Sulla vicenda Ruby abbiamo già scritto tante volte la nostra posizione : se c'è un processo che dimostra la malafede della magistratura milanese contro Berlusconi è QUESTO.
Per un reato da buoncostume è stata mobilitata la crema della procura meneghina, con Ilda Boccassini in testa, vale a dire un procuratore della Repubblica che ha fatto importanti processi di mafia e terrorismo e ora si mette a spiare dal buco della serratura delle case private.
Per dimostrare cosa facesse Berlusconi a casa sua, sono state registrate migliaia di ore di telefonate, sputtanate pubblicamente puttane private (alcune, per questo, si sono costituite anche parti civili....pensa tu ).
Per difendere la povera Ruby da se stessa, si è sottolineato il suo avere, all'epoca dei fatti, 17 anni e mezzo, quindi, per sei mesi, non ancora maggiorenne.
Ora non sono in molti a sapere che in Italia la "maturità" sessuale si raggiunge a 14 anni, cioè dopo questa età il consenso ad avere un rapporto sessuale viene considerato valido con eccezione di determinate situazioni, dove il ruolo dell'altro (genitore adottivo, convivente del genitore, tutore del minore....) viene considerato condizionante. Tra i 16 e i 18 la libertà è pressoché assoluta. In altre parole, se una sedicenne decide di andare con l'ex compagno di scuola del nonno prediletto, lo può tranquillamente fare.
Nel caso di Berlusconi però siamo nell'ipotesi in cui questo consenso sia stato comprato con denaro e/o altro, e allora non vale.
Ci sarebbe una scriminante, che è data dall'ipotesi che l'ignoranza della minore età si possa considerare inevitabile....Però non so in quali casi gli ermellini considerino che ciò avvenga. Immagino che sia troppo semplice l'impossibilità determinata dall'evidenza fisica. Forse l'esibizione di un documento falso ? Vado con una prostituta giovane e siccome non mi posso fidare dell'apparente maggiore età (chi, dalle foto del tempo, darebbe a Ruby rubacuori meno di 20 anni ??) gli chiedo gentilmente di fornirmi la carta d'identità...Sì, sicuramente funziona così...
La difesa di Berlusconi ovviamente non si basa sulle mie ironiche osservazioni ma sulla mancanza di prova che ci sia stato alcun rapporto sessuale tra il Cavaliere e la ragazza.
Tutto il resto, descritto per ore dal Dr. Sangermano, il Bunga Bunga, le ragazze semisvestite (anche quelle del burlesque lo sono, notoriamente), il denaro elargito alle ospiti, non appartengono ai capi d'imputazione ma al processo mediatico che è quello che veramente, fin dall'inizio, contava.
Le donne che frequentavano Palazzo Grazioli o Arcore NON sono povere ragazze vittime della fame e della povertà, e tanto meno schiave di gang criminali.
Sono giovani ragazze che hanno deciso di puntare sulla propria bellezza per vivere una vita di lussi.
Scelte. Personalmente, non me ne importa nulla, ancorché le mie simpatie vadano a quelle che studiano per farsi avanti, altri le condanneranno.
Ma un processo penale imbastito sul moralismo....Francamente non saprei dire se è peggiore una procura che abbi agito in mala fede (come penso) oppure veramente pensando che era la MORALE la vittima da salvare...
Questo il servizio di cronaca sul Corriere On Line
IL PM DEI MINORI FIORILLO: «NESSUN MAGISTRATO AVREBBE CONSEGNATO LA MINORE ALLA MINETTI»
Ruby, la requisitoria del pm: «Ad Arcore
un collaudato sistema prostitutivo»
Sangermano: Nicole Minetti «intermediatrice e agevolatrice dell'altrui prostituzione»
TESTIMONI «BALBETTANTI» - Il pm nella sua discussione ha messo in contrapposizione le deposizioni delle ragazze ospiti ad Arcore e che hanno «ammesso» quanto sarebbe accaduto, con le testimonianze delle altre, quelle che ricevono i bonifici: «Ci sono le balbettanti giustificazioni di alcuni di questi testimoni che contrastano con chi ha ammesso e ricostruito onestamente i fatti». Tra le testimonianze ritenute cruciali dal pm Antonio c'è quella di Melania Tumini, portata ad Arcore dall'amica d'infanzia Nicole Minetti, che ha raccontato di ragazze che scoprivano i seni e di altri atteggiamenti di natura sessuale. «Tumini smentisce in maniera drammatica e insuperabile altre testimonianze che parlano di burlesque» e «fornisce una rappresentazione plastica del sistema». «Alla fine - aggiunge il pm - accetta da Berlusconi un disco di Apicella e duemila euro per l'imbarazzo e la volontà di non offendere il padrone di casa».
