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mercoledì 20 giugno 2012

IN EUROPA HANNO VOTATO E IL GORNO DOPO ESISTEVANO ANCORA . PERCHé NON DOVREBBE ACCADERE ANCHE PER NOI ITALIANI?


Io apprezzo, e molto Antonio Polito, e non solo perché mi piace come scrive - e questo sempre, anche quando non ne condivido il pensiero - ma per la linearità della sua logica, che non richiede sforzi interpretativi.
Come detto, questo favore rimane anche nei casi, ultimamente più frequenti, in cui mi trovo a dissentire dalle sue conclusioni.
DI fondo Polito ritiene che Monti non sia sostituibile, e quindi i partiti di maggioranza devono smetterla di pensare agli interessi di bottega, e viceversa adeguarsi all'emergenza ed essere "patriottici".
Non a caso, il suo editoriale odierno ha come titolo lo scarso "Spirito Nazionale".
Che è una realtà, indubitabilmente. Però , accettato come assioma non confutabile che gli italiani il tricolore lo espongono solo quando la Nazionale di calcio VINCE., è anche vero che altri paesi stanno gestendo la crisi con un miglior rispetto delle regole democratiche. Senza che per questo cadesse il mondo, tutti i paesi deboli hanno votato TRANNE NOI. L'Irlanda ai suoi tempi, poi il Portogallo, la Spagna, ora la Grecia....
In mezzo, la Francia. I risultati elettorali hanno visto OVUNQUE il cambio di maggioranza - e vorrei vedere che i partiti di governo non avessero pagato il conto!! - per cui laddove erano al potere le sinistre, sono subentrati partiti di centro destra, e a Parigi Hollande ha soppiantato Sarkozy, sia all'Eliseo che al Parlamento . E' crollato il mondo gentile Polito? No. La crisi è cessata? Nemmeno.
Quindi secondo me continuiamo nella sopravvalutazione di Monti , nel bene e nel male.
Non era il mago che poteva miracolosamente portarci fuori dalla peste, non è nemmeno il colpevole di questo.
Visto che il "Dittatore" in senso Romano classico (una figura prevista espressamente dalle regole repubblicane, un plenipotenziario eletto quando la patria era in estremo pericolo per un periodo prestabilito)ha fallito, riaffidiamo alla Democrazia il compito di decidere chi ci deve provare ad aggiustare le cose.
Perché no Polito? Lo dico veramente da DEMOCRATICO e non da liberale, che sa che, continuando così le cose, probabilmente vedrà un governo di sinistra vincere le elezioni. MA almeno ci sarà CHIAREZZA.
Bersani dovrà andare in Europa a dire che cosa vuole fare, quelli gli diranno che è matto e tornerà in Italia a dire che se vogliamo pagare gli stipendi a fine mese bisognerà fare come dicono loro. E AMEN.
Non questo gioco al compromesso continuo dove non c'è accordo su nulla ! A peggiorare le cose, oltretutto, Monti, invece di limitarsi a prendere 3-4 punti essenziali e concentrarsi SOLO su quelli, limitando gli altri ministeri alla ordinaria amministrazione del presente, si è messo in testa di riformare TUTTO. Non che non sarebbe necessario, ma NON può !! Non ne ha la forza, né il tempo, né il MANDATO.
Quindi poteva concentrarsi sulla lettera agostana della BCE , che già era un ben vasto programma, sceglierne  qualche punto e portarlo avanti SERIAMENTE, non tanto per fare ammuina!!
Questa riforma del lavoro per esempio, da approvare a tutti costi Polito, a che serve?? Ne parlano male TUTTI, Confindustria, PMI, Sindacati.....vabbè, se scontenta le parti allora è segno che è equilibrata....Questo potrebbe essere vero in altri campi, non in quello del lavoro dove le scelte devono essere CHIARE, non con compromessi pasticciati imposti dall'alto!
L'Europa ci chiedeva una riforma del lavoro all'insegna della flessibilità e dell'abbassamento delle tasse per le imprese in modo da favorire la crescita. Sono state fatte queste cose? NO. E allora perché la riforma dovrebbe andare bene a Bruxelles? Per non parlare dei mercati poi, o degli investitori stranieri?
Monti dice che non ne capiamo i pregi che si vedranno nel tempo....Tutti miopi?? E solo lui di vista lunga?
La realtà , e non sono il solo a dirla, è che il nostro avrebbe dovuto conservare il piglio iniziale, quello della riforma delle pensioni (pasticci anche lì comunque, per l'errore sugli esodati) e applicarlo alla riforma del lavoro, al taglio della spesa pubblica , alle privatizzazioni e liberalizzazioni e stop.  Andare in Parlamento e dire VOTATE o mi dimetto. Dittatoriale? MA quello era chiamato a fare!! Mica che l'aveva votato nessuno di noi a Monti!!!!!
Invece si è messo a mediare....facendo solo piccoli aborti , visto che altro non gli veniva consentito.
No caro Polito, Monti non è la salvezza dell'Italia, che tra l'altro dipende sempre meno da noi.
Comunque, ecco l'articolo di cui parlo

