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mercoledì 2 novembre 2011

LA CATTIVA IDEA DELL'UNESCO E LA RISPOSTA DI UNO STUDIOSO ITALIANO

Siamo molto preoccupati dalle vicende europee e ne abbiamo ben donde....
Però nel mondo succedono anche altre cose. Sappiamo molto della primavera araba, il cui autunno si tratteggia. come la stagione detta, con colori assai meno vivaci (se ne stanno accorgendo anche su Repubblica e fratelli minori, Manifesto e Unità, quindi figuriamoci).
La fine di regimi autarchici non pare portare alla democrazia laica, stile occidentale, per la quale noi facciamo il tifo e sicuramente è nei cuori di tanti arabi, giovani e donne specialmente. Come previsto dai più pessimisti (realisti?) le elezioni poi le vincono i Fratelli Mussulmani, cioè la parte NON laica della popolazione. Per laici non intendiamo atei e agnostici, ma semplicemente persone che credono che lo stato debba avere regole condivise al di là del credo religioso. Ecco, NON è questo il credo di queste formazioni, al di là del loro minore o maggiore fondamentalismo islamico. In Tunisia è andata così, in Egitto e in Libia si prevede la stessa cosa. In Siria, i maggiori nemici di un Assad in crescente difficoltà nonostante amici preziosi (Russia, Iran, Cina) sono sempre loro. Israele non è affatto felice di quanto sta accadendo intorno al suo stato. Con gli oligarchi caduti o in crisi in qualche modo era riuscito ad ottenere una pace accettabile.
Ora al Cairo e a Tunisi si tornano a bruciare le bandiere di Israele mentre in occidente, in Europa particolarmente, l'antisemitismo, mascherato da sensibilità alla condizione palestinese (obiettivamente difficile), è un fuoco sotto la cenere mai spento.
Io ho provato a leggere qualcosa sulla complessa storia del medio oriente...in particolare due libri mi hanno affascinato, entrambi scritti da ebrei ma di ispirazioni opposte . Purtroppo ora mi ricordo solo Tom Segev e il suo famoso "Il settimo milione". Ho letto anche un paio di libri di Fiamma Nirenstein e uno di Pierluigi Battista, "Lettera ad un amico antisionista", di recente pubblicazione (Rizzoli). Confesso di non aver letto autori arabi sull'argomento e questa è una lacuna. Però ho letto autori e giornalisti come Sandro Viola, Eugenio Scalfari, sicuramente più vicini alle ragioni palestinesi, senza peraltro mai sconfinare in un filoarabismo tipo Manifesto, Unità...
L'idea che mi sono fatta è che Israele abbia diritto di essere dov'è, e che la possibilità di pace passi attraverso la nascita di qualcosa che sappiamo non essere mai esistito prima: uno stato palestinese.
Questo lo dicono in tanti (non certo tutti, specie tra gli arabi, dove semplicemente Israele NON deve esistere) ma realizzarlo , garantendo una pace VERA e non solo la premessa per la distruzione dello stato ebraico, non è affatto facile. Poi ovviamente ci sono le istanze più nazionaliste di parte della destra israeliana, il Grande Israele, la conservazione dei territori occupati con le guerre, il problema dei luoghi sacri alle tre grandi religioni monoteiste....Senza contare le migliaia di morti da un parte e dall'altra. Su quella terra credo non ci sia famiglia, palestinese o israeliana, che non abbia unl suo figlio, padre, fratello ucciso durante un conflitto senza fine. Una linea di sangue ben difficile da superare.
In tutto questo, l'UNESCO che ti fa? Riconosce come stato membro la Palestina...una forzatura non da poco in questo delicato momento dove i negoziati sono complicati dai nuovi venti che soffiano nella regione.
RIAD AL MALIKI , ALL'UNESCO
Su FB ho trovato la lettera che UGO VOLLI, professore dell'Università di Torino, semiologo, ha indirizzato al direttore dell'Unesco.
Nella sua chiarezza, sinteticità, voluta semplicità, l'ho ritenuta un compendio breve di tante verità sulla Palestina, quale essa storicamente è stata.
Buona Lettura

