Pagine

martedì 6 settembre 2011

PRIMA REPUBBLICA E PROPORZIONALE : NOSTALGIA DEL TEMPO CHE FU

 
Bella la conversazione su PROPORZIONALE E PRIMA REPUBBLICA oggi avuta su FB.

Riporto i vari passaggi di un dialogo civile nelle diverse posizioni.

Lenoci (magistrato)

Pur essendo un proporzionalista convinto, ho firmato per il referendum abrogativo del c.d. porcellum ed il ritorno al mattarellum. L'attuale legge elettorale e' un tale obbrobrio, che la sua abrogazione e' il presupposto fondamentale per un inizio di rinnovamento nel nostro Paese.

Io

Fermo restando che gli attuali sistemi elettorali si sono dimostrati inefficaci a garantire una vera governabilità , che non consiste evidentemente ad una formazione di occupare palazzo Chigi per 5 anni senza poi effettivamente FARE, cosa c'è di buono nel vecchio sistema proporzionale? In Italia parlo.


Lenoci

Faccio parte di quel 17% che nel 1993 votò NO all'abrogazione della legge elettorale proporzionale. Non si può costringere per legge le forze politiche ad aggregarsi in coalizioni artificiose ed eterogenee, che hanno comeunica ragione sociale quella di battere l'altra coalizione (è quello che di fatto è avvenuto in Italia dal 1994 in poi). Non mi sembra, peraltro, che la governabilità sia migliorata di molto (dal 1994 al 2008 abbiamo avuto nove governi, e l'attuale non mi sembra molto stabile). Il proporzionale con preferenze (magari con uno sbarramento del 5%) garantisce la rappresentatività e, soprattutto, favorisce la collaborazione tra le forze politiche in Parlamento (al contrario del maggioritario, in cui le due coalizioni sono l'una contro l'altra armate).

Io

gentile Dr. Lenoci , il difetto dell'attuale sistema, cartelli elettorali disomogenei, soprattutto a sinistra (dove si andava da Mastella a Diliberto passando per DI PIetro) , utili per vincere le elezioni ma poi incapaci di vero governo, lo avevo dichiarato in premessa. Ma Lei non risponde alla domanda : il sistema proporzionale, in ITALIA, è stato meglio ? E dalla fine degli anni 60 la risposta obiettiva è NO. Lei cita i nove governi dal 1994 in poi, accumunando il triste periodo 1994-1996 dove ce ne furono ben 3 per il ribaltone della Lega e la complicità dell'assai poco emerito in compenso molto partigiano presidente Scalfaro (che invece di indire subito nuove elezioni come a mio avviso eticamente e politicamente giusto , consentì la prosecuzione della legislatura fino a quando il centro sinistra non si sentì pronto per vincere, come poi avvenne, sia pur di poco). Ma prendiamo per buono il Suo dato numerico , che mi dice dei 59 governi 59 in 46 anni di Repubblica ? dal 1946 al 1994 ?. Della politica dei due forni ? Del ricatto Craxiano che col 10 % dei voti otteneva la presidenza del Consiglio ? Del tristo consociativismo male assoluto di questo paese che decide solo se costretto e nemmeno allora. A volte si ha nostalgia dei tempi in cui si era più giovani, è comprensibile, ma non è vero che da noi il sistema proporzionale abbia funzionato meglio dell'attuale. E allora forse il problema, ipotizzo, NON è nel sistema elettorale ma nell'assemblea dei cittadini, con individualismi - ed egoismi - troppo spiccati perché si realizzi l'auspicata da Lei - ma da tutti ovviamente - collaborazione tra le forze politiche. Guardi lo spettacolo delle corporazioni in campo in questo mese di affannosa ricerca di una manovra che ci faccia tollerare da Unione Europea e Banca Centrale. Mi dica se se ne salvi una (e La prego, io non cito la mia, con ottime ragioni, ma Lei eviti di citare la Sua).

Balena (Università di Bari)

sistema elettorale a parte, è difficile, con i tempi che corrono, non rimpiangere la c.d. prima Repubblica, o comunque molti dei politici che (anche da schieramenti contrapposti) l'hanno costruita e tenuta in piedi. Un paio di giorni fa ci ripensavo per l'ennesima volta leggendo della scomparsa di Martinazzoli, che come ministro della giustizia avrebbe potuto e dovuto insegnare tantissimo, in stile ed autorevolezza, a molti dei suoi più recenti successori.

Io

Sono d'accordo con Lei fino al 1965, poi, in particolare dal 1968, no. E negli ultimi,i mediocri assai, 17 anni , non abbiamo (ancora) avuto stragismo (Milano, Bologna, Italicus...), terrorismo, guerre di Mafia allo stato....non sono piccole cose....La situazione economica è triste (ma forse Lei ricorda l'inflazione al 20%, le continue svalutazioni, la trappola della scala mobile) ma nel mondo, e per errori che, pare, abbiano caratterizzato negli ultimi 40 anni tutto il mondo occidentale : debito e spesa pubblica. Noi peggiori degli altri, ma non da 15 anni, dove abbiamo semplicemente "continuato". Dico questo non certo per difesa dell'esistente (mica son matto) ma perché se guardo indietro, o arrivo fino a De Gasperi, o non ho proprio nulla, ma NULLA da rimpiangere. Se non, appunto, i miei 20-30 anni.



