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venerdì 22 febbraio 2013

ALLA FINE I SONDAGGI PROIBITI DICONO GRILLO !


Pare che su Monti si siano sbagliati in tanti. Anche lui. Per un anno amici di FB e tra loro anche osservatori acuti e preparati hanno sposato la tesi del salvatore della patria, dell'uomo dalle qualità giuste.
Io francamente, nel sentirlo e soprattutto nel vedere l'operato del suo governo, ho avuto crescenti perplessità, di cui ho ampiamente scritto. Si è vantato, in qualche occasione, di avere un consenso nettamente superiore ai partiti che lo appoggiavano...I sondaggi in effetti questo dicevano. Solo che oggi, che quel consenso non c'è più, si è in grado di fornire una lettura diversa di quello di allora.
Sia come sia, i sondaggi che girano clandestini dicono alcune cose che se confermate domenica e lunedì sono importanti :
1) Il PD e la coalizione di sinistra vinceranno alla Camera perché è la LEGGE che gli consente di vincere.  Non avranno il 51% dei voti espressi, non ne avranno nemmeno il 45, nemmeno il 40. Si fermeranno poca sopra il 35. Però vinceranno, perché così lo schifato Porcellum, poi però rivalutato, consente.
2) Il PDL non ripeterà il miracolo del 2006. La rimonta non ci sarà. Nonostante il prodigarsi di Berlusconi, il centrodestra non andrà oltre il 20% cui aggiungere il 4-5% della Lega (che poi in Parlamento tornerà libera e sciolta), e le frazioni di Storace e del trio La Russa, Crosetto, Meloni. Resta la possibilità di azzoppare la sinistra, vincendo al Senato , com'è dato per sicuro, nel Veneto, e in una delle due regioni in bilico  : Lombardia e Sicilia. Specie la prima, sarebbe decisiva.
3) Monti e i suoi alleati. Si annuncia una Caporetto. Qui sono in tanti ad accorgersi di aver sbagliato i conti, e non solo l'unto del Signore, che comunque è un neofita della politica, ma anche due squali di lungo corso...come Casini e Fini. Il primo vede l'UDC svuotata dal Professore, senza alcun tornaconto. Non parliamo di Fini , che FLI pare poter essere battuta anche da Fratelli d'Italia, che ha due mesi scarsi di vita.
Pensavano di prendere i voti del Centrodestra transfughi da Berlusconi, ma in realtà ne drenano assai pochi. Quelli che non rivoteranno Berlusconi, e sono TANTI, milioni, sceglieranno tra l'astensione e Grillo. Un po' andranno a FARE di Giannino, ma dopo lo scandalo degli ultimissimi giorni, molti di questi si asterranno. Certo non voteranno Lista Civica.
4) GRILLO è quello che, esaurito l'effetto primarie, la salita in campo di Monti e il ritorno del Cavaliere (tutte cose che avevano stornato l'attenzione da lui e dal suo Movimento), sta guadagnando di più nell'ultima settimana. Infatti, le azzannate continue tra i "big" non hanno che disorientato i delusi e gli indecisi, confermando la tentazione del non voto o quello di protesta. Addirittura alcuni pronosticano che M5S potrà essere il secondo partito italiano, dopo il PD, e davanti non solo a Monti ma anche al Cav.
Io conosco gente che, talmente stufa di questa crisi, vede il voto a Grillo come un preavviso di licenziamento alla classe politica tradizionale. Comprensibile ma temo illusorio. Questo Movimento io lo vedo poco organizzato, così Grillocentrico com'è. Anche Forza Italia lo era, e meno il PDL (infatti c'è stata la diaspora finiana). Però i Berluscones erano fedeli e obbedivano al capo, almeno fino a quando questi gli ha garantito poltrone e prebende. I Grillini ? Credo che siamo in procinto di assistere alla più grande campagna acquisti che la storia parlamentare italiana ricordi....
La cosa più istruttiva è leggere il disorientamento del PD alle notizie fosche sul risultato montiano. Tutti i bei discorsi sulla proposta di collaborazione con le forze riformiste "a prescindere", cade di fronte ad un centro che pare si rivelerà un colossale Flop. Allora che si fa ? Ed ecco che i grillini, ormai parlamentari senza vincolo di mandato, potrebbero tornare buoni...
Sarà un caso che Monti ieri da Vespa sembrava invecchiato di 20 anni ?
Ecco l'articolo dedicato ai sondaggi segreti riportato dal Corriere on Line





