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lunedì 3 ottobre 2011

VINCERE E' UNA COSA, GOVERNARE TUTT'ALTRA . SINISTRA SPACCATA

Settimanalmente vengono riportate da varie trasmissioni - lo fa Mentana su La 7, Floris a Ballarò - i sondaggi sulle intenzioni di voto degli italiani. Ne abbiamo parlato non molto tempo fa riportando le proiezioni fatte e commentate da Renato Mannheimer.
I dati sono piuttosto stabili, nonostante la difficoltà evidente del centro destra e del suo leader che tutti, compresi nel suo partito, vogliono tramontato. Il PDL rispetto a politiche ed Europee ha un bel salasso, 10 punti, ma dal 26- 27% non si muove più. Sembrerebbe aver trovato una sorta di suo zoccolo duro.
A sua volta il PD NON sale, assestato anch'esso attorno al 27, ma guardante al 28 e non al 26..., è risalito rispetto ai momenti più bui dove era arrivato fino al 23 ma resta lontano dal 33% delle politiche pure perse nel 2008 e ancora dal 29% delle successive europee.
Chi sembra andare bene a sinistra sono coloro che GRIDANO, e quindi Di Pietro, addirittura accreditato di più voti di Casini, con l'8% (voti raddoppiati , se veramente così fosse, rispetto alle ultime politiche, dove dovette allearsi col PD per non fare la fine dei comunisti, spazzati infatti dal Parlamento) e SEL, la sinistra di Vendola (padre nobile Bertinotti) anch'essa tra l'8, anche il 9%,
Sommando queste percentuali ipotetiche, si arriverebbe ad un 44%, ben superiore all'alleanza tra PDL e Lega che in tutto non supererebbero il 35%. Solo l'alleanza del centro destra con il Terzo Polo, UDC e anche Finiani, potrebbero rovesciare a quel punto quello che sembra un trend stabile e una vittoria annunciata.
Ma allora perché molti sussurrano che il PD non ha tutta questa ansia di andare al voto e preferisce il governo istituzionale per finire la legislatura , non votando fino al 2013?.
Le spiegazioni sono più d'una e, come spesso accade, non si escludono reciprocamente.
1) I sondaggi non sono voti. Non c'è una campagna elettorale in corso , non ci sono veramente le elezioni in vista dove la delusione e le recriminazioni per i partiti possono, in parte, lasciare il posto al desiderio comunque di NON far vincere il "nemico". Da un ricompattamento ANTI, avrebbe più da guadagnare il centro destra, che è quello che in questo momento sconta il tasso di delusi più grande e quindi di non votanti. Già nel 2006 Prodi e co. andarono alle elezioni sicuri di vincere a mani basse (ma TUTTI lo pensavano, la destra aveva perso praticamente tutti gli appuntamenti elettorali importanti dei tre anni precedenti !) e invece si ritrovarono con una sorta di pareggio che li fece navigare in modo disgraziato per due anni per poi cadere. Nessuno allo stato maggiore del PD, se n'è scordato
2) Prendere nel 2012 il timone significa gestire in prima persona le conseguenze delle manovre lacrime e sangue di recente approvate e magari non solo....certo chi vuole governare questi calcoli non li dovrebbe fare, ma insomma tutta sta fretta non c'è
3) meglio un bel governo istituzionale, dove intanto si fa fuori una volta per sempre il Caimano e si cerca di modificare qualcosa anche di proprio gradimento. E  pregare che nel frattempo arrivi qualche miracolo nel mondo che ci fa uscire dalla crisi.
4) LAST BUT NOT LEAST...Governare ma COME? va bene l'alleanza elettorale probabilmente vincente con IDV e SEL ma :
A) chi la guida? chi è il leader? Questione spinosa. Riproposta da Parisi in direzione PD domenica.
B) se l'UDC si allea col centro destra? I conti si pareggiano.....
C) Si vince, poi tocca governare. E Come?  Che sulle cose fondamentali ci sono differenze gravi  NON solo con gli alleati ma all'interno stesso del PD. Oggi il Corsera li dava spaccati in tre sul manifesto di Confindustria e altre associazioni imprenditoriali. Bersani entusiasta, Bindi molto meno, Vincenzo Vita , della sinistra PD, del tutto ostile....Mica male no ? Perché, sulle indicazioni della BCE si fischia ? Praticamente NESSUNA delle ricette provenienti dall'EUROPA rientra nel programma dell'opposizione, se non fosse per uno sparuto gruppetto centrista che ,come i giapponesi a seconda guerra mondiale finita, si ostinano a presidiare il loro sparuto isolotto.
Ma di argomenti controversi ce ne sono a iosa : le missioni all'estero, le famiglie di fatto, le unioni gay, le materie sensibili ai cattolici del partito.
Dulcis in fundo, rivitalizzato dalla primavera Araba addirittura Bertinotti esce dal sarcofago e parla di "rivolta sociale". "Nessun riformismo - né borghese né di sinistra - è capace di diventare soggetto politico consistente nella crisi del capitalismo finanziario e globalizzato" ..."e' il momento di aprire una radicale lotta politica...accompagnando i movimenti che respirano l'aria della rivolta, la quale è la sola che può contribuire alla resurrezione della sinistra".
Auguri

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