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lunedì 24 dicembre 2012

GENITORE PER FORZA. E' GIUSTO ?

Qualcuno ha pensato di postare a commento di una storia, Lasciarsi a Natale (http://ultimocamerlengo.blogspot.it/2012/12/lasciarsi-natale.html )  un'altra vicenda, che con la prima ha poco ha a che fare e infatti è stato da lì rimosso. Ma non si preoccupi l'autore. Gli si darà spazio qui. In realtà la vicenda è tutt'altro che nuova, e sul Camerlengo comparve nel post  " A mio padre" http://ultimocamerlengo.blogspot.it/2011/06/mio-padre.html .
Quindi, non avevo atteso la suscettibilità di qualcuno per parlarne.
E veniamo al racconto  dell'"affezionato" lettore del  Camerlengo :


Vista la passione per le storie vorrei raccontartene una, sicuramente ti piacerà… 
I personaggi di questa storia li chiameremo: Andrea il padre, maria la madre, benedetto il figlio 
Esattamente 6 anni e 1/2 fa nasceva un bambino stupendo, un bambino atteso come non mai, almeno dalla maggior parte dei personaggi, tranne uno: quell’ uno che si rifiutò addirittura di riconoscerlo (poco male). 
Grande umiliazione iniziale per i genitori di lei, sai famiglia cattolica ed in più del sud. 
Nonostante tutto, dopo aver accettato la scelta, scellerata, di Andrea per il mancato riconoscimento, la loro felicità è comunque alle stelle: come non potrebbe visto che la mamma del bambino è protetta dai genitori e dai fratelli, fratelli che sono un po’ come i tre moschettieri. Sicuramente conoscerai la famosa frase “uno per tutti tutti per uno” , bene, questo è il loro motto nella realtà. 
Andrea in seguito riconosce il bambino (mi piacerebbe scrivere che sia stato un atto volontario, purtroppo non è così). 
Specifico che la famiglia di lei non decide di percorrere alcuna via, né sul piano legale, né su quello morale, per obbligare Andrea a tale personale decisione, visto che, fortunamente, Maria non è sola, ma aiutata in tutto dai genitori e dai fratelli; anche se credo che da legale, quantomeno come scritto sul tuo curriculum , sai bene che avrebbero potuto fare di tutto. 
Un giorno, quando benedetto aveva tre anni, a passeggio con la nonna materna, incontra casualmente il papà  con un'altra donna (ora non facciamo pettegolezzi, sicuramente era un amica). 
La nonna materna dolcissima e accomodante saluta Andrea e rivolta al nipote gli dice: “saluta papa”; Benedetto, ripeto di soli tre anni, tira la nonna via e con in viso la delusione gli dice: “nonna papà ha un'altra mamma”. 
Quando ci si erge a paladini della giustizia e moralisti bisogna avere un grande animo, bisogna riuscire a trasmettere emozioni passioni sensazioni, altrimenti sono solo messaggi asettici. 
Il patriottismo è la virtù dei perversi. 
Sicuramente le separazioni tra due persone adulte non sono il massimo, creano indubbiamente grossi dolori, anche se va visto chi è l’ATTORE principale; penoso e straziante invece quando c’è un bambino, un bambino non voluto da Andrea, un bambino riconosciuto ai tempi supplementari. 
Mi chiedevo l’opinione di Benedetto quando dallo zio saprà la verità, quando nel momento del bisogno, perché arriverà quel momento, andrea supplichevole chiederà conforto al figlio….secondo te cosa dovrà fare benedetto? 
Sicuramente non penserà alla giustizia non si proporrà come paladino degli indifesi né si attaccherà all’etica e alla morale; mi piace credere, anzi ne sono sicuro, che gli tenderà una mano. 
Volevo inoltre dire che non c’è nulla di negativo nell’innamorarsi a 20,30,40,50,60, patetico è respingere l’amore. 
In quanto amante di frasi celebri,come te del resto, te ne ricordo una a me molto cara 
“Ognuno vive la propria vita e paga il proprio prezzo per viverla. Il guaio è che molto spesso si paga per un unico errore . Anzi, non si finisce mai di pagare. Nei suoi rapporti con gli uomini , il destino non chiude mai i conti” (Oscar Wilde) ".

