parlarci di calcio, di politica e di donne è sempre piacevole, e tra uomini non ci si chiede molto di più. Poi ha il valore aggiunto della santa e bella Roberta Rossi, che lo sopporta e cerca di tappare i buchi.  Insomma, voglio bene anche a lui, che i gian burrasca ci vogliono dai !
Con Mauro ci siamo conosciuti così, leggendoci sul Gruppo e sui profili di FB. Mauro l'ho descritto tante volte ormai, però mi ripeto : avvocato di grande valore scientifico, allievo prediletto di un Maestro eccellente come Gallo , infaticabile e irriducibile nella sua battaglia per il rispetto delle garanzie dovute per costituzione a tutti i cittadini (persino i sudditi qualcuna ne avevano), liberale e liberista, einaudiano, sabaudo. Uomo di cultura ampia, curioso, bravissimo scrittore, ancorché a volte indulga nella suggestione a scapito dell'immediatezza. In realtà si tratta di una prosa - con cenni di poesia - che ha uno respiro più  letterario (e infatti prima o poi...., un libro vedrà la luce, e secondo me sarà bello), a differenza della mia, più ruvida ed immediata (ma magari più immediatamente e universalmente digeribile).
Insomma, si è capito : un uomo che ammiro per la sua qualità di avvocato e per la sua versatilità culturale. 
Letti spessissimo ( gli elogi di Mauro, quando arrivano, sono tra quelli che mi inorgogliscono di più, lo confesso) , visti solo una volta, a Roma, durante la sfortunata campagna per la presidenza della Unione delle Camere Penali. 
Amici di penna, si sarebbe detto una volta.
Che è pure un modo di esserlo, certo.
Però vedersi è diverso. 
Partenza dunque per Torino il 29 dicembre, con Mauro ci sentiamo e ci mettiamo d'accordo di vederci nel pomeriggio del giorno dopo, all'uscita di palazzo Carignano , dove eravamo stati a visitare il museo nazionale del risorgimento (sapete quanti italiani giovani ma anche non tanto sanno che Torino è stata la prima capitale d'Italia ? pochi !) . Mauro è con la moglie, la squisita signora Paola, che intrattiene subito affabilmente Claudia. Ci portano a uno dei tanti caffè molto belli in centro, dove il proprietario è appellato da Mauro "l'ubriacone" (in effetti, l'aspetto di uno che gli dà, tra Nebiolo e Barbera, ce l'aveva) e dove ci viene fatto assaggiare il caratteristico "bicerin" , bevanda golosa con tre strati assolutamente distinti di caffè, cioccolata, panna. Anche Claudia, che non beve caffè, è rimasta deliziata.  Nel Caffè Mauro rivela i suoi tratti di Babbo Natale, pieno di doni, con una preziosa confezione di marroni canditi, un Nebiolo pregiato, ma soprattutto una stampa d'epoca del proclama della repubblica cisalpina !  Seguono chiacchiere amabili e poi la sorpresa, che viene da Paola : ci chiede se abbiamo programmi per capodanno, ché altrimenti  potevamo stare a cena da loro... Un invito inaspettato, graditissimo e ancora non sapevamo quanto goloso. 
Noi abbiamo mangiato bene a Torino, assaggiando cose buone della cucina piemontese : taglierin, zuppe, bagna cauda, brasato al barolo... ma i plin al tartufo della signora Paola sono tra le cose più buone in assoluto che ho mangiato tra quelle che mi sono rimaste impresse negli ultimi tre lustri ! 
Anche l'antipasto (peperoni mischiati col tonno, se non ricordo male) e il filetto di fassona erano prelibati, ma quei plin, li penso e li piango..Risultati immagini per plin al tartufo.
Il tutto con  un Barbaresco del 2007 di alta qualità. Io non sono un intenditore, ma quando un vino si eleva dalla media, anche io lo avverto al palato. Lo vedi da come esalta il sapore dei cibi. 
Insomma cena veramente deliziosa, con brindisi, uniti anche alla mamma di Mauro, una energica e simpatica signora di 80 anni , e la serata si è conclusa (anche con qualche cadeau, sia pure in comodato di lettura). Ci siamo salutati , augurandoci di rivederci presto a Roma o in estate a Montefiascone (buon ritiro umbro  della famiglia Anetrini da qualche anno).  
Insomma, tutto bene no ?  
Cordiali, affabili, gentili. Cosa di più ? 
Si può, lo dice la canzone ricordate ? E infatti martedì la telefonata che non ti aspetti : sono Mauro, vi va di prendere un caffè insieme ?  Io, sorpreso (ricordate ? c'eravamo accomiatati la notte del primo gennaio) e  contento rispondo volentieri, solo che da solo perché Claudia ha la febbre. C'incontriamo a Piazza Castello all'incrocio sabaudo per eccellenza, dove tutto inizia e finisce, come suggestivamente mi ha spiegato Mauro indicandomi i quattro punti cardinali con le Alpi, la Reggia, il duomo che custodisce le salme dei re, il castello di Racconigi, e Mauro diventa il mio Virgilio. Passiamo più di tre ore a camminare e mi mostra tutto il possibile, con curiosità e aneddoti vari, il tutto inframmezzato da mille altre cose. 
Alla fine ci prendiamo un aperitivo - dall'ubriacone ovviamente...- e parliamo di politica, i suoi dubbi (legittimi), i miei sproni ( stavolta io a fare il piemontese, il celeberrimo Chevalley del Gattopardo, che praticamente prega il Principe di Salina di presentarsi al Senato del nuovo Regno, osservando che se solo le mezze tacche vengono spinte avanti, le fondamenta non potranno venire su tanto bene...profetico no ? ). 
Separarci stavolta è stato più difficile.
Ecco, il 2 gennaio 2018 io e Mauro siamo diventati amici.
Veri. 

Bella Torino ! 

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