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venerdì 19 aprile 2013

A QUELLI DI SINISTRA : COME AVRESTE REAGITO SE LA DESTRA VI AVESSE IMPOSTO COME PRESIDENTE BERLUSCONI ?


In un'ottica di tifo calcistico, di capuleti e montecchi, qual'è quella che da sempre maledice questo paese (p minuscola) , l'avvento di uno come Silvio Berlusconi è stata la manna per la pancia maledetta della maggioranza degli italiani e la maledizione per tutti gli altri prigionieri di questa sciagura.
L'elezione del Presidente della Repubblica ne è una prova. Cosa ha Prodi meglio di Marini, o di Mastella ? Uomo di 74 anni, un super burocrate democristiano che ha presieduto l'IRI per 7 anni, contestatissimo per operazioni di "svendita" di parti dell'economia pubblica, come SME e Cirio, ministro dell'industria già nel 1978 in uno dei tanti governi Andreotti.....
Cosa ha di nuovo Prodi ?????? Come Commissario Europeo non ha lasciato buoni ricordi di sé. Certo, ha guidato coalizioni che andavano dalle Alpi alla Siciilia (coi risultati di governo che si sono visti) che sono riuscite , sia pur di poco (di un nulla, nel 2006) a battere Berlusconi.
Ed ecco la VERITA' : l'unico VERA.
Prodi va bene perché è anti Berlusconiano doc. 
La sinistra solo questo voleva. E solo questo li mette d'accordo da 20 anni.
Hanno bocciato uomini LORO, del LORO partito, svilendoli, insultandoli, mortificandoli, perché avevano la colpa di non essere sgraditi al Caimano....
Leggo sulla Stampa Mario Calabresi che si appella al principio democratico di maggioranza...Io credo che il padre si sia rivoltato più volte nella tomba a vedere l'ignavia e la pusillanimità di cotanto figlio.
Domando al direttore del quotidiano torinese : dov'è questo principio quando al Capranica viene scelto Marini e il giorno dopo ognuno fa per sé ?
Forse Calabresi Junior vuole suggerire a noi di centrodestra che se Prodi verrà eletto, come ormai sembra certo, a dispetto e contro di noi, dovremo rispettarlo per il principio di maggioranza ?
Lo dovremo accettare, certo. Ma rispettarlo proprio no.
Di Scalfaro ce n'è già stato uno, e almeno quando fu eletto non aveva già in partenza le stigmate di parte che ha Prodi.
Per cui , approfittando di un sistema stuprato - l'elezione parlamentare del presidente della Repubblica è figlia di un sistema proporzionale puro, non certo l'attuale - il centro destra devono subire un presidente partigiano.
Una domanda retorica ? Cosa avreste fatto, voi di sinistra, se a parti invertite , con il 30% dei voti elettorali, un quarto degli aventi diritto, approfittando del Porcellum , il centro destra avesse imposto BERLUSCONI ?
Non stavate nelle piazze ?
Un periodo così brutto, così livido, divisorio, io in Italia non me lo ricordo. Nemmeno gli anni di piombo furono così , perché le BR almeno questo "merito" lo ebbero : unirono.
Non ci sarebbe stato nessun nome utile, di pure sinistra, come Chiamparino, o imparziale, come Cassese o la Cancellieri, che sarebbe andato bene a voi tifosi dell'anti cav.
Dite di non volere l'"inciucio", ma in realtà volete SOLO un nemico di Berlusconi.
Bene, con Prodi l'avete. E l'Italia è spaccata più di sempre.
Applausi
Condivido totalmente le note piene di amarezza di Sergio Romano e di Polito sul Corsera di oggi.
Riporto la seconda


  “Anarchici e autolesionisti nel Pd” 