Parlate di Martinazzoli, persona sicuramente per bene, e si potrebbero aggiungerne altri, come Zaccagnini, il colto Spadolini, il coerente e onesto Berlinguer...Ma forse dimenticate gli Sbardella, gli ascari andreottiani, i De Michelis e mi limito a quelli universalmente biasimati. Nostalgie di corta memoria mi permetto di dire. E ripeto, non difendo certo gli attuali che però vedo più come un continuum a dispetto delle promesse post prima repubblica che come un peggioramento. Forse sono più mediocri, ma nel loro non fare più che nel suo contrario.


Lovero (avvocato)

Mi permetto di introdurmi in questa conversazione per rilevare come in effetti molti di noi proporzionalisti "puri" votarono a favore dell'abrogazione del proporzionale perchè la situazione politica di stallo che conseguì all'esperimento voluto da Moro (mi riferisco al governo monocolore democristiano della non sfiducia presideuto da Andreotti) e naufragato con la sua morte decisamente voluta da chi non gradiva il convolgimento diretto del PCI al governo (ossia USA e URSS contemporaneamente - ho letto moltissimo sulla vicenda del sequestro Moro ma consiglio vivamente di leggere il libro scritto dal fratello di Aldo, ossia Alfredo Carlo Moro, magistrato di Cassazione, dal titolo Storia di un delitto annunciato - Editori Rinuiti per avere un quadro piu esaustivo della vicenda, anche sotto il profilo giudiziario), che Moro volle fortememente proprio per ridimensionare il ruolo di interdizione costante che quel partito riusciva a svolgere in forza di un consenso elettorale molto consistente (alle europee del 1978 il PCI superò la DC e alle politiche del 1976 arrivò al suo massimo storico) provocava ed anzi acuiva quei problemi di governabilità e di ricatto costante anche di Craxi (ma non dimentichimo il PSDI di Longo o il PLI di Altissimo) di cui parla Stefano. Tuttavia, le conseguenze uniche e per certi versi imprevedibili (ossia la proliferazione di ulteriori formazioni "politche" - o pseudo tali - ) dell'introduzione del maggioritario, la crescita esponenziale di un partito regionalistico (se non proprio secessionista) come la Lega ma soprattutto la caduta del muro di Berlino e lo sfaldamento del PCI hanno creato un quadro completamente diverso che ci consente ed anzi ci impone di ripensare ad un sistema proprozionale seppure con uno sbarramento. In ogni caso la costatazione che con questa legge elettorale anche i partiti della c.d. opposizione possano mandare in Parlamento a rappresentarmi soggetti alla scilipoti (e come lui ce ne sono tanti nel Parlamento italiano) credo renda assolutamente indifferibile l'abrogazione del porcellum.

Io

gentile Piero, condivido buona parte dell'analisi fatta relativamente agli anni 80 inizi 90 e anche la delusione del maggioritario così come si è sviluppato. Non difendo il Porcellum ma il sistema maggioritario si, osservando come altrove funzioni decentemente. Il problema, continuo a dire, è civico e quindi politico, e l'ingegneria elettorale si rivela insufficiente ad una vera correzione. Sicuramente, come osservano molti esperti , aver sepolto la prima repubblica SENZA un riforma costituzionale è stato un ibrido tutto italiano. Sul corpo di un sistema rigidamente parlamentare si è innestata una testa maggioritaria....con tutte le incongruenze che abbiamo visto. Forse, e dico forse, un sistema veramente maggioritario per il quale le dimissioni del governo comporterebbero senza eccezioni il ritorno alle urne darebbe più potere all'esecutivo e più vincoli di fedeltà al programma e all'impegno elettorale Così come il divieto di cambi di casacca, figli residui del parlamentarismo e del trasformismo, termine coniato niente di meno che all'epoca di Filippo Turati ( e forse prima). Ma sono solo ipotesi. Resta lo scetticismo di fondo e la constatazione che gli italiani sono MALATI di particolarismo. Il Maggioritario spinge alle aggregazioni, il Proporzionale no. Ecco perché , in Italia, preferisco il primo.

Lovero

Caro Stefano, apprezzo molto il tuo intervento e le posizioni rispettabilissime e condivido il fatto che la riforma elettorale andava "costituzionalizzata" E' una vexata quaestio che risale ai tempi della Costituente (illuminante in proposito il saggio di Umberto Terracini, Come nacque la Costituzione, ed. Riunti) e che avrebbe dovuto essere risolta allorquando decisero per la prima volta di riformare in senso maggioritario la legge elettorale. Testo tuttavia su posizioni proporzionalistiche.

