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venerdì 24 giugno 2011

A MIO PADRE

Ho notato una cosa che mi fa piacere. Io scrivo cose varie, spesso commentando fatti di attualità,  utilizzando molto anche articoli e osservazioni altrui che reputo in qualche modo interessanti.
Altre volte scrivo piccole storie ascoltate, o riporto racconti inventati che ritengo "belli".
E a volte queste cose piacciono di più.
Forse, come dice un mio prezioso amico di FB (mai incontrato ma magari questa lacuna sarà colmata prima o poi) , queste cose più semplici ci sono anche più vicine e le sentiamo di più.

Prendiamo un padre "per caso" e chiamiamolo Claudio . Prendiamo il bimbo di questo padre non volente , e diamogli  il nome Lio, e iniziamo la storia, che è vera anche se i nomi sono inventati.
Claudio non voleva essere padre, non lo sentiva questo istinto paterno, questo senso genitoriale.
E quindi aveva sempre accuratamente evitato di diventarlo. In realtà il rifiuto si estendeva anche al matrimonio, ad una relazione non d'amore, ma di convivenza. Insomma, la famiglia no.
Storie anche importanti erano finite per queste sue negatività ( e vorrei vedere! ).
Poi accadde quello che non doveva accadere. Un'amicizia affettuosa datata, un rapporto che doveva essere protetto ma evidentemente non lo era stato abbastanza, lei rimane incinta. 
La risposta di Claudio è immediata, dura, coerente : "un figlio non lo voglio".
Lei è indecisa ma poi stabilisce  di averlo, anche da sola.
La famiglia della donna si rivela eccezionale. Dopo lo shock iniziale (famiglia cattolica, del sud, tradizionale) , appoggiano la figlia e sorella con tutto se stessi. 
Lio nasce, ed è motivo di gioia per tutti. Il padre di Claudio così commenta al momento di apprendere che diventerà nonno : "finalmente una buona notizia".
Insomma tutti contenti, tranne Claudio.
Lui continua a "non sentirsi" padre. Riconosce il bimbo, lo va a trovare qualche volta, ma non sente nulla dentro di sé. 
Passano gli anni, Lio è circondato da tanto amore, favorito anche da una situazione particolare : oltre ai 4 nonni ovviamente amorevoli ( quello paterno assolutamente adorante) , ci sono 4 zii, fratelli dei due genitori, che non hanno  figli e che immediatamente "adottano" quello che è l'unico bimbo della casa. 
Solo il padre non c'è, salvo rare comparizioni. Lio non sembra soffrirne : c'è nato così, non ha vissuto distacchi. Quando inizia a capire che il "papà" è persona diversa dagli altri , continua a non sentirne la mancanza. E' cresciuto in questo modo. E per il padre va benissimo.
Poi, lentamente, ma veramente questioni di passi piccolissimi, Lio inizia a guardare con crescente curiosità questo padre che viene ogni tanto  a casa sua  . E' diverso. Gioca poco con lui, non capisce quando lui parla, non chiede i soliti baci, non chiede "quanto mi vuoi bene ?" , però è spesso sorridente . E poi tutti gli parlano   del suo papà, ha le foto di lui sul comodino, sente dire che è bravo e che "lavora" tanto, per questo viene così poco...
A 3 anni la nonna materna chiede a Claudio un favore : "vieni alla festa del nostro paese, mi farebbe piacere che vedessero che Lio ha il suo papà".
Claudio ha imparato a voler bene , a modo suo,  a queste persone che non gli hanno imposto nulla, che hanno accettato il suo "non sentire", e che mai hanno parlato male di lui. Mai. E quindi va.
In Lio scatta qualcosa, per la prima volta cammina a fianco di questo suo papà, e lo presenta agli abitanti del piccolo paese che ben conoscono il bimbo ma sempre senza il padre. 
Insomma i piccoli passi proseguono, ma poi accade una cosa triste. Muore il nonno paterno,  quello che forse finora ha nutrito l'amore più grande per questo nipote desiderato senza poterlo chiedere e che invece era arrivato, inaspettato e portatore di gioia assoluta.
Lio , nonostante i suoi 4 anni, questo amore lo sentiva tutto, e ancora oggi "nonno nio" è nei suoi discorsi, nei suoi pensieri, nel suo cuore. 
Questa morte apre forse un vuoto, e per colmarlo Lio guarda, sorprendentemente, alla persona meno probabile, la più assente : il padre.
Il quale invece reagisce nella maniera opposta : la gioia del nonno di Lio era stata la solo consolazione ad  una sorta di "violenza" subita, una paternità "imposta", non voluta e non sentita.
Ora quel nonno non c'è più, e con la fine di questa gioia, l'unica che ha visto scaldare e commuovere SUO padre, in qualche modo sente finito  l'unico "senso" di Lio per lui.
Non è felice di questo, sa che il bimbo non ha colpa alcuna di questo "torto", ma si possono comandare i comportamenti , non le sensazioni. E quando queste diventano troppo forti, anche le azioni finiscono per subirne gli effetti.
Così Claudio si fa sempre meno presente. Le sue visite sono più rare. 
E Lio decide che quel papà, se lo vuole, se lo deve "prendere".
Improvvisamente, senza spiegazione apparente, Lio s'innamora del papà. 
Quando lo vede, gli s'illuminano gli occhi, la bocca si apre incapace di contenere in un semplice sorriso la gioia di questi rari incontri, e inizia a dare voce ai suoi sentimenti .
"Ti voglio tanto bene papà" "Sono felice che sei venuto papà" .
Il giorno del suo quinto compleanno, Claudio decide di mantenere una promessa fatta al bimbo mesi prima :  " una volta (una volta !!) mi vieni a prendere a scuola papà?" , e si fa trovare all'uscita dell'asilo. Aspetta l'orario di fine scuola, pochi minuti, ma Lio sta giocando in giardino e ad un certo punto , dietro le piante che circondano la recinzione, gli sembra di riconoscere la persona più inaspettata. "ma è mio padre !....PAPA' !!! ". Il bimbo corre incontro, abbraccia Claudio e gli dice felice "ti sei ricordato ! hai mantenuto la promessa". 
Una promessa di mesi prima....e Lio non ne aveva più parlato, non lo aveva più chiesto. Aveva solo aspettato.
Nell'andare verso casa stretto alla mano del suo papà, Lio ha lo sguardo felice e dice " io ti voglio veramente tanto bene papà.  Pensa , ti voglio bene come a nonno nio !"