VERSO IL VOTO

I sondaggi fanno tremare i partiti
Lo scenario di una valanga grillina

Il Pd teme il calo di Monti: in Senato potrebbe essere ininfluente

Grillo e il comizio sotto la pioggia
ROMA - Si fanno ma non si dicono. E si sfornano in continuazione. Tre alla settimana, almeno per quanto riguarda il centrosinistra. E raccontano tutti - punto in percentuale in più, punto in percentuale in meno - la stessa storia. Grillo è in salita, costante e, apparentemente, inarrestabile. Il Movimento 5 Stelle si è piazzato al secondo posto, giusto dietro il Partito democratico. La forbice tra le due forze politiche è ampia. E non colmabile, ma i dati rivelano che mentre il trend del Pd tende al ribasso, quello dei grillini, al contrario, è in rialzo.
Però non è solo questa la ragione del cruccio del centrosinistra. Non è solo questo il motivo dei pensieri bui dei dirigenti del Partito democratico. A preoccupare i vertici del Pd sono anche i sondaggi che riguardano Monti. Che aprono una prospettiva inquietante. Non è affatto detto, dati alla mano, che il listone del premier riesca a guadagnare al Senato un numero adeguato di seggi. Già, perché se Bersani non riuscirà a ottenere una vittoria piena pure a Palazzo Madama, avrà bisogno come il pane di un gruppo di sostegno montiano. Tradotto in cifre: Scelta civica dovrà ottenere almeno 15, 20 senatori. Tanti ne serviranno, in caso di pareggio, per consentire al Partito democratico di mettere in piedi un governo di centrosinistra.
Beppe Grillo, leader dei 5 StelleBeppe Grillo, leader dei 5 Stelle
Peccato che questi numeri non siano, almeno al momento, una sicurezza. I sondaggi infatti raccontano che nelle regioni chiave i montiani arrancano e non riescono a sottrarre voti consistenti al centrodestra. I dirigenti del Pd si sono guardati in faccia con un certo sconcerto, l'altro giorno, quando hanno esaminato i dati segretissimi forniti loro dai sondaggisti. Per forza. Quelle cifre hanno confermato tutti i loro timori: lì dove il Partito democratico va bene, il listone del premier è in affanno. Ergo: non è al centrodestra che il premier toglie i voti. Perciò, detto in parole povere, un Monti che non riesce a fare argine nei confronti delle truppe berlusconiane rischia di servire poco o niente al centrosinistra.

Di più, e di peggio: nelle regioni chiave, quelle in cui centrosinistra e centrodestra combattono la battaglia campale per il Senato, i montiani rischiano di essere ininfluenti. In Lombardia è testa a testa. In Sicilia pure. In Veneto Bersani e i suoi alleati perdono senza possibilità di sorprese dell'ultima ora, mentre in Campania la vittoria è saldamente nelle loro mani e di lì non si sposterà. Ebbene, in queste regioni Monti rischia di non fare comunque la differenza. Il che significa che tutti i calcoli che sono stati fatti finora al Partito democratico vanno rivisti.

«Non avremo mai il mito dell'autosufficienza: i problemi del Paese sono gravi e non si può pensare di risolverli governando con il 51 per cento»: erano queste, fino a qualche settimana fa, le parole che Bersani amava ripetere in tutti i suoi conversari con amici, collaboratori e compagni di partito. Il segretario pensava al Professore, ovviamente. E al suo movimento. E nel Pd si ragionava sulle poltrone da affidare ai cosiddetti centristi. Quella della presidenza del Senato in primis, che un giorno spettava a Monti e quello dopo a Casini. Ma soprattutto quella del Quirinale. Ora è «tutto da rifare», come avrebbe detto Gino Bartali. Per questo Bersani ha lanciato l'occhio sui grillini.

«Nessuna apertura - spiega il segretario, pragmatico come sempre - ma, comunque andranno le elezioni, loro saranno in Parlamento. Perciò, come sta già accadendo in altre regioni dove governiamo, ci rivolgeremo a tutti, e quindi anche a loro. Porteremo i nostri provvedimenti in Parlamento e in quella sede ci confronteremo con le altre forze politiche, grillini inclusi». È un ragionamento, quello di Bersani, che non fa una piega, stando alle dichiarazioni di D'Alema e Renzi. Solo gli ex ppi frenano. Rosy Bindi continua a sparare a palle incatenate contro il comico genovese e Beppe Fioroni spiega: «Grillo è di destra, quella è la sua cultura, quella è la sua deriva e noi con lui non c'entriamo proprio nulla». Un segnale all'indirizzo di Bersani? Già, ma anche di quel Romano Prodi che, stando alle voci dei palazzi della politica, punterebbe sull'apporto dei grillini per arrivare al Quirinale.


2 commenti:

  1. che stupidaggine sti sondaggi, il vincitore sara' berlusconi, seguito da bersani, grillo sara' terzo e monti non fara' storia.

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  2. alla fine il sondaggio rispecchia cio' che tutti sapevamo.

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