Nella storia rappresentata, si vedrà, confrontandola con quella precedente, che ci sono importanti omissioni e varie inesattezze.

In realtà, il tema MORALE è quello della genitorialità. Anche questo è stato affrontato in vari post, lamentando come le legge non è vero che sia uguale per tutti, ma fa distinzioni di genere e di tutele.
Tra queste, il potere della Donna di decidere o meno di essere madre. Lo stesso diritto il Padre NON ce l'ha. Se una donna NON vuole essere madre, può abortire, fino al quarto mese, come semplice atto di volontà. E se il padre vuole il bambino, non ha nessuna possibilità, ancorché dichiarasse che , una volta nato, non pretenderebbe l'adempimento di alcun ruolo e/o obbligo dalla madre. Sarebbe legale, ma l'ultima parola spetta alla madre. Quest'ultima, per la LEGGE, può anche partorire il figlio e andarsene dalla clinica senza di lui, dandolo in adozione. 
Ovviamente la stessa cosa vale nell'ipotesi contraria. Se l'uomo non vuole avere il figlio, ma la madre sì, conta la decisione di lei. E' giusto questo ? Se si perché ? 
Passando dal generale al particolare, Benedetto nasce da una gravissima omissione di Maria. La donna NON comunica al partner ( con cui tra l'altro non ha una relazione ma semplicemente quella che oggi viene chiamata  "amicizia sessuale")  di aver smesso la pillola, che il rapporto non è protetto. Spiegherà successivamente che era sicura di esserlo, protetta, perché alla fine del ciclo...A prescindere che si tratta, notoriamente, di sicurezza relativa, resta la grave (immorale ? ) scelta di NON dirlo all'altro.
Da questo errore di una e dall'ignoranza dell'altro, nasce Benedetto.
Andrea dichiara di non volere il bambino, è lui a informarsi, a telefonare, a prendere appuntamento e ad  accompagnare Maria al consultorio, parla con i consulenti e conferma la sua scelta. Anche la psicologa, che parlerà con Maria (come previsto dal protocollo medico legale) , le rappresenta con chiarezza che la prospettiva è di crescere un figlio da sola, perché è esplicita la volontà dell'uomo di non diventare padre.  I due si perdono di vista a questo punto, con Maria che non sa cosa deciderà ma che dichiara di non voler più vedere Andrea, che peraltro è d'accordo.
Qui la conoscenza di Andrea si arresta per un po'...perché in effetti rivedrà Maria solo col pancione, modo scelto per rappresentare la decisione presa. Da LEI. Andrea ribadisce che lui non si sente di fare il genitore e deciderà cosa fare. Così, quando  Benedetto nasce, Andrea è assente e  non lo riconosce.
Successivamente, qualcuno avverte la famiglia di Andrea della nascita di Benedetto, notizia molto ben accolta, e da qui inizia una pressione sul familiare perché riconosca il bambino (tra l'altro, nessun esame fu mai fatto, perché, nonostante la colpevole omissione di Maria sulla pillola smessa, Andrea tende a crederle e comunque la donna si dichiara sempre disponibile a sottoporsi alla prova del DNA ).  Inizia quindi un pressing benevolo su Andrea perché riconosca il bambino (caro lettore, se era per Andrea altro che tempi supplementari....toccava aspettare la maggiore età ! ) e si sforzi di vederlo per cercare di stabilire con lui un rapporto che NON c'è.
E qui, sempre per chi legge poco e quel poco non lo capisce, cerchiamo di spiegare. 
NON si ama per forza, non si possono provare dei sentimenti perché sarebbe bello e/o legale provarli. 
Avere un figlio comporta molti sacrifici di vario genere, che però sono compensati dall'AMORE per lui, da un sentimento di emozione, di gratificazione , che nascono dall'averlo VOLUTO, e/o  di sentirlo frutto di una RELAZIONE, in un progetto che di fondo C'E'. Le cose fatte senza CONSENSO, e solo per COERCIZIONE, falliscono. 
