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sabato 6 agosto 2011

ANCHE I SUPER MANAGER PIANGONO

Il direttore di Raitre, Paolo Ruffini (Ansa)
PAOLO RUFFINI
DI seguito è riportata la notizia delle dimissioni di Paolo Ruffini dalla RAI.
La metto tra le buone notizie. Certo non siamo ai livelli della dismissione di Santoro, che resta, in campo televisivo, la più bella degli ultimi 5 anni almeno, però personalmente mi fa piacere.
Devo ammettere che di Ruffini io so poche cose ma mi bastano.
E' il padrino di trasmissioni come Ballarò, Che tempo che fa, Parla con me. Non scandalose come Anno Zero, per carità, però assolutamente schierate sia per i temi scelti e i conduttori (tutte e tre) , sia per gli ospiti (Ballarò segue il manuale Cencelli, Fazio si sbaglia rarissimamente e magari chiama MArchionne , la Dandini non si sbaglia MAI ). 
E poi è quello che , revocato dall'incarico da Direttore di RAI 3, sostituito da un collega degnissimo e non sospettabile di berlusconismo come Antonio DI Bella, andò a piangere come un pupo dal giudice del lavoro come un cameramen qualunque.
Tutti noi abbiamo una vaga idea dei guadagni di questi signori...è recente la polemica sulla Lei che vuole un aumento perché non gli bastano le centinaia di migliaia di euro che attualmente prende, un compenso che sarebbe  "inferiore a quello dei miei vice". 
Bene, quando mi laureai la mia tesi  era sulla "giusta causa nella risoluzione del rapporto di lavoro dei dirigenti ".  Trattava appunto dell'applicabilità alle figure dirigenziali delle tutele normalmente previste per le altre categorie di lavoratori. E la risposta era NEGATIVA nel caso il dirigente potesse essere assimilato nelle responsabilità e nelle prerogative ad un manager alter ego dell'imprenditore. In parole semplici, se hai grandi poteri ed equivalenti responsabilità, il rapporto di fiducia deve essere ASSOLUTO e l'Azienda, che lautamente ti paga, deve restare libera di disfarsi di te se quel rapporto viene minato. 
Lo trovo giustissimo.
Nel caso di specie Ruffini veniva ridimensionato, spostandolo ad un'altra direzione ma non più quella di rete.
Come detto la creatura andò a piangere dal giudice del lavoro che già con Santoro aveva mostrato di essere sensibile e solidale con questi finti manager miliardari, e gli diede ragione.
Ora se ne va, a LA 7. 
Buon viaggio, senza ritorno possibilmente. 

MILANO - La separazione consensuale tra Paolo Ruffini e la Rai è certa. Il direttore di Rai3 passa a guidare La7. Lo fa sapere Telecom Italia Media, con una nota in cui spiega che Ruffini «entrerà a far parte della squadra di La7 in qualità di direttore di Rete a partire dal 10 ottobre 2011». «Lillo Tombolini - si legge ancora nel comunicato - continuerà a collaborare con La7 assumendo un nuovo incarico». La chiusura del rapporto con la Rai sarebbe stata formalizzata nel corso di un incontro nella mattinata di sabato - il terzo negli ultimi tre giorni - con il direttore generale Lorenza Lei.
LA RAI - «Il direttore di Raitre, Paolo Ruffini, ha chiesto ieri (venerdì,ndr) la risoluzione del proprio contratto di lavoro ed ha informato i vertici aziendali dando preavviso contrattuale. La Rai, nell'esprimere il proprio rammarico per la decisione del Direttore di Rai3, augura a Paolo Ruffini i più brillanti successi professionali e lo ringrazia per il lavoro svolto in questi anni, prima come direttore del Giornale Radio e di Radio1, e successivamente come direttore di Rai3» è la reazione di Viale Mazzini diffusa in una nota.
L'APPELLO DEI BIG - Diversi volti di punta di Raitre, a partire da Giovanni Floris (secondo cui lasciarlo partire è «assurdo, incredibile e autolesionista») e Fabio Fazio («Come si fa a privarsi con leggerezza di professionisti che portano risultati, che svolgono il loro mestiere nel migliore dei modi?»), avevano provato a mobilitarsi chiedendo al vertice della tv di Stato di fare il possibile per evitare il passaggio di Ruffini alla concorrenza. Ma ogni tentativo è risultato inutile.
LA ROTTURA - La svolta è arrivata dopo alcuni giorni convulsi, tra il tam tam delle indiscrezioni e l'assoluto riserbo dei piani alti di Viale Mazzini e dello stesso Ruffini che sabato sera avrebbe riunito nella sua stanza i suoi più stretti collaboratori per spiegargli le sue decisioni. A spingerlo a lasciare l'azienda in cui lavora dal 1996 e la rete che ha diretto con successo dal 2002, sarebbe stata, in particolare, la prospettiva di essere indirizzato ad un altro incarico. Ma forse ha pesato anche il logoramento di tante battaglie combattute in questi anni.
POVERI MANAGER ...
LA CARRIERA IN RAI - Direttore del Gr Rai dal 1996, nominato tre anni dopo responsabile di Radio1, Ruffini era approdato al timone di Rai3 il 16 aprile del 2002, varando programmi come Ballarò, che tempo che fa, In mezz'ora, Parla con me. Il 25 novembre 2009, su proposta del dg dell'epoca Mauro Masi, Ruffini era stato sostituito dal cda con Antonio Di Bella; il 28 maggio 2010 era stato reintegrato al vertice della rete dal giudice del lavoro, che aveva accolto il suo ricorso, e poi l'8 giugno dal cda dell'azienda. Il 20 luglio il tribunale del lavoro aveva poi respinto il reclamo della Rai. Per dicembre è invece attesa l'udienza della causa di merito avviata dai legali del dirigente per ottenere conferma con sentenza del provvedimento cautelare di reintegro ed eventualmente il risarcimento dei danni.


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