FABBRICA FIAT IN SERBIA - BELLA NO ? |
La notizia è che , dovendo dare esecuzione all'ordinanza del Giudice che gli imponeva di assumere 19 operai Fiata, quest'ultima ha avviato le procedure atte a collocarne altrettanti 19 in mobilità.
Maggiori particolari li trovate nel flash di cronaca del Corriere on line postato sotto.
Ovviamente la notizia ha suscitato sdegno sulla rete. Sul suo profilo Adriano Sofri ha espresso la sua condanna e molti lettori sono andato oltre. Rappresaglia nazista, col solo sconto sui numeri (rapporto di 1 a 1 anziché a 10 ) , "Il Padrone", l'evocazione dei mitici anni 70/80 quando con gli scioperi generali cadevano i governi (una figatissima....).
Ok io ho provato a dire la mia e cioè che mi rendevo perfettamente conto che quella di Marchionne è una prova di forza, un braccio di ferro iniziato anni fa e che l'AD della Fiat intende proseguire.
E' deciso a rompere certi schemi, mostrando a tutti che la stessa normativa del lavoro deve cambiare. Lo fa forse approfittando del particolare momento dove la crisi è reale, e la possibilità di produrre altrove e con più convenienza sono una prospettiva-ricatto non da poco.
Non c'è dubbio che la Fiat, al momento di riassumere sotto l'egida della nuova società e del nuovo contratto (quello NON firmato da LAndini ) abbia scientemente escluso tutti
gli iscritti alla FIOM. C'erano le stesse possibilità di un 6 al super enalotto
di assumere a caso senza prenderne NEMMENO UNO. E il Giudice ha bocciato questa procedura.
Però a monte c'era una dichiarazione di ESUBERO del personale. Più di tot operai lo stabilimento non se li poteva permettere in un periodo di flessione delle vendite e quindi di sorplus di prodotto.
Ok, l'Azienda, nell'assumere, non ha scelto Bianchi anziché ROssi in base alla capacità ma escludendo quelli di FIOM. Non è legittimo, come non lo sarebbe se si escludessero dei lavoratori perché di colore, o musulmani. Non è un principio contrattuale ma proprio costituzionale.
Però il problema della libertà dell'Impresa di assumere quanto personale le serva e non quello che vogliono sindacati o governo, RESTA. Anche perché poi lo stipendio non lo pagano né i primi né il secondo.
Lasciamo un attimo stare FIAT in quanto tale, gli aiuti avuti nei decenni, ma facciamo un discorso astratto, generale, con un esempio banale :
un'azienda viene ceduta e chi la rileva, trovando i conti in
disordine, decide di dimezzare i costi tra cui il personale. Quindi licenzia
100 persone. Il licenziamento viene impugnato perché discriminatorio per motivi
sindacali e il Giudice dà ragione ai lavoratori. I 100 rientrano, e io Azienda
ho sempre 100 in
esubero. Che faccio ? A) me li tengo per forza B) Ne licenzio altri 100 C ) Me ne vado in Austria dove certi giudici e certe leggi non ci sono.
Posto che le aziende possono andare bene e male, l'azienda può decidere di licenziare per ridurre i costi ? Si,
oggi è ancora così. Dunque, se quelli scelti da me non vanno bene, ne dovrà
mandare via altri. Perché comunque il problema della riduzione del personale
ESISTE.
Avevo fatto parte di queste considerazioni proprio sul profilo di Sofri che garbatamente mi ha risposto :
"Fraintendi, quelli sono licenziamenti discriminatori,
politici, non riduzioni del personale per ragioni produttive ecc. La Fiat non
ha nemmeno fatto finta che fosse così. E tu credi che, non so, i tre licenziati
per rappresaglia a Melfi e poi riassunti e messi con le mani in mano in una
stanza-confino servissero a riequilibrare la produzione in crisi?"