Questa probabilmente fu la consapevolezza di persone intelligenti e sagge, le più anziane di questa storia, che compresero immediatamente che una sola possibilità (non certezza, possibilità...pag 777 per i lettori disabili ) ci poteva essere per creare un legame d'AMORE, e quindi di vera genitorialità, tra Andrea e Benedetto, e cioè NON obbligare in nessun modo il primo a cose alle quali avrebbe opposto resistenza.
Il lettore parla di legalità cosa a lui, di scarsi studi, sconosciuta (non è una colpa, studiare è per molti, non per tutti ) e quindi non sa che la legge può obbligare un genitore biologico (perché questo MORALMENTE è Andrea, non un genitore VERO ) a contribuire al mantenimento del bambino comunque nato. NON può la legge obbligarlo a vederlo e a tenerlo con sé. NESSUNO può essere obbligato a fare una cosa, quale essa sia, fisicamente. Chi commette un reato e va in prigione per questo, perde la libertà, ma NON può essere costretto a fare cose. Questo era ben chiaro tanto al padre di Andrea, anch'esso uomo di legge, e innamoratissimo del nipote, quanto alla madre di Maria, persona di grandissima umanità e di solido buon senso. Per amore di Benedetto, vollero pertanto puntare non sulla Morale (che è scomodata senza senso da chi infatti ha di recente mostrato di non averne punto) né sulla Legge (arma limitata, semmai punitiva e non certo costruttiva nel caso di specie). 
Da quello che so, la famiglia di Andrea è stata vicina a Maria e a sua volta ha dato un contributo, ma non conosco i particolari. Sicuramente è stati prezioso l'apporto dei genitori di lei (lo è in generale, non solo per Benedetto).
Chi avrà letto la storia "A MIO PADRE" , scritta oltre un anno e mezzo fa, e quella oggi inviata dal lettore del blog, noterà come la terza versione, la mia , sia pressoché identica alla prima, scritta in tempi di pace, e mai contestata dai protagonisti. 
Misterioso il significato attribuito all'episodio dell'incontro tra Benedetto e il padre, il primo con la nonna ("dolcissima"...non so se lo sia...sicuramente una donna eccezionale, per rettitudine e disinteresse) il secondo con un'amica. Benedetto torna a casa triste (?) perché "papà ha un'altra mamma". Dov'è la cosa "sbagliata", visto che i genitori di Benedetto insieme , sentimentalmente parlando,   non ci sono stati mai ? Anzi, rispetto ad altri bambini, almeno il trauma della separazione a Benedetto è stato risparmiato.
Quanto ad alcuni interrogativi , tipo cosa dire a Benedetto sulla sua nascita, so per certo che Andrea non ha problemi alcuni sulla verità. E la spiegazione è ovvia. E' l'unica spiegazione MORALE che potrebbe dare al figlio per la sua assenza : non c'ero perché non volevo essere padre e non lo sono diventato.
Una verità però assai dolorosa, straziante forse per un bambino, o un ragazzo. 
Di qui il dubbio. L'unico. Sarà giusto dire tutta la verità ? Quanto al futuro, credo che Andrea, nel non volere figli, abbia accettato. da molto tempo e  consapevolmente, di NON fare questo tipo di investimento...(peraltro, inteso come tale, fallimentare molto spesso, ma questo non c'entra). No il problema di questa storia , la cosa veramente triste, è un bambino che chiede amore ad una persona che non ne ha. 
Sicuramente, l'opera amorevole dei "grandi" di questa vicenda, gli unici ammirevoli, ha consentito dei piccoli passi e forse si è imboccata la strada giusta perché finalmente un rapporto VERO si stabilisca tra Andrea e Benedetto. Bisognerà probabilmente fare qualche correzione, qualcuno fare finalmente passi indietro su aspettative sbagliate. Però quanto seminato dagli anziani, più saggi dei giovani, potrebbe infine salvarsi.
Sicuramente, perché questo accada, sarà anche  bene che il lettore dimentichi l'indirizzo di questo blog, dove non sarà più ospitato.


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