KARIMA - Quanto al ruolo dell'allora minorenne Karima El Marough, detta Ruby, «era parte integrante del sistema e come tale veniva retribuita in modo sproporzionato rispetto alle fedelissime che per questo si lamentavano», ha riferito il pm, facendo riferimento ad una intercettazione del 18 ottobre 2010 in cui Nicole Minetti e Marystell Polanco commentavano in compensi ricevuti per una serata e si lamentavano che la giovane marocchina avesse avuto una busta con molto più denaro di loro e di altre fedelissime come Barbara Faggioli.
MINETTI - Il magistrato ha anche definito il ruolo di Nicole Minetti come «protagonista attiva delle serate di Arcore» e «che svolgeva un ruolo particolarmente delicato nell'ambito del procedimento compiendo ella personalmente atti prostitutivi prendendo denaro da Berlusconi» e «svolgendo un ruolo fondamentale ovvero l'attività di intermediatrice e agevolatrice dell'altrui prostituzione». Minetti «gestiva direttamente le abitazioni di via Olgettina per remunerare sistematicamente le ragazze che si prostituivano» nelle serate organizzate dal Cavaliere e della gestione degli appartamenti riferiva a Silvio Berlusconi, come è emerso da alcuni sms intercettati tra l'ex consigliera regionale e il Cavaliere. «La signora Minetti - ha aggiunto il pm - aveva perfetta consapevolezza della natura illecita delle azioni che compiva nell'interesse dell'imputato», del fatto che favorisse la prostituzione e che Ruby fosse minorenne.
«Disposi per Karima l'affido a una comunità»
MERCIFICAZIONE - «Non siamo di fronte alla prostituzione di strada, ma di fronte a un sistema più sofisticato ma non meno lesivo della dignità della donna, attraverso la mercificazione del corpo», ha sostenuto il pm Sangermano. Secondo il magistrato Lele Mora, ex agente di spettacolo, e l'ex direttore del Tg4 Emilio Fede lucravano su questo sistema prostitutivo che ruotava intorno alle serate a Villa San Martino ad Arcore, residenza dell'ex premier. «Mora e Fede sapevano quale era l'effettivo tenore delle serate e si adoperavano per immettervi nuove ragazze», ha aggiunto il magistrato, sostenendo che i due non solo sapevano delle serate perché le «organizzavano» ma perché spesso «vi partecipavano». Per il pm, partecipare alle serate a Villa San Martino ad Arcore poteva permettere a qualcuno di restare «alla guida di un importante telegiornale», mentre ad altre apriva «prospettive di inserimento professionale e anche politico».
La pm dei minori Fiorillo in aula al processo
Corriere tv
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GHEDINI - «Oggi si è parlato di un processo mediatico e non giudiziario, e di una vicenda ricostruita con frammenti di testimonianze smentita da decine e decine di testi», è stato il commento di Niccolò Ghedini, uno dei difensori di Silvio Berlusconi. «È una ricostruzione squisitamente di parte - ha detto il legale - che pare confezionata per giustificare indagini e intercettazioni e per dare conto a un'inchiesta che ha portato ad investigare su queste cene». Per il legale, la requisitoria «nulla c'entra con i capi di imputazione, perché non si è parlato della telefonata in Questura né di atti sessuali con Ruby, né di soldi dati a Ruby». Sui bonifici da 2500 euro al mese, Ghedini ha affermato: «È peculiare che una persona non possa continuare a dare aiuti economici a persone diventate poi testimoni. Aiuti dati alla luce del sole ancor prima. Non c'è nulla di segreto in tutto ciò - ha proseguito il legale - è una cosa già nota in Questura da un paio d'anni».
4 marzo 2013 | 17:57
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