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mercoledì 13 giugno 2012

ESSERE DONNE IN ITALIA E' DIFFICILE? LEGGETE UN PO' IN INDIA!


Ogni tanto è bene buttare l'occhio oltre i confini, per avere un'idea meno casalinga delle cose.
Ed è un esercizio utile soprattutto per noi occidentali, che diamo il nostro benessere scontato, DOVUTO per diritto NATURALE (forse Rousseau avrà scritto anche questo : la felicità come DIRITTO. Non sarebbe l'unica idea bislacca espressa dal filosofo svizzero).
La crisi economica di questi anni ci sta rivelando che non è così, e il fatto che noi strepitiamo come aquile cambia poco.
Nonostante questo, restiamo paesi sicuramente privilegiati rispetto al resto del mondo.
Salute, Previdenza, Condizioni del lavoro, Ambiente, Istruzione, per quanto sempre migliorabili - e invece adesso, causa penuria risorse si peggiora - sono di qualità di gran lunga superiori a quelle realizzate nel resto del Mondo. Avoglia a scrivere che so, che la libertà di stampa è superiore in qualche paese asiatico o africano . Chi ci crede? Lo vedete un Grillo non dico in Kenia, in Sudan, in Egitto ma anche in Russia??
Parliamo spesse delle economie emergenti, delle tigri asiatiche, Cina e India, dei loro PIL che crescono da anni a due cifre, mentre in Europa quando si arriva al 3% si fa festa (In Italia non succede da oltre 20 anni, anzi da quasi tre lustri eravamo pressoché in stagnazione e ora proprio in recessione).
Però quali sono le condizioni sociali di questi paesi rampanti (a cui possiamo aggiungere il Brasile , anch'esso ricco di energia ma anche, ancora e chissà per quanto tempo, di favelas e di sistemi di giustizia "discutibili")?
Chi di noi farebbe mai il cambio con gli abitanti di questi paesi?
Non lo dico per consolarmi/ci, ma perché il dubbio che ho è che l'Europa, specie l'emisfero a ovest di Berlino e del Muro, poi venuto giù, ha vissuto 60 anni del tutto speciali, favoriti anche da circostanze (la pace, la ricostruzione, l'aiuto e la protezione USA) che hanno grandemente favorito le qualità europee di ingegno e di evoluzione in tutti i campi, non solo economici.
Ora che quelle condizioni non ci sono più, e che nel mondo sono sorti concorrenti nuovi e fortissimi (anche perché non zavorrati dal nostro prezioso welfare), tira aria brutta per conservare la nostra posizione privilegiata.
Però questa tuttora sussiste.
Un mio amico di FB, Mirko Zinconato, spinto dalla crisi ha deciso di andarsi a cercare lavoro fuori. Approfittando della sua esperienza e capacità di tecnico della "carta", è andato in India, insieme ad altri europei, in qualità appunto di "Tecnici". Bene, magari tra 10 anni l'India non sarà più com'è adesso, ma per il momento il PIL a due cifre in alcun modo ha avuto ripercussioni sulla qualità di vita degli indiani.
Quanto poi ai diritti civili, la situazione è ancora peggiore, specie per le donne.
Tra i paesi industrializzati e/o "più ricchi", le donne italiane, per diritti e opportunità stanno dalla "Parte sinistra della classifica", quella buona...Certo non in posizioni di testa, però all'ottavo posto. Considerato il Pianeta, bicchiere mezzo pieno direi!
E non deve trarre in inganno che l'India ha e ha avuto ai suoi vertici delle donne. Non rappresentano la cima dell'Iceberg, ma (clamorose) eccezioni.
Un ultimo rilievo : non è solo una questione di povertà. L'India è (ancora) povera, l'Arabia Saudita invece è ricca. Ma per le donne le cose cambiano poco.
Si tratta di "cultura". Un campo dove noi, con tutti i nostri limiti, restiamo per il momento superiori.
Ecco il significativo resoconto tratto su uno studio eseguito da una Fondazione Americana, riportato dal Corsera.
Istruttivo direi..