Balena

solo un pazzo potrebbe guardare alla c.d. prima Repubblica (espressione che peraltro non mi piace affatto) come all'età dell'oro, dimenticando, tra l'altro, i tantissimi personaggi negativi che l'hanno caratterizzata. Politica e potere, d'altronde, hanno sempre attirato - e sempre attireranno, inevitabilmente - cialtroni e furfanti in quantità, sicché il raffronto non può farsi in questi termini. Sta di fatto, però, che di quell'epoca ricordiamo (e ricorderanno, penso, anche i posteri) personaggi di prim'ordine sia per statura politica sia (magari in numero inferiore) per qualità umane e morali, che hanno ereditato una nazione distrutta, impoverita e divisa dalla guerra, l'hanno rappacificata e l'hanno fatta crescere rapidamente, guidandola, seppure con alterne fortune e talora a prezzo di non lievi compromessi, attraverso i mari tempestosi della guerra fredda, del '68 e di tutto quello che ne è seguito (stragi comprese). Provate un po' a pensare come avrebbe affrontato quei terribili cimenti la nostra classe politica attuale....

Io


Io , l'ho scritto, divido la prima Repubblica in due parti : quella del dopoguerra, e quella da fini anni 60 in poi. La prima durata poco meno di 20 anni, la seconda poco più. E' tra quelle due che non ci sono paragoni gentile Giampiero . Nella prima veri statisti, con De Gasperi in testa ma Einaudi Ugo La Malfa (quanto mediocrità nel figlio!) Nenni (col suoi idealismo) , Malagodi (onestuomo british) . Sulla scia di questi gente come Moro (1916), Zaccaglini (1912). Insomma tutta gente che aveva conosciuto il Fascismo e almeno una guerra Mondiale (diversi entrambe). Nella seconda quelli nati fine anni 30 e che saranno i ben mediocri successori dei nomi fatti (il già citato Giorgio LA Malfa, Pietro Longo, Renato Altissimo , Gianni De Michelis per non parlare della bassa manovalanza...). La prima è quella che ci ha tenuti dalla parte "giusta", quella che ha favorito la ricostruzione, il boom economico, la modernizzazione. Insomma ha creato civiltà e benessere. La seconda ha "sognato" che quel benessere fosse dovuto e che si dovesse accrescere COMUNQUE. E siccome non ci riusciva, ha pensato bene che indebitarsi fosse una buona soluzione. Quelli di oggi sono i figli di questi di ieri. Voi parlate di quelli dell'ALTRO ieri, e su questo sono d'accordo con voi.

Vincenzo ( avvocato)

Stefano, è illusorio pensare di sopperire ai vizi degli italiani con i sistemi elettorali, allora ciò che conta è assicurare il sistema che maggiormente garantisce la rappresentatività degli elettori. Il sistema dei collegi invece costringedi scegliere un campo preconfezionato e non un rappresentante, come successe anche a me nel 2001 quando mi vidi costretto a votare contro qualcuno e non a favore di qualcuno visto che il candidato che mi son ritrovato nel mio collegio, con un sistema di preferenze non lo avrei mai votato. Le aggregazioni a cui spinge il maggioritario sono forzature che costringono le coalizioni a crescere a dismisura con il solo obiettivo di conquistare un voto in più degli altri. Quanto al caso di Craxi dobbiamo ricordarci che il problema fu generato da una bravissima persona come Pertini che tuttavia, dilatando le proprie prerogative, consentì ad una minoranza di esprimere il presidente del consiglio, lì la causa non fu il proporzionale. Comunque quello che ribadisco è che compito dei sistemi elettorali è garantire ampi spazi di democrazia e rappresentatività non risolvere i vizi dei cittadini perchè si finisce per creare delle distorsioni .

Io

Vincenzo, quello che dici è giusto. Il Proporzionale garantisce meglio la rappresentazione delle tante posizioni esistenti in democrazia. Ma il fatto di stabilire uno sbarramento, che ad esempio da noi non c'era e che adesso invece viene invocato anche dai fautori del ritorno al proporzionale, ripropone il problema di ciò che si vorrebbe e di ciò che è. In Italia non dico che i partiti dovrebbero essere 60 milioni, ma certo varie centinaia, ed è ovvio che così non si può. Quindi la rappresentatività democratica deve trovare un limite nella Funzionalità. Anche io penso che in Inghilterra sia ingiusto che un partito in grado di prendere ben più del 2, 3 4 % di tanti partitini della prima repubblica e anche della seconda, parlo del Partito Liberale , sia stato per decenni penalizzato dal sistema uninominale (che li non ha le storture dirigiste del nostro). Però alla fine bisogna governare, arrivare alla sintesi. E poi Vincenzo, io preferirei un sistema dove so PRIMA che accadrà del mio voto, che DOPO in PArlamento. Non c'è nulla di male nel compromesso storico, se HO VOTATO per quello. Se invece ho votato DC in chiave anticomunista, poi Moro non può fare l'intesa con Berlinguer col MIO voto. Torna davanti all'elettorato, mi convince e magari lo voto. O magari no. Non possiamo ricreare la democrazia diretta ateniese. Ma nemmeno accettare un sistema di deleghe in bianco. E la libera coscienza del parlamentare è una bella cosa da dire a parole. Nei fatti, abbiamo Scilipoti , oggi, e i 1000 simil scilipoti, IERI.

Nessun commento:

Posta un commento