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lunedì 7 novembre 2011

QUANDO PICCOLO E' BELLO : LA SANITA' PRIVATA CHE PIACE ALLA GENTE

E' una bella storia che ho trovato oggi sul blog del movimento libertario. Un piccolo paese in provincia di Varese, Besnate, credo poco più di 5.000 abitanti (la conferma, leggendo il seguito, che "piccolo è bello") .
Quando nel 1973 si riforma il servizio sanitario nazionale e vengono chiuse le mutue, a Besnate i cittadini decidono che la loro resterà aperta, ancorché privata, con la costituzione di una cooperativa.
Quello che più mi ha colpito di questa narrazione è la figura dei consiglieri, che prestano la loro opera di organizzazione e gestione senza retribuzione. Per spirito di servizio.
Bello. Molto.
Ma due cose non mi tornano, o almeno non del tutto.
1) Il credo del movimento libertario lo sapevo basato sulla esclusione di ogni attività svolta per mera liberalità. Il principio è che nessuno fa nulla per niente. Ma l'adoperarsi ciascuno al meglio per il proprio benessere alla fine produce (dovrebbe almeno) una spirale virtuosa per cui anche la comunità ne trae beneficio. Ad Adam Smith viene attribuita la paternità della teorizzazione formale di questo principio primo del pensiero liberale. Qui invece i consiglieri della cooperativa svolgono il loro compito gratuitamente. Certo, lo fanno SPONTANEAMENTE, non c'è nessuno che li obbliga, mentre la solidarietà statale è più spesso "coatta" e realizzata attraverso imposte e contributi ad hoc. C'è una bella differenza, non c'è dubbio.
2) La denuncia del mancato ricambio. I consiglieri sono gli stessi da lustri. Forse che i giovani di Besnate sono meno animati da spirito di liberalità per la loro comunità? Sarebbe triste se così fosse.
In attesa di risposte, buona lettura

Compie novant’anni, ma è all’avanguardia come un centro polispecialistico di ultima generazione. Parliamo della “Mutua Sanitaria Besnate”, virtuosa esperienza unica in Italia, tant’è, come conferma il presidente Lidio Ferrari, che «i funzionari degli enti pubblici non sanno in quale categoria merceologica catalogarci».
Erede delle antiche mutue operaie e contadine attive sul territorio prima della riforma del sistema sanitario nazionale, la Mutua besnatese era operativa già 90 anni fa: «Per la verità, la data del 1921 è convenzionale – puntualizza il vicepresidente Gabriele Rejna – e deriva dal più antico documento riferito alla Mutua mai ritrovato negli archivi del Comune. In esso si dice che in quell’anno la sua attività era già in corso, ma da quando non è specificato». Poi venne il 1978 e la riforma del servizio sanitario nazionale pubblico con il conseguente tramonto delle mutue. A Besnate, dove l’attività era ben avviata, la saracinesca rimase, invece, alzata.
Da allora ad oggi la Mutua ha continuato a crescere, fino a raggiungere, quest’anno, quota 3.345 assistiti sui circa 5.500 residenti in paese e con un bilancio, nel 2010, di 230mila euro a fronte di 10.500 prestazioni erogate. Ventiquattro le specialità mediche disponibili e ventotto i dottori in forze, in modo da diminuire i tempi di attesa per le visite più richieste: così, per esempio, i ginecologi e gli oculisti sono tre, due i dermatologi e i cardiologi.
Un piccolo gioiello sanitario, dunque, quello besnatese, che si basa su un meccanismo semplice e funzionale: «La proposta è riservata ai residenti in paese che, all’inizio di ogni anno, possono decidere di aderirvi versando, come da ormai nove anni a questa parte, 30 euro di quota associativa. Gli assistiti possono accedere a tutte le visite mediche, alle terapie e agli esami disponibili nei nostri ambulatori, versando un ticket minimo di 15 euro», spiega Ferrari. In pratica, con un costo inferiore di quello previsto dal servizio sanitario pubblico, i besnatesi possono usufruire di controlli specialistici nel loro stesso paese. «Con due ulteriori vantaggi – aggiunge Rejna -. I tempi di attesa, che da noi ammontano a pochi giorni, e la garanzia di ritrovare sempre lo stesso medico, con tutto ciò che ne consegue in termini di continuità nell’assistenza e di rapporti umani».
Tra i tanti fiori all’occhiello della Mutua besnatese ci sono anche attrezzature mediche numerose e all’avanguardia: “Abbiamo appena acquistato un ecografo di ultima generazione, disponiamo di uno strumento per il controllo e la mappatura dei nei della pelle e offriamo un ottimo servizio per la riabilitazione, grazie all’ultimo ritrovato della macchina tecar, di una palestrina fornita di tutti gli attrezzi necessari e del laser riabilitativo – illustra Ferrari – Per di più, da quest’anno il nostro centro prelievi dipende direttamente dall’ospedale di Gallarate, così che è possibile ottenere i risultati di un esame a poche ore dalla sua esecuzione direttamente nei nostri ambulatori di via Mylius».
Risultati di tutto rispetto, che uniti all’eccezionalità e alla longevità dell’esperienza besnatese, attirano la curiosità e l’ammirazione di Comuni e centri privati, che spesso chiedono ai responsabili in che modo sia possibile replicare il loro esempio. «Due sono i segreti alla base del nostro operato – risponde Rejna -. Innanzitutto, da che è stata fondata e così a partire dalla costituzione in cooperativa avvenuta nel 1983, la Mutua besnatese ha sempre conservato la propria indipendenza politica. In questo modo, essa è riuscita a mantenersi fedele alla propria esclusiva vocazione di servizio alla gente. In secondo luogo, abbiamo sempre cercato di gestire i bilanci con intelligenza e parsimonia: per esempio, non abbiamo mai richiesto un prestito, sia per non rischiare buchi, che per preservare la nostra libertà dal controllo di banche e istituzioni». Il merito di tali scelte va ai consiglieri, tutti rigorosamente a titolo gratuito, che da 90 anni a questa parte hanno gestito la Mutua con eccellente spirito manageriale e indubbia generosità. Una preziosa risorsa che, però, svela un lato debole: «Abbiamo urgente bisogno di nuovi volontari che si affianchino a noi nella gestione – si appella Ferrari -. Da troppi anni le persone che si spendono per questo obiettivo sono sempre le stesse: si pensi che io e Rejna eravamo tra i soci fondatori che stesero lo statuto dell’83, che il signor Silvano Molinari ha ricoperto la carica di presidente per ben 36 anni e che da più di 10 anni i volti del consiglio direttivo sono sempre gli stessi». C’è bisogno di energie fresche, insomma, che possano imparare dall’esperienza degli attuali manager di via Mylius per essere pronti, un domani, a portare avanti il servizio, facendo fronte con continuità e competenza alla crescente complessità burocratica e amministrativa di una tale impresa.
RIVOLUZIONE LIBERTARIA A PADENGHE

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