Ero andato a leggere questo articolo, postato sul Corriere On Line, perché ultimamente ne avevo ignorati troppi sulle mostruosità della "giustizia" in Iran....Sono quei paesi in cui dici : vabbé quelli so' così ...e sotteso c'è "meno male che io sono nato qui...".
Certo, quando vedo tanta attenzione e intolleranza nei confronti di Israele, pensando a quella parte del mondo mi viene da pensare a quanto grande possa essere l'ipocrisia umana, o la faziosità, o, nella migliore delle ipotesi, la cecità. Israele ha i suoi torti negli ostacoli che frappone , dal suo canto (poi ci sono quelli degli altri, ma adesso parliamo della parte ebraica ) , alla soluzione pacifica della questione palestinese. Tanti in Israele criticano la politica del Governo attuale...e, stando anche ai risultati delle recentissime elezioni, c'è la conferma di un paese spaccato a metà....il che non è una cosa nuova. Però come si fa a non vedere le differenze ?
Tornando all'Iran, che è il paese che si sta attrezzando per distruggerlo, Israele, l'indifferenza è pressoché totale. Questioni "interne"...affari loro.
Alla fine, confesso, nel leggere questa cosa delle tre dita mozzate, oltre alle 99 frustate e i tre anni di prigione per il reato di "condotta immorale", sono stato spinto anche dalla umana curiosità di sapere in cosa consistesse mai questa immoralità per comminare una punizione del genere !
Non l'ho trovato scritto...
In compenso ho trovato i commenti dei lettori....( non tutti dello stesso genere, per fortuna..e ci mancava ! ).
Ne riporto qualcuno. Io sono CERTO, assolutamente CERTO, che persone che si esprimono così, meriterebbero di vivere, LIBERI, un anno in un paese come quello. Poi farli tornare a casa, e vedere quanti pezzi sono rimasti.
GEN
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Iran, dita mozzate in pubblico per condotta immorale
GIUSTIZIA|
La colpa di A.S.H. 29 anni, è di aver avuto una relazione immorale e per questo è stato condannato all’amputazione “di quattro dita della mano destra”, tre anni di prigione e 99 frustate. La sentenza è stata eseguita su una pubblica piazza nella città di Shiraz, nell’Iran del sud. A darne notizia è Iran Human Rights che chiede alla comunità internazionale di reagire contro la campagna di punizioni pubbliche e medievali che le autorità iraniane stanno continuando a portare avanti. “Il governo iraniano vuole terrorizzare la popolazione – ha detto Mahmood Amiry-Moghaddam, portavoce di IHR – se la comunità internazionale non reagirà in modo forte temiamo che i bambini cresceranno guardando pubbliche impiccagioni, amputazioni e flagellazioni, soprattutto con l’avvicinarsi delle elezioni del giugno 2013″.
Domenica scorsa a Teheran erano stati impiccati due uomini: erano accusati di assalto e furto. Il procuratore capo di Shiraz ha annunciato altri “spettacoli” del genere nel prossimo futuro.
L’associazione per i diritti degli iraniani chiede alle Nazioni Unite, alla Ue e a tutti i Paesi che abbiano legami diplomatici con Teheram di condannare immediatamente queste sentenze barbare. “La leadership iraniana, l’ayatollah Ali Khamanei e il capo dell’autorità giudiziaria Javad Larijani devono essere giudicati responsabili dei loro crimini” ha concluso Amiry-Moghaddam.
Se in Italia ci fosse una vera giustizia, cosa dovrebbero fare a tutti questi politici presi a rubare?
Tre gradi di giudizio per poi lasciarli liberi ad aspettare il verdetto,se poi colpevoli tra amnistie ,buone condotte affidamento ai servizi sociali ,non fanno un giorno di carcere, ai fini di punire l’illecito è più giusta la nostra legge o quella applicata in Iran?
Allora ogni paese ha le sue abitudini giuridiche, perche’ meravigliarsi? Non tutti sono “buonisti” senza se e senza ma, come da noi.
pero’ proporrei di invitare in Italia chi fa qualcosa di illegale in quei paesi e gli dimostriamo che la maggior parte dei crimini qui non viene condannata per niente.
In italia sono le vittime dei crimini che avrebbero bisogno di essere tutelate da Amnesty.
Seriamente, perche’ non iniziate una campagna Amnesty a difesa delle vittime italiane di crimini, in di tutti quei casi in qui le condanne vengono sospese o condonate.