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mercoledì 17 ottobre 2012

CITTADELLA . SOSTITUIRE AL BUON SALOMONE IL LANCIO DELLA MONETA. FINE DELLE GUERRE E PIù POSSIBILITà DI AZZECCARE.



Oltre a scrivere il Camerlengo, faccio anche l'avvocato, e cerco di tenermi aggiornato, quantomeno nelle materie che più mi interessano e seguo per professione. Tra queste il Diritto di Famiglia e la Tutela dei Minori.
Per questo ieri ho partecipato ad un Convegno tenutosi al Palazzo di Giustizia di Roma, P.za Cavour, sede della Cassazione , che aveva per oggetto un excursus sulle procedure attinenti ai minori.
Un tema di stringente attualità visti i fatti di Cittadella di Padova.
E' intervenuto il Consigliere di Cassazione Dott. Magno che da una vita segue questa materia e ha una posizione ferma , sostenuta con passione. Per Lui, va introdotta obbligatoriamente la figura dell'Avvocato Difensore del Minore. Per provare a fare un esempio concreto, prendiamo a prestito proprio la vicenda del povero Leonardo. Quest'ultimo, non ho ben capito se da subito o dall'età scolare ( quando ascoltare un minore potrebbe iniziare ad avere una qualche utile valenza), avrebbe dovuto avere diritto ad un SUO Difensore, che assumesse una posizione TERZA rispetto ai due contendenti, padre e madre, che palesemente avevano perso la capacità di stabilire concordemente cosa fosse meglio per lui. In realtà, una figura similare esiste già a ed è quella del Curatore Speciale che dovrebbe proprio intervenire come terza figura nella dinamica patologica familiare  e stabilire di volta in volta, nella confermata incapacità dei genitori di fare scelte condivise (per esempio , la scuola a cui iscrivere il figlio)  , cosa sia meglio per il minore. Una esautorazione parziale di padre e madre.
Quello che immagina il Giudice Magno è invece un avvocato, che quindi sia presente nel processo di separazione, divorzio e correlati, rappresentando autonomamente il minore. La si sta studiando in Parlamento.
Sembrerebbe una gran figata, con qualche problema. Intanto il COSTO. Chi lo paga ? Le parti ? I genitori ? Lo Stato ? Se in ogni giudizio conflittuale s'imponesse questa figura non sarebbe una spesa da poco per le casse già provate della Tesoreria. Perché questo avvocato faccia bene il suo compito, dovrebbe avere una preparazione specifica, dedicare molto tempo e attenzione al minore, seguirne l'evoluzione, raccogliere elementi utili a verificare quanto lui dice. Insomma tutto quello che NON fa il Giudice perché appunto di tempo NON ne ha.
In caso contrario, avremmo solo una figura simile al CTU, che vede il minore due tre volte, lo sente qualche ora e in base a questo POCO  alla fine è convinto di sapere meglio lui di un genitore cosa sia meglio per quel bambino.
Il più delle volte  questa è una FOLLIA. Senza contare che, a differenza del Dr. Magno, io questa fiducia estrema sulla capacità del minore  (parliamo anche di bambini al di sotto dei 12 anni, come appunto Leonardo ) di sapere e quindi di esprimere correttamente e chiaramente cosa è meglio per loro....non ce l'ho.
Insomma, sono questioni estremamente difficili, dove però la creazione di una figura TERZA, costantemente presente, potrebbe effettivamente avere un'utilità perché ostacolerebbe l'azione di "mobbing genitoriale " eventualmente messa in atto da uno dei due e a volte da entrambi. Sempre caso di Cittadella : Leonardo inizia a recalcitrare all'idea di incontrarsi col padre, a mostrare ostilità nei suoi confronti. Se, come è probabile che sia, questa disaffezione è stata favorita dalla madre, dalla famiglia di lei, non sono certo figure lontani e sporadiche come il giudice o anche  il CTU a contrastare efficacemente l'opera in corso di manipolazione, strumentalizzazione del minore. Lo potrebbe invece una figura ugualmente imparziale, pure preparata MA , a differenza dei primi due, PRESENTE.