L'India è il posto peggiore per le donne
 Uno studio sui Paesi del G20: italiane penalizzate per accesso al lavoro, diseguaglianze familiari e abusi
  
L'India ha avuto una donna a capo del governo già nel 1966. Oggi due delle più importanti figure politiche del Paese sono donne: la presidente Pratibha Patil, e la leader del principale partito, l'italiana (di origine) Sonia Ghandi. L'India, ancora oggi, è il posto peggiore in cui nascere donne.
LA CLASSIFICA - È quanto emerge da una ricerca del TrustLaw della Thomson Reuters Foundation sui Paesi del G20, realizzata tra 370 specialisti di questioni di genere e resa pubblica in previsione del G20 in programma in Messico il 18 e 19 giugno. Il paese migliore è invece il Canada, seguito da Germania, Gran Bretagna, Australia e Francia. In fondo alla classifica delle 20 nazioni più industrializzate ci sono Messico, Sud Africa, Indonesia, Arabia Saudita e, appunto, India. L'Italia è circa a metà e si colloca all'ottavo posto

L'ITALIA - Tra i punti critici del nostro Paese TrustLaw cita l'accesso al lavoro, le disuguaglianze in famiglia e gli abusi. Le italiane dedicano ai lavori domestici tre ore in più al giorno degli uomini. E un milione e duecentomila donne, riportava l'Istat nel 2009, sono state vittime di molestie sessuali sul posto di lavoro. Il rapporto cita Daniela Colombo dell'Associazione italiana donne per lo sviluppo: «Nonostante gli enormi progressi degli ultimi 40 anni, le donne sono ancora discriminate sul lavoro: hanno tassi minori di occupazione, salari più bassi , poco accesso ai ruoli manageriali. E sono vittime di violenza di genere: c'è stato un aumento dei femmincidi», gli omicidi basati sul genere. Niente, però, rispetto agli abusi e alle discriminazioni che subiscono le indiane. 
ABORTI E OMICIDI - Nel subcontinente indiano c'è un'enorme differenza tra le città e le aree più sviluppate e le zone rurali, soprattutto del Nord, in cui le disuguaglianze di genere sono più marcate per il peso dei ruoli tradizionali. Gran parte della popolazione vive proprio in queste regioni. «È un miracolo che una donna sopravviva. Ancora prima di nascere ha molte probabilità di essere abortita, a causa dell'ossessione diffusa di avere figli maschi - spiega Shemeer Padinzjharedil, di Mpas4aid.com, un sito che documenta i crimini contro le donne -. Se ce la fa, corre il rischio di subire abusi domestici, di essere stuprata, costretta a sposarsi da bambina o uccisa per la dote». Secondo uno studio di «Lancet», negli ultimi 30 anni in India sono state sottoposte ad aborto selettivo 12 milioni di bambine. E una donna viene uccisa ogni ora per impossessarsi della sua dote (sono i dati relativi al 2010 dell'Ufficio nazionale indiano per le statistiche sul crimine). In molte casi le vittime vengono coperte con il cherosene usato nelle cucine delle case più povere e bruciate vive: le loro morti vengono fatte passare per incidenti domestici. Il 45% delle indiane, inoltre, viene costretta a sposarsi prima dei 18 anni di età. E il 51% degli uomini e il 54% delle donne giustificano il fatto che un marito possa picchiare la moglie. 
LE ALTRE STATISTICHE - Lo studio di TrustLaw è basato sulle valutazioni degli esperti. Ma i dati statistici dell’Onu lo confermano: secondo l’Indice di disuguaglianza di genere (Gender Inequality Index) Indonesia, India e Arabia Saudita sono i Paesi che discriminano di più le donne. «L’India è molto povera, l’Arabia Saudita molto ricca. Ma hanno una cosa in comune: a meno di non avere altri privilegi, ti aspetta un futuro molto diverso se hai due cromosomi X o almeno un cromosoma Y», dice Nicholas Kristof, autore di «L’altra metà del cielo: come trasformare l’oppressione in opportunità per le donne».

1 commento:

  1. Stefano ti devo raccontare un aneddoto che ho vissuto personalmente in India e che mi ha lasciato senza parole. Dovevamo modificare sia meccanicamente che elettronicamente un macchinario, il lavoro elettrico era enorme, quindi aveva bisogno il nostro elettronico aveva bisogno di un aiuto altrimenti sarebbe stato impossibile finite il lavoro in tempo. Mettono a disposizione una squadra di 4 persone, tutte molto brave e che lavorano incessantemente a 50 gradi, x noi era impossibile anche respirare, loro andavano avanti come muli, finiscono il lavoro in 3 giorni senza neanche uno sbaglio, decidiamo di portare tutti fuori a mangiare, ma qui viene fuori tutte le contraddizione indiane, il capo di tutti gli elettricisti non vuole che i suoi colleghi escano insieme a lui mangiare, chiediamo spiegazioni,ci viene spiegato che essendo il capo di una casta più elevata non può sedersi con degli " animali " a mangiare!!!!! Rimaniamo a bocca aperta e per quieto vivere ci concedono di invitare un solo " animale " a cena...... E stato un misto di sensazioni tra rabbia, incredulità, ma non potevamo fare niente, avremmo avuto ulteriori problemi, così siamo usciti a cena con il capo( che non aveva neanche toccato un filo) e un" animale"
    MIRKO

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