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giovedì 12 luglio 2012

CHI PERDE PAGHI, E VEDIAMO SE LE CAUSE DIMINUISCONO

E' stato un bel   leggere, da un certo momento in poi, come il non funzionamento della sistema giustizia (lasciamo perdere quella con la G maiuscola che NON abita da queste parti, le gente se ne facesse una ragione, certi magistrati eccitati in primis)  non riguardasse solo i malcapitati coinvolti ma proprio la società produttiva. Furono Alesina e Giavazzi, i professori della Bocconi soventi critici del loro presidente onorario, oggi Premier, ad aprire la strada, rilevando che una giustizia civile lentissima costituiva un elemento di grave diseconomia . Le imprese non avevano più tutela in ordine alla sanzione effettiva dei comportamenti inadempienti e tanto meno del recupero dei propri crediti. Un processo che dura mediamente 3-4 anni in primo grado, poi altrettanti in appello e non meno di 2 in Cassazione (sto parlando di termini sostanzialmente ottimistici), significano che per avere una sentenza definitiva possono trascorre oltre 10 anni.
Non parliamo poi della tragedia del processo esecutivo. E sì perché se per ottenere una sentenza il tempo è in genere lunghissimo, per un decreto ingiuntivo "bastano" due mesi circa (credo che nei paesi normali siano sufficienti due giorni). Ma poi? Pensate che con un decreto il debitore pagherà? Se è la Pubblica Amministrazione scordatevelo proprio. E quindi? Pignori dove? Alla Ragioneria dello Stato? E campa cavallo. Coi privati non va  meglio (solo che dalla P.A. non te l'aspettavi...). A quel punto resterebbero le istanze di fallimento (ovviamente non praticabili nei confronti dei soggetti pubblici, che operano in campo economico ma senza essere sottoposti alle regole degli altri). Altra via crucis.
Insomma, essere debitori e inadempienti in Italia è piuttosto comodo.
Questo comporta, ricordavano Alesina e Giavazzi, che le imprese straniere si guardino bene dall'investire in Italia. Certo, non è l'unica remora, ci sta anche l'inferno burocratico, la follia delle regole e, ai gruppi che non hanno la possibilità di applicare la fiscalità del loro paese, l'andare incontro a costi fiscali inaccettabili.
Però sicuramente la paralisi dei procedimenti giudiziari è tra le cose gravi che penalizzano il sistema paese.
I due professori, tra le soluzioni immaginate, avevano anche proposto la riduzione del  numero degli avvocati, elemento che inevitabilmente aumentava il contenzioso. La cosa è stata ovviamente contestata da tanti, specie tra coloro che aspirano a questa professione (mah....poverini), ma anche dall'ordine professionale che ad esempio ha fatto una sorta di guerra santa contro la mediazione obbligatoria (altro strumento finalizzato al decongestionamento delle aule).
Il Governo Monti, a mio avviso, ha preso due provvedimenti assolutamente non in linea con la soluzione del problema: 1) rendere più facile l'accesso alla professione (200.000 avvocati gli sembravano pochi chissà) 2) abolire le tariffe ed emanare un D. Ministeriale sulle spese che i Giudici sono chiamati a liquidare alla fine dei contenziosi, che sembra abbattere - fonte l'Associazione Nazionale Forense - i valori del tariffario nazionale che risaliva al 2004 (!!!).
Obiettivo, ridurre  i compensi professionali , favorendo l'utenza.
Bene. Più avvocati a prezzi più bassi secondo voi favorirà o scoraggerà le cause?
Alesina e Giavazzi hanno già risposto, ma senza laurearsi alla Bocconi  anche io una certa idea me la sono fatta.....
Proprio in questi giorni mi è capitato un caso esemplare: un mio amico-cliente tratta con altre due persone per associarle nella sua attività di ristorazione. Le trattative si prolungano e alla fine l'intesa salta. I tre litigano. L'avvocato di controparte fa tuoni e fulmini, e rigetta la mia proposta di accordo unitamente ai suoi clienti. La causa sembra certa a quel punto MA il collega rappresenta il costo della stessa e si tiene ALTO per il suo onorario A quel punto i suoi clienti riflettono meglio sulla MIA proposta e la trovano accettabile.
La causa non si fa. Ora, se questi due si rivolgevano ad un altro avvocato che gli avesse chiesto la metà, un terzo, quelli la causa l'avrebbero fatta. E' il mercato bellezza direte voi (specie gli amici del Tea PArty Italia), ma peccato che questo mercato lo paghi la COLLETTIVITA'.
