Pagine

giovedì 19 luglio 2012

"THIS IS THE END "...IN ATTESA DEL MANIFESTO LIBERALE

THIS IS THE END è l'equivalente del "Good Morning Vietnam!!!!" del  bel film con  Robin Williams. Il saluto abituale, costante, immancabile ai fedeli ascoltatori di una trasmissione radiofonica. Solo che nel secondo caso era un grido augurale, una ventata di finto ottimismo per scuotere dai brutti pensieri i giovani americani inguaiati in Indocina., mentre "this is the end", si capisce facilmente dalla traduzione - Questa è la fine - non è esattamente un memento allegro.
Eppure è questo che OSCAR GIANNINO ha scelto come "slogan" della sua rubrica in onda tutte le mattine su Radio 24.
Però, andando oltre l'impatto iniziale....la fine di COSA?
Di un mondo costruito sulla finzione di una ricchezza che non c'è, e che MAI c'è stata nella misura che ci hanno fatto e che abbiamo voluto assolutamente CREDERE.
E quindi che essere pagati per non fare nulla o quasi, poteva essere piccola cosa se fossimo stati GLI UNICI a godere di questo "favore". Ma ben lo sapevamo che NON era così, e che moltiplicare quei posti fittizi per centinaia di migliaia di volte qualche dannuccio avrebbe anche potuto comportarlo.
Che assicurarsi una gara, un appalto, pagando 10 in chiaro e 5 in nero agli "amici", voleva ben dire che alla collettività il costo finale sarebbe stato 20 (ad andare bene).
Che le finte o troppe generose pensioni di invalidità, le baby pensioni di anzianità, un sistema sanitario gratis per TUTTI, al quale si ricorre anche spesso e male, TANTO NON SI PAGA , in realtà  qualcuno queste cose pagarle doveva.
Questo per limitarci a parlare delle cose GROSSE - pensioni, sanità e stipendi - che costituiscono la parte più pesante del fardello pubblico. Diciamo i fiumi grandi. Poi ci sono centinaia di torrenti e ruscelli ai quali però in tanti attingono. Quante volte avete scoperto al cinema, nel vedere una simpatica ma assolutamente mediocre commedia italiana, che la stessa era considerata "opera realizzata col contributo del Ministero della Cultura"??? Cultura de che??? E così le opere e le sperimentazioni teatrali. Quando Baricco osò dire che il Teatro doveva smettere di vivere di sussidi pubblici per tornare a misurarsi con i PAGANTI, a momenti ne propongono l'interdizione perpetua.
Ecco, di questo e di molto altro Oscar Giannino afferma che è arrivata la fine.
Perché non lo abbiamo MAI pagato veramente, ma ci siamo fatti prestare dei danari per pagarlo. E adesso quei danari non ce li danno più, a meno che non li paghiamo a prezzi di "strozzo", oppure forniamo garanzie valide che saremo in grado di restituirli. E questa garanzia passa col far vedere che iniziamo a ridurne il BISOGNO.
Per avere questo, uno Stato che si/ci indebitava per dare tanti servizi a poco costo e di scarsa qualità, oltre che a regalare posti di lavoro improduttivi , abbiamo accettato che quello stesso Stato diventasse sempre più grande, più intrusivo e avido di tasse.
Oggi, senza essere nemmeno lontani parenti dei famosi paesi nordici dove le tasse sono sì alte ma i servivi sociali VERI, scopriamo che la nostra pressione fiscale è la più elevata del mondo, e nonostante questo il debito pubblico continua a salire, sfiorando la quota monstre di 2.000 miliardi di euro!! la spesa pubblica supera gli 800 l'anno  fronte di entrate inferiori ai 400. E ma c'è l'evasione...A parte che il calcolo dell'evasione è molto più economicamente complesso di una mera cifra aritmetica, ma anche aggiungendo la cifra evasa, arriveremmo a 500 miliardi, 550 a voler sognare...Gli altri 250 chi ce li dà?
E così Giannino dice che è finita, che questo sistema sta per crollare, e che se ne potrebbe approfittare per costruirne un ALTRO, Fondato sul principio di Meno Stato, Meno Tasse e più Libertà delle persone.
Bello no?
Ecco la notizia del Manifesto Liberale prossimo venturo che il "Nostro" ha preannunciato


