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giovedì 2 febbraio 2012

Il LAVORO FISSO ANNOIA, IL LICENZIAMENTO INVECE DIVERTE


Bene. Stasera il Camerlengo darà una buona dimostrazione di apertura liberale e democratica a pensieri discordi.
La mia brillante collaboratrice, REVENGE, non perde occasione per polemizzare con l'ennesimo slogan pubblicitario Montiano, "la monotonia del posto fisso" e va giù da par suo.
Francamente condivido POCHISSIMO le cose che Revenge scrive. Come ho detto, Monti fa propaganda, continuamente, cercando di diffondere concetti nuovi, di "spronare" al cambiamento.
Quanto sia in buona fede, francamente non lo so, sono molto critico con super mario. Ma stare lì a cogliere le parole (bamboccioni, sfigati, oggi "monotonia del posto fisso), vivisezionarle per poter meglio demolire il messaggio, lo trovo un eccesso di polemica (anche un po' strumentale).
Però è una mia idea, che spiegherò meglio in un mio post.
Questo è invece quanto pensa la mia amica e collega.
Buona Lettura


Il LAVORO FISSO ANNOIA, IL LICENZIAMENTO INVECE DIVERTE

Sfigati, svogliati e pure “monotoni”: è questo il ritratto dei giovani italiani che il Governo Monti sta veicolando sui tabloid di mezzo mondo.
Strano modo che ha questo Governo di rilanciare l’immagine del nostro Paese all’estero.
Sarà che quando scrivo “Paese”, io penso all’Italia, Monti invece all’Europa.
“Che monotonia avere un posto fisso per tutta la vita”: questa l’ultima perla del Premier.
Quanto rumore per nulla, direbbe la Mercegaglia, che infatti lo ha difeso a spada tratta. Del resto questo è il “suo” Governo, mica quello dei monotoni-sfigati. Ma torniamo alla mania, che per i governanti fa così tanto provincial-cafone, del posto “fisso”.
Il Premier ci ha in sostanza comunicato, che dovremo diventare tutti più “flessibili”.
L’art. 18 dello Statuto dei lavoratori sarà presto un mèro ricordo? Più probabile che non avranno nemmeno più bisogno di licenziare, perché il contratto di lavoro a tempo determinato diventerà quasi sicuramente la regola. 
 
Flessibilità come per i dirigenti, minimizza qualcuno. Con la sottile differenza, però, che proprio in ragione di questo, i dirigenti sono lautamente remunerati e possono permettersi di rilassarsi alle Mauritius, tra un incarico e l’altro.
Che fa Prof. Monti, manderà in vacanza lì anche gli operai flessibili, tra un lavoretto e l’altro e magari a sue spese? Perché con le retribuzioni attuali non possono permettersi più nemmeno Capracotta.
Ma, mi chiedo: quando gli italiani saranno diventati meno monotoni e cominceranno a “divertirsi” ad ogni licenziamento, alle banche “basterà” la faccia sorridente di chi chiede di accendere un mutuo?
Perché deve sapere, caro Premier, che questi maniaci del posto fisso, sono anche fissati con l’avere la prima casa. In proprietà. Assurdo vero? Che ne dice di imporre un Trattamento Sanitario Obbligatorio per questi svitati?
Le rivelo un altro segreto: questi sono Italiani, non Americani.
Immagino che lei sarà rimasto fulminato da tutti quei film alla Jerry Maguire, dove l’americano licenziato, in soli due minuti butta tutte le sue cose in uno scatolone e se ne va. E fuori lo aspettano decine di offerte di lavoro più vantaggiose.
Ma gli Italiani sono fatti diversamente: noi ci affezioniamo al luogo di lavoro e in un ufficio ci trasferiamo metà della nostra casa, inclusa la foto del gatto e le cartoline delle vacanze.
Noi non siamo come quelli che appena “licenziati” corrono a casa a mettere il cartello “On Sale”. Perché le nostre case sono il risultato dei sacrifici di una vita, e devono durare anche per i nostri figli, non sono mica di legno e cartongessso, come certe oltreoceano che sembrano uscite da “i tre porcellini”.
Non cerchi di importare in Italia modelli U.S.A. perché qui non siamo in un film di Albertone.
E se in Italia qualcuno perde il lavoro, fuori non c’è nessuno pronto ad offrirgliene un altro. E sa cosa succederà a quegli italiani licenziati? Che pur di sopravvivere accetteranno qualsiasi tipo di contratto lavorativo capestro. Non sentirà più parlare di mobbing o di cause di lavoro, perché saranno tutti con la schiena china, costretti a pietire un posto di lavoro e a sopportare qualunque condizione vessatoria.
In attesa che il sindacato torni dall’isola che non c’è e finga di di organizzare qualche scioperetto, rispettosamente saluto un Premier, ma soprattutto un “uomo flessibile”, che non conosce monotonia.
Nella speranza che lei, Prof. Monti, cerchi quanto prima stimoli nuovi e lasci al più presto questo noiosissimo incarico.
REVENGE

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