E si perché questo processo - abbastanza inutile, ma questa è una mia valutazione - che alle parti costa 10, alla Società costa 90!!! (fonte European commission for the efficency of justice).
Ed eccolo l'uovo di colombo!!
Non eleviamo troppo il costo delle cause in entrata, che si potrebbe sbattere contro la Costituzione e il diritto  di tutti di poter ricorrere alla Giustizia, ma quintuplichiamolo in uscita!
Mi spiego meglio.
Oggi io che faccio una causa spendo che so, 1000 euro per iscriverla (in realtà il costo massimo è di 1.500 euro, e vale per cause di valore da mezzo milione di euro in su, per tutte le altre gli scaglioni sono inferiori), a parte i soldi che do al mio legale. Se la perdo, quei soldi li ho persi, se vinco, mi vengono restituiti (se riesco a farmeli ridare) dalla parte soccombente. Lo Stato solo quei soldi incassa.
Eppure quel processo alla Collettività è costato no 1000 ma quasi 10 volte di più..
Stabiliamo allora che chi perde, oltre al contributo iniziale e alle rifusione delle spese all'altra parte (che dovrebbero essere ALTE, sempre nello stesso spirito anche sanzionatorio) pagherà al Ministero di Giustizia 5 volte il versamento iniziale (saremo sempre intorno al 50% del costo effettivo).
Insomma bisogna cercare di rendere sfavorevole il cosiddetto "moral hazard",  la convenienza della parte che sa di avere poche o nulle possibilità di vittoria, di andare comunque in giudizio perché il tempo che "guadagnerà" avrà un costo assai ridotto.
Lo stesso vale per quei contenziosi, come quello da me accennato, dove le questioni sono meno lineari, le ragioni non evidenti, ma che proprio per questo dovrebbero consigliare un utile compromesso invece di "rischiarsela" in causa.
Insomma, non è giusto che il ricorso alla giustizia sia un lusso, ma nemmeno che l'EFFETTIVO costo di un processo sia quasi interamente sulle spalle della collettività e assai poco delle parti coinvolte, che vanno responsabilizzate (e solo il denaro sembra essere utile strumento educatore : sapeste quante cause "di principio" abortiscono quando se ne conosce il prezzo!!).
Tra l'altro, come abbiamo visto, lasciando le cose così, avremo un sistema giudiziario comunque MOLTO costoso per lo Stato (e quindi per NOI), e poco efficiente per gli interessati, che spenderanno anche meno ma per ottenere cosa?
Il Consigliere Rossetti, valente magistrato, di grande preparazione giuridica ma di scarse conoscenze economiche, risolverebbe il contenzioso con più aule, più cancellieri e più giudici.....Un vero nostalgico dell'URSS.
Rispondo facendo presente che l'Italia ha il numero di giudici per abitanti e un budget di spesa destinato alla giustizia del tutto in linea con la media degli stati di vertice dell'Unione Europea, anzi, qualcosa di più che in meno.    In Italia non si spende poco per la giustizia, si spende MALE ( e la stessa cosa vale per gli altri settori pubblici). La Commissione Europea sull'efficienza della giustizia calcola che lo Stato italiano spenda per la materia 70 euro per abitanti (dati relativi al 2008) . In Francia è di 58 euro. I giudici italiani sono pagati circa il 20% in più di quelli francesi e quanto al personale, si calcola che per ogni giudice ci siano 4 impiegati mentre in Francia 3.
La mediazione obbligatoria non sappiamo che risultati stia portando ma come idea potrebbe essere buona, soprattutto in certe materie di scarso rilievo giuridico ma di grandi numeri (penso alle liti condominiali e agli incidenti stradali), ma anche questa soluzione, di una condanna sostanziosa ai costi di giustizia da parte del soccombente la trovo un'ottima idea sempre al fine di scoraggiare il ricorso alla lite per procrastinare, a costi bassi, la sanzione delle condotte che saranno riconosciute illegali. 
Le tariffe potrebbero essere a quel punto un falso problema : quando un soggetto saprà che SE perde, dovrà pagare allo Stato belle somme (ovviamente proporzionate al valore del contenzioso), vedremo se si rivolgerà ad un avvocato a buon mercato o ad uno che gli darà l'esatta contezza dell'aleatorietà del giudizio.
E la selezione la farà il MERITO, la BRAVURA, NON il prostituirsi per poco prezzo.

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