Io ho replicato ricordando che il mio era un esempio, e che era evidente anche a me che Marchionni stesse
conducendo una
battaglia politica per sovvertire un certo sistema economico : "non credo che l'AD Fiata sia
cretino da non sapere che certe iniziative creino "scandalo". In
realtà è quello che vuole. E qualcosa lo ha ottenuto. Provoca, e va avanti per
la sua strada, approfittando del momento drammatico dell'economia generale e
del fenomeno ormai diffuso e concreto della delocalizzazione. Però io prendevo
spunto da questo caso per proporre un problema più ampio. Credi Adriano che
parlando di Sulcis, di aziende decotte, tenute in vita solo per pagare gli
stipendi, i commenti sul tuo profilo sarebbero molto diversi da questi ? Io
temo di no. E ho provato a fare un esempio astratto, COME SE la Fiat fosse
stata in buona fede. Non lo è, d'accordo. Ma qui i commenti sarebbero gli
stessi, credo."
Dopo due minuti arrivavano post (non di Sofri ovviamente) di questo tenore :
''Il padrone''caro
Stefano che prevede di guadagnare un euro ed a conti fatti guadagna solo la
metà,dice che è passivo di 50 cent....e pensare che lui vorrebbe Monti a
vita.La verità è che la classe operaia non fa più paura,chi la
difende...camusso,bonanni e angeletti? negli anni 70\80 al secondo sciopero
generale il governo si dimetteva..."
Caro Adriano, chi dei due aveva ragione ?
Ecco la cronaca che vi dicevo
LA DECISIONE DEL LINGOTTO A SEGUITO DELL'ORDINANZA DELLA
CORTE DI APPELLO DI ROMA
Nella sentenza l'obbligo di assunzione degli iscritti Fiom,
che avevano presentato ricorso per presunta discriminazione
È stata avviata alla Fiat di Pomigliano la procedura di
mobilità per la riduzione di personale di 19 unità. Lo annuncia una nota del
Lingotto in cui si precisa che la decisione fa seguito all'ordinanza della
Corte d'Appello di Roma che obbliga la Fip di Pomigliano d'Arco ad assumere i
19 dipendenti di Fiat Group Automobiles iscritti alla Fiom che hanno presentato
ricorso per presunta discriminazione.
LA STRUTTURA - «L'azienda - spiega la nota- ha da tempo
sottolineato che la sua attuale struttura è sovra-dimensionata rispetto alla
domanda del mercato italiano ed europeo da mesi in forte flessione e che, di
conseguenza, ha già dovuto fare ricorso alla cassa integrazione per un totale
di venti giorni e altri dieci sono programmati per fine novembre», pertanto
prosegue «Fip non può esimersi dall'eseguire quanto disposto dall'ordinanza e,
non essendoci spazi per l'inserimento di ulteriori lavoratori, è costretta a
predisporre nel rispetto dei tempi tecnici gli strumenti necessari per
provvedere alla riduzione di altrettanti lavoratori operanti in azienda.
IL FORTE DISAGIO - «Peraltro la società è consapevole della
situazione di forte disagio che si è determinata all'interno dello stabilimento,
sfociata in una raccolta di firme con la quale moltissimi lavoratori hanno
manifestato la propria comprensibile preoccupazione», conclude la nota
rilevando che «l'impegno dell'azienda è quello di individuare la soluzione che
consenta di eseguire l'ordinanza creando il minor disagio possibile a tutti
quei dipendenti che hanno condiviso il progetto e, con grande entusiasmo e
spirito di collaborazione, sono stati protagonisti del lancio della Nuova
Panda».
«UNA VERGOGNA» - «È proprio una vergogna, Marchionne non
perde occasione per cercare di dividere i lavoratori. Adesso dichiara anche
guerra alla magistratura per far pesare sui giudici la situazione che si sta
creando». È incredulo Mario Di Costanzo, iscritto Fiom che dovrebbe essere
assunto entro il 28 novembre.
FILIPPO MARTINI
RispondiEliminaIo sono idealmente d'accordo, non so voi...
