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mercoledì 15 febbraio 2012

CELENTANO E SANREMO: PESSIMO SPOT PER IL CANONE RAI!

 
Torna REVENGE sul Camerlengo, e ci torna con una intemerata senza pietà su Sanremo e Celentano.
Avete magari  letto la critica di Aldo Grasso e i commenti raccolti sul web riportati nell'altro post dedicato alla kermesse sanremese (http://ultimocamerlengo.blogspot.com/2012/02/celentano-sanremo-la-magia-e-finita.html), ma sono gocce di rugiada rispetto al vetriolo della nostra "spietata" collega!
A voi, e buon divertimento!

CELENTANO: E SE RIMBORSASSE ALLA RAI LO SPAZIO UTILIZZATO NEL NEURO FESTIVAL DI SANREMO? 

Con la prima serata di Sanremo, la Rai ha davvero toccato il fondo.
Tra turpiloquio, insulti a persone e testate giornalistiche, sermoni degni di imbonitori televisivi, a regnare sono stati il trash e la noia. Ma soprattutto la paranoia.
Abbiamo assistito, infatti, all’esibizione patetica di un uomo con possibili fobie della morte, bilanciate da smania di paradiso. Una persona che forse non riesce ad invecchiare serenamente, che canta ormai con poca voce e che non ha ancora deciso se, per guadagnarsi questo benedetto posto nell’aldilà, sia meglio impersonare Gesù oppure il santone di una setta. Ma non dovrebbe diventare un nostro problema. Ha una famiglia.
La discussa partecipazione di Celentano a Sanremo, era stata anticipata da un abile battage pubblicitario. Il suo annuncio che avrebbe devoluto totalmente in beneficienza il suo lauto cachet (350.000 euro per una serata, 700.000 per due e 750.000 per tre), aveva infatti sortito l’effetto sperato dal “folleggiato”: polemiche e quindi pubblicità.
Ma Celentano non è risultato troppo convincente, col suo atto di liberalità così sapientemente sbandierato, proprio perché la vera beneficienza non fa rumore, si fa in silenzio, se non è strumentale.
E poi, qualcuno ci può spiegare che regalo sarebbe quello fatto con il denaro degli altri? La beneficienza, in questo caso, l’hanno fatta gli italiani, che pagano 112 Euro di immeritato canone Rai. Peccato, però, che gli italiani non abbiano potuto scegliere chi ne fosse il beneficiario. Qualcosa mi dice, infatti, che se questa possibilità fosse stata loro accordata, non avrebbero regalato 100.000 o 200.000 euro a quel simpaticone di Gino Strada, alias Emergency, noto ai più per aver sparato a zero contro chi aveva favorito la liberazione dei suoi collaboratori.
Comprendiamo che per Celentano 112 Euro equivalgano alla mancia per il tassista, visto che lui, per 30 minuti in TV, si fa versare da NOI italiani, il corrispettivo della vita lavorativa di 3 operai. Ma per le famiglie, così maldestramente prese in giro dal Festival della demagogia, anche quella somma è importante.
Ma in fondo, interrogarsi sul compenso da capogiro di Celentano, è come porsi la domanda sbagliata.
La domanda esatta è: quanto avrebbe dovuto pagare Celentano alla Rai per fruire di uno spazio di 30-50 minuti di spot propagandistico?
Chiediamo alla Beghelli, alla Volkswagen, o all’ENI quanto hanno versato nelle casse della Rai per i loro spot nella trasmissione di punta dell’anno e facciamo due conti. Per non parlare del costo degli spot elettorali. E’ vero, non siamo ancora formalmente in campagna elettorale, ma come definire il patetico teatrino tra Celentano, Morandi e Pupo?

A proposito, Sig. Ghinazzi, in arte (sic) Pupo: quando impersona “l’italiano medio che- pensa -che Celentano- sia –un- ignorante”, non si sforzi di apparire a tutti i costi banale e limitato: a Lei riesce bene, agli italiani medi un po’ meno. E a volte si offendono quando si insulta la loro intelligenza.
E ieri sera l’avete insultata un bel po’.
Cosa pensa di fare Sig. Celentano? Intende pagarlo alla Rai il suo spazio-neuro-pubblicitario-elettorale?
Non pretenderà mica di essere pagato per dare del deficiente ad un giornalista come Aldo Grasso, o per dichiarare che “inutili” giornali come L’Avvenire o Famiglia Cristiana andrebbero chiusi immediatamente”?
Con buona pace per la libertà di espressione, caro Celentano, che evidentemente è solo la sua.
La prossima volta che le capita in mano la Costituzione italiana, non la legga a macchia di leopardo, perché oltre al referendum abrogativo, esiste anche l’art. 21, quello che permette a Lei di andare in TV a spiegare che altri non dovrebbero parlare e che la loro testata giornalistica andrebbe chiusa.
L’abuso della trasmissione di punta della RAI , per chiedere di tappare la bocca ad altri, per fare propaganda ad un referendum bocciato dalla consulta, per ingiuriare un giornalista, offende tutti e merita qualcosa di più delle nostre proteste.
Merita che la spalla-Morandi , che ha caldeggiato e partecipato attivamente al neuro-show, torni a cantare “La fisarmonica”, con biglietto di ritorno e mèro rimborso spese.
Del resto la sua “scioltezza” nel presentare è impattata sul povero Rocco Papaleo come l’iceberg sul Titanic, rendendo vani i tentativi del comico di strappare un sorriso. Ed è riuscito a far sembrare spigliata persino Belen. Con la Canalis l’impresa è impossibile, ma almeno la sua personificazione dell’Italia rispecchia la realtà: bella, immobile, inespressiva.
Doveva essere una serata dedicata alla canzone italiana, quella per evadere, almeno per un po’, dai problemi. E ci è rimasta addosso solo una noia abissale, il senso di sconforto trasmesso da quei volti tirati e dall’idea di fondo del monologo del profeta narcisista: “ricordati che devi morire”.
Ma tanto c’è il paradiso. Ci sarà forse per Morandi, che incasserà il suo compenso a sei cifre. Ci sarà per Celentano, che ha promosso abilmente il suo CD.
A noi resta solo la voglia di cambiare canale. E di chiedere una legge che abolisca il canone Rai.
Se vogliamo massacrarci di paranoie, preferiamo farlo gratis.
REVENGE

2 commenti:

  1. Complimenti, veramente eccezionale e tragicamente vero !!! Scriva più spesso. Uncle

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  2. COmplimenti per il pezzo. Scriva più spesso. Mi associo al commento di Uncle.

    Alessio

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