Il Redditometro ancora non è in funzione e oltre ad aver perso rapidamente i genitori, visto che non c'è UN POLITICO che uno che non lo critichi, adesso riceve pure una bella picconata a futura memoria da parte della Corte di Cassazione, la quale con sentenza 23554/2012 dello scorso dicembre 2012, ribadisce un elementare principio di diritto che ben difficilmente potrà essere ignorato dalle Corti Tributarie presumibilmente presto invase da ricorsi contro i cd. accertamenti dell'Erario, vale a dire che l'ONERE DELLA PROVA SPETTA AL FISCO E NON AL CITTADINO.
DI seguito posto la salutare lettura dell'articolo pubblicato sul sito "IL GIORNALE DELLE PARTITE IVA" dove lodevolmente vengono riportati gli estremi della sentenza e alcuni passaggi salienti.
In fondo, trovate la conferma della trasversalità delle critiche alla nuova invenzione della polizia fiscale italiana.
Ma Befera deve stare sereno....tanti cittadini si arrenderanno prima e pur di evitare le spese e i tempi della via giudiziaria, accetteranno di mediare. E poi, questa bufera di critiche, figlia della campagna elettorale, passerà, e chi governerà tornerà da lui chiedendo SOLDI.
E lui, magnanimo, dimenticherà questo brutto momento...
Ecco la notizia
IL GIORNALE DELLE
PARTITA IVA
LUNEDI' 21 GENNAIO
REDDITOMETRO. Sentenza Cassazione. L'onere della prova non può essere del contribuente. Sta al fisco l'onere della prova
FISCO: RUBINATO (PD), REDDITOMETRO INACCETTABILE IN STATO DI DIRITTO Roma, 9 gen. (Adnkronos) - ''Il nuovo redditometro, se non e' da stato di polizia, e' comunque inaccettabile in uno stato di diritto che nella propria Costituzione pone la pubblica amministrazione a servizio dei cittadini e non viceversa. Gravare i cittadini onesti dell'inversione dell'onere della prova, costringendoli a tenere anche una contabilita' familiare per dimostrare la fonte dei risparmi reinvestiti e ad impiegare i prossimi mesi per ricostruire tutte le spese fatte dal 2009 ad oggi, e' uno sfregio allo statuto del contribuente''. Lo afferma Simonetta Rubinato, componente della Commissione bilancio della Camera. ''La lotta all'evasione e' sacrosanta -spiega la parlamentare Pd- ma l'Agenzia delle Entrate ha gia' moltissime fonti di informazioni, molte volte a carico dei contribuenti stessi, per stanare gli evasori. Questo strumento statistico -continua- alquanto infarcito di ipotesi e presunzioni, rischia soltanto di ingolfare l'attivita' investigativa, creando tanti 'falsi positivi' al test, finendo pero' con il defocalizzare l'attenzione sui veri evasori''. (segue) (Pol/Ct/Ad'Nonostante la ricchezza di strumenti a disposizione dell'Agenzia delle entrate -osserva Rubinato - non mi sembra che i risultati alla lotta all'evasione conseguiti in questi anni, siano stati poi cosi' eclatanti, perche' recuperare 10/11 miliardi su 120 miliardi stimati di evasione sembra proprio il minimo risultato possibile. Credo -sottolinea- che il direttore Attilio Befera farebbe bene a chiedersi se non sia il caso di cambiare strategia, tanto piu' che questo redditometro finira' per complicare la vita soprattutto ai contribuenti onesti, gia' oberati da mille adempimenti burocratici''. ''Il nuovo redditometro per il quale il numero di figli diviene indicatore di ricchezza -conclude la deputata dem- non e' degno di uno Stato civile che pone la persona e la famiglia al centro della sua azione''
FISCO: BUTTI (PDL), REDDITOMETRO E' STRUMENTO TORTURA "Il principale quotidiano economico italiano ha dimostrato, con dovizia di particolari, che il 60% degli affitti delle case finisce in tasse. Se a questo aggiungiamo il redditometro che, cosi' come concepito, e' un vero e proprio strumento di tortura fiscale, verifichiamo come i risparmi degli italiani siano stati minati e per certi versi compromessi dalle politiche del governo Monti ispirate da Bersani". Lo afferma Alessio Butti di Fratelli d'Italia
I dati Confcommercio sui consumi diffusi i giorni scorsi dimostrano, secondo il Codacons, che "il redditometro e' sballato, non solo perche' si basa sulla famosa media del pollo di Trilussa, ma perche' e' impostato sui dati vecchi dei consumi delle famiglie del 2011, ormai decisamente superati dal crollo record della domanda registrato nel 2012". "Insomma la tolleranza prevista dall'Agenzia delle entrate del 20% rischia - sostiene il Codacons - di non essere sufficiente a compensare queste discrepanze. E' credibile, ad esempio, come ritiene il Fisco, che, con la crisi attuale, una famiglia italiana di 3 persone continui mediamente a spendere in un anno 1520,16 euro di abbigliamento e 504,72 in calzature quando i dati di oggi registrano un crollo in quantita' del 3,6% e del 2,2% in valore?"
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