Se a questo unissimo, fondamentale in realtà, una procedura VELOCE, con corsie preferenziali (il tempo che passa inutilmente è un danno sempre in campo giudiziario, ma in materia minorile lo è 10 volte di più ), avremmo forse creato delle contromisure efficaci contro quelle figure genitoriali che, approfittando di una situazione di fatto di vantaggio (più spesso il figlio che vive con sé ) e del tempo infinito della procedura , cercano da un lato di conservare e lucrare più possibile sulla rendita di posizione acquisita e, quel che è peggio, di usare questa prerogativa per influenzare il minore.
Come ho rilevato al Dott. Magno, questa opera di manipolazione, sempre esistita, a mio avviso è peggiorata con l'introduzione dell'ascolto del minore, obbligatorio per la legge dopo i 12 anni e comunque ormai spesso adottato anche in età inferiore. Questo ascolto NON è mediato dall'introduzione del SUO avvocato difensore   ( si tratta solo di un progetto di legge) , ed è condotto da un Giudice che , quando va bene, ha buona esperienza della materia ma nessuna preparazione psicologica - almeno di base , come invece ce l'hanno gli avvocati che hanno sostenuto dei corsi di mediazione familiare - , cui cerca di supplire col "buon senso" e con la "sensibilità". Che già sono ottime cose, ma decisamente rare e comunque, come si suol dire, parliamo di condizioni necessarie ma non sufficienti. All'ascolto il bambino arriva spesso "preparato" dai genitori, che hanno esercitato la loro opera di "lobbysmo". Ovviamente quello che vive insieme con lui ha più chance. A questo "studio pre esame" non si sottraggono ignobilmente avvocati e consulenti di parte. In genere indirettamente, tramite il cliente ..."sarebbe opportuno che alla domanda x suo figlio rispondesse y...". Il presidente della Commissione Famiglia, Avv Santini, ha diffidato gli avvocati dal tenere una simile condotta, deontologicamente sanzionata e che potrebbe anche essere oggetto di denunce più gravi. La reazione è stata di scetticismo da parte dei più, quando non di intima derisione (della serie "stai fresco" ).
Come ho già scritto , la conflittualità di certi genitori potrebbe essere utilmente disinnescata, o fortemente attenuata, se i professionisti, e cioè i legali e i consulenti di parte, facessero con onore la loro professione tenendo conto che qui non si tratta di denari ma di bambini.... E invece troppi di noi si comportano come mercenari che su queste guerre lucrano.
Il contributo più importante resta però sempre quello del Giudice, se questi garantisse istruttorie veloci, ben fatte e decisioni corrette in breve tempo, non lesinando sanzioni anche d'ufficio laddove si facesse la motivata convinzione di trovarsi di fronte ad un genitore che ostacola la genitorialità dell'altro. In pratica, una chimera.
Parlando dell'audizione del minore si è accennato nell'incontro alle modalità in cui questa dovrebbe avvenire. Tutti d'accordo su un ambiente idoneo , e quindi non un'aula giudiziaria ma una stanza, normale, arredato in modo possibilmente caldo. A Roma non c'è. Né al Civile né in Corte d'Appello. Indispensabile la ripresa audiovisiva , per consentire a tutti successivamente di studiare la condotta del minore, anche corporea, durante l'ascolto. Cercare di fare domande non dirette "vuoi stare con mamma o con papà ?" ma ampie, aperte, che favoriscano un discorso del minore, non brevi risposte, e dal quale evincere le indicazioni che si cercano : il suo stato, i suoi veri desideri, i suoi perché , sia percepiti che inconsci. Difficile, specie con un bambino, arrivare a questo in UN ASCOLTO. Però si possono tratte elementi, indizi, che possono suffragare e smentire le risultanze di altri strumenti utilizzati. Tra questi, troppo peso , praticamente esclusivo, viene dato alla CTU , l'elaborato del perito nominato dal Giudice. E così abbiamo che la PAS, la Sindrome di Alienazione genitoriale (parents in inglese significa genitori, non parenti ) , oggetto di discussioni che da accademiche si sono trasferite nei salotti di Porta a Porta e trasmissioni confinanti, non accettata dai più , diventa invece decisiva a  Venezia e Padova. Qui le madri sono state sfortunate ad incrociare un Perito (lo stesso, di cui i colleghi legali veneti parlano NON bene ) che crede ciecamente in questa Sindrome e , diagnosticandola, ha stabilito l'allontanamento del figlio dalle due genitrici. Personalmente non posso certo dire  se veramente si possa stabilire scientificamente una sindrome del genere, però so, come tutti, che esiste la manipolazione. la suggestione, il bombardamento psicologico più o meno abile, sottile, che condiziona e determina. Lo si può fare con gli adulti, figuriamoci con menti aperte e non diffidenti come quelle dei bambini.
