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lunedì 14 maggio 2012

GULP! PROCESSI IN TV - SENTENZE AL PUBBLICO DA CASA COL TELEVOTO?


Esilarante e urticante il ritorno di REVENGE sulle colonne del Camerlengo , dalle quali mancava da un po'.
Non rivelo l'identità che si cela dietro lo pseudonimo, visto che è stato scelto proprio per celarla (magari gli piace il mistero!), però posso dire che anche Revenge, come il Camerlengo, fa l'avvocato. Quindi quando parla di diritto penale, di norme di procedura e di reati, lo fa con una competenza che va oltre il "buon senso" o "la logica" attribuibile al lettore medio.
Stavolta la Collega di Blog e di avvocatura, prendi di petto i processi in TV.
Leggete!


GULP! PROCESSI IN TV - SENTENZE AL PUBBLICO DA CASA COL TELEVOTO? 

C’era una volta il processo nelle aule del Tribunale. Poi vennero i plastici di Porta a Porta (di vespasiana memoria), il cane molecolare Osso, costretto ad assistere a Quarto Grado ed infine Matrix, con le sue interviste confidenziali allo “zio” di Avetrana, armato di cavo uso finto-strangolamento. E Chi l’ha visto, non si è lasciato sfuggire l’occasione per superarli tutti in “sensibilità”, a cominciare dalla nota comunicazione in diretta TV, alla madre di Sarah Scazzi, del ritrovamento del corpo della figlia. C’era un tempo in cui Chi l’ha visto si occupava di lanciare appelli per ritrovare persone scomparse ed assolveva un ruolo di utilità pubblica. Molte telefonate in diretta, qualche aggiornamento e niente gossip. La vita intima degli scomparsi e dei loro familiari veniva meramente sfiorata, appena l’indispensabile per fornire notizie utili al ritrovamento, senza indulgere in particolari scabrosi. Ma dopo il caso Scazzi nulla è più stato uguale a prima. Gran parte dei media ha iniziato a sbirciare impietosamente nel buco della serratura di chi subisce tragedie. 
Siete quindi avvisati: se malauguratamente dovesse scomparire un vostro congiunto, preparatevi ad aggiungere al dolore per la mancanza della persona cara, anche quello per la perdita della vostra vita privata, che verrà divulgata nei suoi aspetti più intimi e ininfluenti. Se poi a scomparire fosse vostra moglie, consiglio di presentarsi in TV consegnando direttamente al conduttore televisivo i vostri computer (tanto è solo questione di tempo e il contenuto diverrà comunque di dominio pubblico), tutti i cellulari in uso, incluso quello della vostra prozia, con una confessione scritta di tutti i vostri trascorsi sentimentali a partire dall’età puberale. E dal momento che la Sciarelli, conduttrice di Chi l’ha visto, continua a ripetere fino alla nausea che Parolisi è un bugiardo, in quanto avrebbe dovuto “confessare” fin dall’inizio di avere un’amante (quasi fosse un reato), mi chiedo: ma la Sciarelli quale pensa che debba essere il contenuto di una denuncia di scomparsa? Chissà che questo innovativo modello di denuncia non sia di suo gradimento:
“Mi chiamo Tizio, intrattengo una relazione extraconiugale da tot anni con la Sig.ra Caia (della quale fornisco generalità complete, Cod.Fisc., foto, indirizzo Facebook e gruppo sanguigno) come dimostrato da n. 100 mails scambiate con la suddetta che consegno al vostro buon cuore, unitamente al mio computer, le password, i cellulari e il mio DNA. Aggiungo elenco di tutte le mie precedenti scappatelle, a partire dai 15 anni, inclusivo di foto della vicina che guardavo di nascosto quando ero bambino. DIMENTICAVO: E’ ANCHE SCOMPARSA MIA MOGLIE”.
E mentre qualche avvocato poco aggiornato si ostina ancora a richiedere in cancelleria le copie di atti processuali, mentre potrebbe scaricarli da quache sito web di gossip, i media proseguono imperterriti nei loro processi paralleli. E come in un vero processo si può contare sulla presenza di tutti i protagonisti. A sostenere l’accusa abbiamo alcuni opinionisti, Palombelli in testa, che continuano a confondere il tradimento con l’omicidio. Ci sono poi i familiari delle vittime (costuituitisi parte civile a Chi l’ha visto o a Quarto Grado?) e a volte qualche difensore rampante (anzi Galopp-ante) dell’imputato, che esterna le confidenze del suo assistito, le fasi della sua presa di coscienza, la sua convinzione che stia mentendo. Se il principio di non colpevolezza se la passa davvero male, il segreto professionale non è che stia tanto meglio. Non potrebbero poi mancare i rispettivi consulenti di parte e il perito nominato dal Tribunale mediatico, l’onnipresente Gen. Garofano, che continua a riferirsi ai RIS, di cui è stato Comandante, come a suoi “colleghi”. Caratteristica del Generale in questione è di sottolineare ogni volta l’importanza della prova scientifica rispetto a tutte le altre e la necessità di istituire la banca dati del DNA (per la verità già prevista, ma con specifici limiti). Nel circo di Barnhum non potrebbero poi mancare i criminologi, a partire da Picozzi che, in postura fissa e con le mani giunte, ripete che ci sono pochi elementi a disposizione per tracciare un profilo, e quindi ce ne sarebbero ancora meno per vederlo stazionare in TV. E infine c’è lei: l’immancabile Dott.ssa Bruzzone, nota ai più per avere  assunto l’incarico di consulente di parte di Michele Misseri, benché di lui avesse precedentemente dichiarato: “Parliamo di un pedofilo assassino…Penso che sia assolutamente probabile che questa persona abbia commesso tutto da sola…”. E alla domanda quale pena avrebbe meritato, la Bruzzone aveva risposto in maniera categorica: “In questo caso l'ergastolo penso sia impossibile non comminarlo. C'è piena 

consapevolezza, c'è lucidità”.     
Viene da chiedersi perché il Ministro Severino non cominci a risparmiare sulle spese di Giustizia affidando la conduzione delle indagini alla Sciarelli o a Salvo Sottile e l’emissione della sentenza al pubblico da casa col TELEVOTO. Il risultato potrebbe non divergere poi tanto. A comporre la Corte d’Assise sono infatti chiamati giudici popolari che dovrebbero pronunciarsi in virtù della prova che si forma nel dibattimento. Ma di fatto, dove si trova più un Giudice Popolare che su un caso di cronaca non abbia già un proprio convincimento? Ed è ancor più grave che si sarà formato un’opinione sulla base di elementi, appresi dai media, che non dovrebbe conoscere perché mai entreranno nel fascicolo del dibattimento. In attesa di reperire qualche soggetto adatto al ruolo, potremmo suggerire l’utilizzo di membri della comunità Amish: almeno loro la televisione non la guardano. E per quanto siano puritani, non potranno mai eguagliare il finto sdegno delle giurie popolari televisive di fronte all’unico “reato” che riescono a dimostrare: il tradimento del coniuge.
Peccato per loro che non sia reato.
REVENGE

Che dire, applausi a scena aperta!!!!

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