ALBERTO FEDERIGHI
RispondiEliminaNon sopporto ne' fiat ne' Marchionne, ma difendo a spada tratta il suo diritto di difendersi e combattere stato e sindacati.
PAOLO IANNATTONE
RispondiEliminaAnche io glie lo difendo volentieri il suo diritto: se pero' prima restituisce tutti i soldi che abbiamo dato alla FIAT nei vari decenni. Mi sta bene anche una rateizzazione.
GIACOMO ZUCCO
RispondiEliminaPaolo, la tua richiesta può avere una sua logica e legittimità, ma non é una cosa che riguardi FIAT in particolare: anche i pensionati retributivi, secondo la stessa logica, dovrebbero restituire ai contribuenti i soldi che hanno preso in questi anni dai contribuenti. E anche i sindacalisti. E anche i giornali. E tutte le produzioni cinematografiche. E tutti gli "imprenditori" del fotovoltaico. E quelli degli elettrodomestici. E ogni settore sussidiato (praticamente TUTTA la grande industria). E, soprattutto, TUTTI i dipendenti pubblici dovrebbero restituire tutti gli stipendi che hanno ricevuto in vita. E anche gli operai della Fiat i cui stipendi sono stati pagati con i contributi pubblici alla Fiat. Non c'é nessuna motivazione per cui la Fiat debba restituire i soldi che ha ricevuto dallo stato in cambio di voti, e tutto il resto dell'italia parassitaria invece no!
E soprattutto, cosa piú importante, sia i titolari Fiat che i dipendenti Fiat che i titolari e i dipendenti delle altre aziende sussidiate che i pensionati che i dipendenti pubblici...dovrebbero restituire quei soldi NON allo stato, che poi li userebbe di nuovo per regalarli a qualcuno in cambio di voti (quindi siamo da capo), ma DIRETTAMENTE ai contribuenti, in ragione di quanto versato.
Programma molto ambizioso! :-)
Credo che quando qualcuno invoca (a ragione secondo me)la restituzione (purtroppo solo teorica) dei denari pubblici che lo stato per anni ha regalato ai proprietari della FIAT i quali li hanno usati solo in minima parte per mantenere il numero dei dipendenti ma piùttosto per aumentare i propri profitti, ha ragione da vendere. Infatti non mi risulta che la numerosa famiglia Agnelli abbia particolari difficoltà ad arrivare alla fine del mese cosa che, inutile ripeterlo, ormai riguarda la maggior parte delle famiglie italiane. Ma fatta questa premessa non riesco proprio a capire perché il dipendente pubblico debba restituire il suo stipendio allo Stato. Quello stipendio il bravo, preparato, zelante, disponibile dipendente pubblico (e la maggior parte di essi gode di queste qualità) se l'è guadagnato col sudore della sua fronte e con la fedeltà al suo lavoro pur essendo a conoscenza di essere retribuito, a parità di lavoro, la metà del suo collega tedesco e meno della metà del collega francese. Lo Stato, cioè noi, paga i suoi dipendenti per servizi essenziali e necessari al suo funzionamento (Scuole, Ospedali, Giustizia, Polizia, ecc. inutile l'elenco conosciuto da tutti). Il lavoro del pubblico dipendente è un lavoro necessario alla comunità ed è giusto che venga ovviamente retribuito ed il percettore di questa retribuzione, se ha lavorato bene, cioè se ha fatto il suo dovere, non deve restituire proprio nulla perchè con quello stipendio non si è arricchito, non si è comprato baVche (con la erre moscia) o ville o cavalli o linee di alta moda mentre gli operai vengono licenziati perchè, giustamente, secondo le leggi del mercato e della buona gestione dell'azienda se la fabbrica, per fare profitto, ha bisogno di 100 operai e ce ne sono 120 è giusto che ne vengano licenziati 20 a totale ed insindacabile giudizio del manager che sa benissimo quali sono i migliori 100 da tenere!UNCLE
Elimina