Quindi il problema C'E'. Così come, al contrario,  è reale la possibilità che effettivamente un genitore possa maltrattare il proprio figlio, causando la volontà di quest'ultimo di NON vederlo, di NON stare con lui.
Impossibile venirne a capo ? Non credo, ma anche qui si tratta di fare presto, di acquisire prove ambientali, sentire insegnanti, genitori di amici dei figli, istruttori sportivi, ammonendo questi adulti sul dovere di dire la verità e la responsabilità di dire cose false. Carcare i FATTI e  tenendo in scarso conto  quanto dicono i genitori se dai primi le stesse non trovino suffragio . Nei ricorsi e nelle memorie difensive si leggono sproloqui fondati sul NULLA, nella speranza di condizionare un po' anche il Giudice (francamente questa è impresa meno facile. Il Giudice è già tanto se dà retta ai FATTI, figuriamoci se dà peso alle chiacchiere, degli avvocati poi...). L'avvocato Ruo, pure intervenuta al Convegno di ieri, si è spesa molto sulla recezione da parte dei nostri Giudici della giurisprudenza della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo, molto più garante dei diritti difensivi, della ricerca delle prove con più strumenti, delle opportune sanzioni ai trasgressori dei doveri e degli obblighi sanciti dalle sentenze . Sono pronunce, ricordava la Collega, che costituiscono fonte normativa dal momento in cui non contrastano con norme interne e semmai ne colmano le lacune.
I nostri giudici sono restii...e molto pigri. Sanno anche loro che il processo nel diritto di Famiglia ha come soggetto principe e assoluto l'interesse del Minore ( a volte anche a scapito di diritti dei genitori ) ma di fatto è poco quello che fanno per dare concretezza a questo principio sbandierato a ogni piè sospinto.
Perché tutte queste cose giuste di cui si è parlato, alcune possibili, altra ancora da venire - ampliamento dei mezzi istruttori, nomina di curatori del minore che s'interpongano nel conflitto genitoriale in modo costante, l'istituzione, nel processo, della figura dell'Avvocato del minore, l'audizione condotta con capacità ,  in una struttura e con mezzi idonei ... - serviranno sempre poco se il processo non diventa VELOCE.
Non diciamo poche settimane, come quei dementi della giustizia sportiva, ma nemmeno sette anni come per il caso di Cittadella. Un anno, tutti ventre a terra, con decisioni interinali che possono essere corrette in corso d'opera, e udienze mensili. Se non ci si struttura per questo, meglio modernizzare Salomone e sostituire alla spada la moneta. Rispetto al processo attuale, il buon testa o croce offre più garanzie di azzeccare. E renderebbe inutili manipolazioni, ingaggi dei migliori mercenari sul mercato e via dicendo.
Un grande risparmio di tempo, di soldi e anche di sofferenze.
Come correttivo potremmo magari stabilire che il sistema oltremodo sofisticato, il lancio della moneta, sia ripetuto ogni due anni.
Geniale no ?

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