 "Meno tasse, meno stato". Uno slogan, un grido di battaglia che l'economista Oscar Giannino urla da tempo, alla radio come ai suoi comizi. Questa è la ricetta che, a suo parere, deve essere seguita, perché come spiega su un articolo pubblicato su Tempi in edicola oggi, giovedì 19 luglio, This is the end, Questa è la fine, un modo per affermare, parafrasando i Doors, che l'Italia sta per esplodere, schiacciata da debito, tasse  e spread. This is the end, Giannino lo ripete ogni giorno aprendo il programma su Radio 24. "Ora che si è chiarito che anche il salva-spread per l’Italia non c’è - scrive Giannino su Tempi - e ragionevolmente nel breve non ci sarà, mentre la Corte costituzionale tedesca si prende fino a settembre per esaminare se l’Esm in quanto tale non violi la Grundgesetz accollando al contribuente tedesco oneri non esplicitamente autorizzati ex ante, è sempre più evidente che si avvicina l’ombra dei men in black del Fondo monetario internazionale. L’ipotesi esiste davvero...". Ossia l'Italia sta per essere commissariata. E Giannino si oppone e rilancia.

Manifesto tagliatasse - "Per affrontare questa minaccia incombente, con tanti altri non politici che condividono la ricetta, abbiamo deciso di pubblicare tra poco un manifesto, che rinvia a un sito e un programma più articolato - rivela Giannino, di fatto gettando la maschera alla sua creatura politica -. Siamo infatti convinti che nell’offerta politica attuale non ci sia niente di adeguato alla portata di questa minaccia, al nuovo patto con gli italiani che serve per affrontarlo". L'economista dice di non sentirsi "un salvatore della patria", ma avverte sui rischi che corre il Belpaese: "Arrivo personalmente a dire che, insieme ad altri, penso che se dovessimo finire sotto il tallone di un’ulteriore repressione fiscale, per colpa della vecchia politica, vincolo costituzionale o meno chiederei un referendum perché fossero gli italiani a scegliere se assoggettarsi a una tenaglia fiscale amazzafuturo, o se invece scegliere la strada autonoma del tagliadebito e del tagliaspese". Il concetto è chiaro: sia che si tratti di una lista, di un movimento o di un referendum, il cavallo di battaglia di Giannino è "meno tasse, meno tasse, meno tasse".

Verso il commissariamento - Il giornalista, nell'articolo, mette in guardia dall'incubo fiscale che potrebbe portare con sè il commissariamento dell'Italia, paese lanciato verso la bancarotta come la Spagna: una bella patrimoniale per una persona su due. Nell'articolo si  sottolinea il peso della spada di Damocle del debuto pubblico, giunto alla cifra record di 1.966,303 miliardi di euro. Un abisso che non accenna a diminuire, anzi. L'incredibile "pressione fiscale record scambiata per rigore da centrodestra e tecnici", ironizza Giannino, non può porre rimedio a decenni di sprechi e dissennatezze. Lo sa l'Unione europea, lo sanno la Germania e Angela Merkel, lo sa il Fondo monetario internazionale. E con lo spread galoppante verso i 500 punti, le contromosse sono già pronte. Come detto, vogliono commissariare l'Italia, per farle mandar giù la medicina amarissima che da sola non riuscirebbe nemmeno a versare nel cucchiaio.

Tassa sul mattone - Il piano di "salvataggio", scrive il giornalista ed opinionista di Radio24, lo ha studiato l'istituto economico tedesco Diw e a confronto le manovre di Monti sembrano carezze al pancino degli italiani. Qui si parla di ceffoni sonori dritti in faccia. "All'Italia - inizia Giannino - verrebbe destinato un fondo straordinario di redenzione del debito, al quale asservire ogni anno per un decennio di punti di Pil di gettito fiscale tra interessi dovuti sui vecchi titoli e riduzione del loro stock". Non basta: servirà una patrimoniale sui privati, un "prestito forzoso". Secondo il Diw, sarebbe a carico di tutti gli italiani dotati di patrimonio superiore ai 230 o 250mila euro. I ricchi? No, perché nella stima sono comprese le proprietà immobiliari a valore di mercato. Cioè più del 50% degli italiani.

ALLACCIATE LE CINTURE DI SICUREZZA .....

Nessun commento:

Posta un commento