Egregio Direttore dell' UNESCO,
sarebbe così gentile da rispondere a qualche domanda? Se lei è così sicuro che la "Palestina" sia stata fondata molti secoli fa, ben prima della presenza degli ebrei e abbia lasciato tracce nella storia, beni culturali da conservare, eredità da difendere, certamente lei sarà in grado di rispondere alle seguenti domande:
- Quando è stata fondata e da chi?
- Quali erano i suoi confini?
- Qual era la sua capitale?
- Quali erano le sue città più importanti?
- Qual era la base della sua economia?
- Qual era la sua forma di governo?
- Può citare almeno un leader palestinese prima di Arafat e di Amin Al Husseini, il muftì di Gerusalemme amico di Hitler?
- La "palestina" è stata mai riconosciuta da un paese la cui esistenza a quel tempo non lascia spazio a discussioni?
Qual era la lingua parlata nello stato di Palestina prima degli ebrei?
Avevano un sistema politico? Il loro sovrano portava un titolo? C'era un parlamento o un consiglio? Hanno combattutto delle battaglie?
C'è un qualche libro palestinese prima del Novecento? Può nominare uno scrittore palestinese, un pittore, uno scultore, un musicista, un architetto palestinese prima di tale data?
Esiste un piatto tipico palestinese, che lei sappia? Un costume caratteristico?
Che religione aveva la Palestina prima di Maometto?
Qual era il nome della sua moneta? Ne esistono degli esemplari in qualche museo?
Scelga pure una data nel passato anche recente e ci dica: qual era il tasso di cambio della moneta palestinese nei confronti del dollaro, yen, franco, ecc.?
Poiché questo paese oggi non esiste, può spiegare la ragione per cui ha cessato di esistere? E può specificarne la data di estinzione?
Se la sua organizzazione piange per il destino dei poveri palestinesi "occupati", mi può dire quando questo paese era orgoglioso e indipendente?
Se le persone che, a torto o a ragione, chiamate palestinesi non sono solo una collezione di immigrati dai paesi arabi e se davvero hanno una identità definita etnica che assicura il diritto di autodeterminazione, mi sa spiegare perché non hanno cercato di essere indipendenti dai paesi arabi prima della devastante sconfitta nella Guerra dei Sei Giorni? Perché datano l'"occupazione" dal '67, se prima i "territori palestinesi" erano governati da stati "non palestinesi" come l'Egitto e la Giordania?
Le ho fatto tante domande, mi auguro che potrà rispondere almeno a qualcuna. Finisco solo con una nota: spero che lei non confonda i palestinesi con i Filistei, che erano una popolazione marittima di lingua indeoeuropea (i popoli del mare) che fecero un'invasione in terra d'Israele, come anche in Egitto e nell'attuale Libano verso il nono secolo a.C. Il solo rapporto è l'invenzione romana che dopo la distruzione del Tempio, nel I secolo, ribattezzò quelle terre per spregio con il nome di un antico nemico dei ribelli ebrei. 
L'etimologia non è storia.

3 commenti:

  1. MARCO ZANLORENZI HA SCRITTO 3.11

    Nel ringraziarti, per l'amicizia, esprimo la mia condivisione su quanto hai scritto. La storia mediorientale, spesso diventa tragedia. La scelta dell'UNESCO, a mio avviso, va in quest0ultima direzione.

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  2. Lettera Volli come aeroporti e ristoranti Berlusconi.

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  3. La lettera Volli è lunga una trentina di righe e riporta delle domande che per l'autore sono retoriche ma che per un contestatore potrebbero essere occasioni di risposte. Che non vedo nel commento che leggo... Ognuno può fare come crede, ma cullarsi nei propri assiomi (verità non dimostrate) è sicuramente una scelta comoda.

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