LO SPIRITO NAZIONALE CHE MANCA
 
Non solo agli Europei di calcio, ma anche nell'Europa della moneta e della politica siamo entrati nella fase a eliminazione diretta. Chi perde è fuori. Errori, egoismi, autogol, non sono più consentiti. 
E invece in Parlamento continua la melina. Sono passati già quattro mesi, non quattro settimane, da quando Monti annunciò in conferenza stampa il varo della riforma del mercato del lavoro. E dopo quattro mesi il premier è ancora costretto a chiedere che sia trasformata in legge prima del vertice europeo del 28 e 29 giugno. Ma il Pd ha condizionato il suo sì a un conto più generoso degli aspiranti «esodati», e nel Pdl c'è chi dirà comunque no come l'ex ministro Brunetta, che non voterà nemmeno la fiducia. Non è l'unico indizio di un sistema-Paese che sembra incapace di reggere all'emergenza. Giace in Senato la ratifica del Fiscal Compact, il patto europeo sui bilanci. Si era pensato di farne l'atto simbolico con cui l'Italia lasciava l'inferno dei reprobi, approvandolo in contemporanea con la Germania. Non sarà così. La cancelliera Merkel otterrà anche il voto della Spd - che qualche illuso in Italia sperava pronta a far saltare la politica del rigore - e lo ratificherà con uno spettacolare blitz: la sera del 29, di ritorno dal vertice europeo, prima al Bundestag e poi al Bundesrat. Tutto in una notte. 
Da noi, invece, questa coesione nazionale, sperimentata per un breve periodo nell'inverno dello spread, è solo un pallido ricordo. I partiti sono già in campagna elettorale. Il Pd lavora alla nuova coalizione, per sostituire Di Pietro con una lista di «società civile» (le prove generali si stanno facendo con il Cda Rai); il Pdl è in preda al panico per sondaggi che sembrano un conto alla rovescia verso la dissoluzione, in piena sindrome Pasok. La tentazione dell'atto di arditismo che porta alle urne, nata nei settori più estremisti, sta ormai contagiando anche il corpaccione moderato del partito: centinaia di parlamentari che sono sicuri di perdere il seggio e che dunque non hanno più niente da perdere. 
Anche le riforme istituzionali, promesse dai partiti come occasione di riscatto e di responsabilità, rischiano di essere usate invece come occasione di rottura. Sta per arrivare al Senato la proposta di semipresidenzialismo del Pdl. La Lega dovrebbe votarla, ma l'approvazione potrebbe essere interpretata dal Pd come il casus belli che mette fine alla «strana maggioranza».
C'è chi dice che perfino Luigi Lusi possa essere usato come un'arma dai congiurati a caccia di elezioni. Se il voto di oggi al Senato sull'arresto del tesoriere fosse segreto, molti sarebbero tentati di salvare l'imputato al solo fine di condannare il governo. Così come accadde per Craxi, lo choc politico che ne deriverebbe potrebbe essere il canto del cigno della legislatura.
Chi ne ha il potere e la responsabilità deve mettere fine a questo clima. Un grande Paese si vede anche dalla tenuta, dalla disciplina, perfino dalla capacità di sorvegliare il linguaggio della sua classe dirigente. Quando il presidente di Confindustria cita Fantozzi e definisce la riforma del lavoro una «boiata», si capisce che la situazione italiana, pur rimanendo grave, può smettere di essere seria. 
Troppi in Italia chiedono ogni giorno di essere salvati dalla Germania ma non si chiedono mai che cosa possano fare loro per salvare l'Italia. Pretendono miracoli da Monti al prossimo summit, ma vorrebbero mandarcelo a spalle scoperte. Giocano per se stessi, senza capire che se ci fanno perdere questa partita il campionato è finito per tutti.

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