Nel pensare a questa storia, mi chiedo sempre come possa esserci un amore così grande a prescindere, con così poco o punto ritorno. Il mio amico de Magistris, nel suo libro "Le scarpe" , li chiama gli "amori meravigliosi", per distinguerli dagli amori monchi, che sono tutti gli altri.
Alcuni in questi casi parlano di "sangue", di un istinto primordiale, e sono spiegazioni legittime, plausibili. MA allora, domando, perché per Claudio, per il papà di Lio, non vale la stessa cosa ?
C'è una cosa che credo o che mi piace pensare. Che nell'amore di Lio per il papà assente ci sia il contributo di quelle persone, la madre e tutta la famiglia di lei (nonni, zii) che negli anni, hanno sempre parlato normalmente di questo papà, che si non veniva, però esisteva. 
Mai parole di accusa e di condanna. Nella speranza che un giorno l'amore paterno di Claudio si svegli finalmente dentro di lui, queste persone proteggono Lio, con il loro amore,  parlandogli di un papà che "c'è poco", ma che certo gli vuole bene.
Tra le cose di cui mi occupo, facendo l'avvocato, c'è il diritto di famiglia, e la tutela dei minori.
Quello che fanno le persone che amano Lio è "la cosa giusta". 
Eppure capita così raramente...anzi, in questo modo non l'ho sentita raccontare mai.

11 commenti:

  1. DA VALERIANO

    "Come padre - e padre con un particolare 'vissuto' che conosci - mi sono commosso. E per me non è cosa facile."

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  2. DA SONIA

    "sei riuscito a farmi piangere avvocato... il pezzo più intenso e vero che io abbia letto finora tra i tuoi scritti. Bella la famiglia di Lio, davvero bella, ma bello anche il cuore che lentamente si apre del suo papà. E continuo a piangere :-)"

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  3. DA STEFANIA

    "Concordo pienamente con il tuo prezioso amico... la storia stavolta non ha bisogno di commento... Come direbbe qualcuno: poco a volte è meglio... Famiglie con quelle qualità sono davvero rare ed encomiabili... Un pensiero bello va al padre di Claudio... e agli occhi di quel bimbo Lio, che non dimenticherò mai più..."

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  4. Sono commosso dalle belle parole che leggo.
    Evidentemente, come scrive Stefania, anche stavolta VAleriano ha avuto ragione : certe cose ci sono "più vicine".
    Nel dire grazie, sincero, per quello che avete scritto, consentitemi un pensiero in più proprio per VAleriano. Io e lui sappiamo perché.

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  5. Emozionare. Tu lo sai fare spesso. Senza essere melenso. Toccando inevitabilmente il cuore.

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  6. DA SONIA

    Grazie Stefano Turchetti per riuscire a farmi emozionare semplicemente leggendo un racconto... Fiera di essere tua amica :-)

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  7. DA RITA LABRO FRANCIA

    invito tutti a leggere il contenuto di questo link fino in fondo, specie chi ha problemi matrimoniali, specie i miei colleghi avvocati che troppo spesso tendono ad istigare il cliente contro l'altro coniuge nei casi di separazione... leggete ed imparate

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  8. DA MARIA CARONE

    Il mio amico dal cuore grande..

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  9. DA MARIA CARONE

    Rita il mio amico stefano e' un uomo speciale e un tuo collega :)

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  10. E come si sente ora questo papà?
    Riesce a vivere senza sensi di colpa l'amore "straordinario" del suo figlietto?
    O è troppo annientato dai suoi amori monchi e dai suoi sogni d'amore per accettare che la vita è così terribilmente meravigliosa?
    Riuscirà ad essere sè stesso e ad aprirsi generosamente al piccoletto?
    Oppure passerà da uno schema a un altro, senza aver imparato nulla da quello splendido esserino che istintivamente vive l'amore senza regole?
    Belle le storie che nascono dalla vita!
    E bella la vita che nasce dalle storie!

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