Visto il risultato, si direbbe che nel Pd i «franchi tiratori» sono stati quelli che hanno votato con il segretario. Nemmeno Alessandra Moretti, portavoce di Bersani, ha sostenuto la candidatura Marini: come se Paolo Bonaiuti prendesse le distanze da Silvio Berlusconi. Un partito può avere dissidenti, ribelli, contestatori, correnti; ma quando arriva all'esplosione anarchica e autolesionistica cui abbiamo assistito nel voto di ieri a Montecitorio, quando non c'è più né legame ideale né solidarietà personale né interesse politico a tenerlo insieme, vuol dire che il partito non c'è più, o che non c'è mai stato. Di chi è la colpa di questo disastro, che si riverbera anche sulle istituzioni? È facile rispondere: del leader e del suo gruppo dirigente. In pochi mesi è stato dilapidato un capitale politico immenso, ed è stata bruciata l'unica alternativa di governo che l'Italia aveva dopo il fallimento del centrodestra di Berlusconi, travolto dalla crisi finanziaria del 2011. Prima in campagna elettorale si è investito quel capitale nella ridotta di una sinistra storicamente minoritaria, con l'arroganza di chi mostra di non aver più bisogno di nessuno. E dopo il voto si è tentato di fare, nel giro di un mese, prima un governo con Grillo e poi un Presidente della Repubblica con Berlusconi, come se le due cose fossero compatibili, come se si potesse nutrire la base di carne di giaguaro e poi chiederle di farsi vegetariana. Il Pci poteva votare per il democristiano Cossiga; il Pds poteva votare per il democristiano Scalfaro. Ma il Pd non riesce a eleggere un candidato che non sia abbastanza antiberlusconiano. Ed è questo che ha condannato Marini. La maledizione della Seconda Repubblica continua. Se dopo la vittoria mutilata di Prodi nel 2006 ci vollero due anni perché fosse chiaro che il centrosinistra non era in grado di governare il Paese, stavolta sono bastati due mesi e la coalizione elettorale con Vendola si è già dissolta. Ma dato a Bersani ciò che è di Bersani, sarebbe sciocco non guardare più in profondità alle cause di questo disastro. Il fatto è che un terremoto politico sta squassando l'Italia, e il Pd ha costruito la sua casa e il suo insediamento elettorale proprio sulla faglia dove si scontrano la placca della conservazione e quella dell'innovazione, la democrazia parlamentare e quella plebiscitaria del web, lo Stato e il mercato. Questa collocazione avrebbe potuto essere felice, farne il protagonista del cambiamento, il partito meglio posizionato per guidare l'Italia fuori dalla sua crisi. Invece il Pd ha fallito la sua missione, e ora dovrà ricominciare daccapo, con altri leader e altri programmi, e chissà se ce la farà. Non è casuale che l'esplosione di un partito chiamato Democratico sia avvenuta sull'elezione del Presidente della Repubblica. Non c'è niente di più novecentesco nella politica italiana, niente che strida di più con la dittatura dell'opinione pubblica che ormai regge le società post-moderne. Come si può pensare di scegliere il Capo dello Stato riunendosi in tre o quattro persone in località segrete, scambiandosi rose di nomi come fossero figurine Panini, mentre là fuori impazzano sondaggi, test, interviste per strada, lobby organizzate, autocandidature, concorsi di bellezza, sfilate di star, editoriali di giornali? Ieri l'aula di Montecitorio ha dato 240 voti a un candidato arrivato terzo in un sondaggio tra frequentatori di un sito web, dei quali non sappiamo niente, nemmeno quanti sono e se sono veri: Stefano Rodotà è in politica dal 1979, tredici anni prima di Marini, ma il bacio del web lo ha fatto «nuovo». Perfino un fuggevole abbraccio in Parlamento tra Bersani e Alfano diventa oggi, nel tam tam della Rete, la prova provata dell'inciucio e la condanna finale del malcapitato segretario del Pd. È il nostro sistema di democrazia parlamentare che non regge più: dal dicembre del 2010, da quando Fini uscì dal centrodestra e vi entrò Scilipoti, viviamo di fatto in una crisi di governo perenne. La sinistra ha perso anni a difendere il sistema per mancanza di coraggio riformista, temendo che cambiarlo avrebbe portato il cesarismo, e ora è rimasta intrappolata sotto le sue macerie. Lì fuori c'è un tizio che le urla: arrendetevi, siete circondati. Metà delle sue truppe stanno già uscendo a mani alzate. Vedremo se l'altra metà obbedirà agli ordini ed eleggerà il Presidente che lui vuole.

3 commenti:

  1. Intanto le uniche piccole liberalizzazioni sono state fatte sotto il governo Prodi.

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    1. Troppo poco Nick...decisamente troppo poco. Prodi è anche l'uomo genuflesso a Bertinotti, pronto a far votare la settimana di 35 ore lavorative, che esiste solo in Francia ed è una sciagura nazionale. Ma l'elenco è lungo. E comunque, parliamo di un Presidente della Repubblica che non deve governare, ma GARANTIRE. Mentre Prodi è scelto solo perché garantisce ma anzi favorisce l'eliminazione di Berlusconi. Io non sono un fan del cavaliere, ma certo un presidente così partigiano....Perché non la Bonino ? Perché non Chiamparino ? Perché non Cacciari ? Sono tutti uomini di sinistra, ma hanno un difetto : non sono affetti dall'ossessione berlusconiana.

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  2. RAFFAELE MARIN

    Complimenti Stefano Turchetti!! Il tuo pezzo è ECCEZIONALE, grinta giusta.

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