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mercoledì 17 aprile 2013

"STASI E' COLPEVOLE ". PER ORA, LO DICE LA PROCURA. LA CASSAZIONE APPARE INCERTA


Alberto Stasi è colpevole, conclude il Procuratore Generale Aniello, e la sua (doppia, preciso io ) assoluzione deve essere annullata e ripetuto il giudizio d'appello.
Le posizioni garantiste del Camerlengo sono note ai lettori abituali. Così come la mia convinzione che, in coerenza col principio della presunzione di non colpevolezza e della condanna solo in caso di prove che superino il ragionevole dubbio, l'appello delle sentenze di assoluzione dovrebbe non essere contemplato.
In Italia c'era stato un progetto di legge in questo senso, e mi pare di aver letto che anche i Saggi di Napolitano lo avessero adombrato. Negli Stati USA più spesso è così.
Attenzione, è diverso il caso in cui vi siano NUOVE PROVE. Quindi NON rivalutazioni delle stesse, già giudicate da una Corte e che hanno portato all'assoluzione, ma NUOVE.
Allora la cosa è diversa. Nel processo Stasi leggo che ci sarebbe un capello ritrovato nella mano di Chiara Poggi, biondo, corto, che potrebbe appartenere all'imputato. L'esame dello stesso, per verificare o meno questa appartenenza, non è stato mai effettuato. In questo caso non ci troveremmo di fronte ad una prova nuova, ma ad un elemento che non è stato valutato, non so se perché considerato ininfluente o per altro motivo. Accusa e parti civili insistono molto su questo dato, però non conosco il processo - come la totalità di noi lettori e spettatori - e quindi non saprei dire.
Certo , Stasi non ha una faccia simpatica, la freddezza sempre manifestata, la condanna riportata - e definitiva - per la questione del materiale pedopornografico...Però l'antipatia non è un reato,  né la disapprovazione  deve condizionare il giudizio che non deve essere  MAI Etico in un'aula di giustizia (eppure c'è a chi piacerebbe...) ma di mero Diritto.
Certo, se la Cassazione ritenesse assente o incongrua la motivazione che ha scartato l'esame di una possibile prova, comprenderei, anche io garantista, l'annullamento con rinvio, e il nuovo processo.
Vedremo.
Intanto i tempi della CAmera di Consiglio si allungano, e questo non mi pare un buon segno per l'imputato, che pure dalla sua ha la doppia assoluzione...
Intanto di seguito l'articolo di cronaca giudiziaria sul Corriere.it





IN CASSAZIONE IL PROCESSO PER L'OMICIDIO DI CHIARA POGGI

Il procuratore generale: «Stasi
è colpevole, l'assoluzione va annullata» 

La sentenza potrebbe arrivare in serata

Chiara Poggi (Photomasi)Chiara Poggi (Photomasi)
Alberto Stasi è colpevole, l'assoluzione va annullata e il processo d'appello è da rifare. Questo, in sintesi, il contenuto della requisitoria del procuratore generale Roberto Aniello al processo di terzo grado nei confronti dell'ex studente bocconiano, ora praticante in uno studio di commercialisti milanesi, già assolto due volte dall'accusa dell'omicidio della fidanzata Chiara Poggi, avvenuto a Garlasco il 13 agosto 2007. L'imputato è arrivato in piazza Cavour a Roma con un'ora e mezza di anticipo, per assistere al dibattimento. Stasi, che non ha voluto rilasciare dichiarazioni, era accompagnato da due giovani legali del pool difensivo. Non si sono presentati invece in aula Giuseppe e Rita Poggi, i genitori di Chiara. I giudici si dovranno pronunciare sul ricorso avanzato da accusa e parte civile che contestano, in più punti, l'assoluzione dei giudici d'Appello di Milano pronunciata il 6 dicembre 2011. In primo grado l'imputato, processato con il rito abbreviato, era stato assolto dal gup di Vigevano il 17 dicembre del 2009 per «insufficienza di prove».
Fotostoria - Il giallo di GarlascoFotostoria - Il giallo di Garlasco
LACUNE E INCONGRUENZE - Alle 15 è iniziata l'udienza della prima sezione penale, presieduta Paolo Bardovagni. Il dibattimento si è aperto con la requisitoria del procuratore generale Roberto Aniello, secondo il quale nelle sentenze di primo e secondo grado che hanno assolto Alberto Stasi dall'accusa dell'omicidio si ravvisano «evidenti illogicità» e inoltre «lacune e incongruenze» e una «sopravvalutazione della prova scientifica». La richiesta è quindi quella di annullamento con rinvio ad altra sezione della Corte d'Appello.
LA TELEFONATA - Secondo il pg «l'autore dell'omicidio ben conosceva la vittima come pure la casa» e «non ci sono elementi che parlino di altre persone» all'infuori di Stasi «che potessero avere un movente per uccidere Chiara Poggi». Di più, secondo la pubblica accusa, Alberto Stasi la mattina del 13 agosto sarebbe stato colto dal «panico» e sarebbe rientrato a casa Poggi «per controllare se Chiara era viva o morta». «Stasi - ha spiegato Aniello - ha effettuato una serie di telefonate sia da fisso che da cellulare ad intervalli cadenzati, arrivando a fare ad un certo punto ben sette chiamate» in un breve arco di tempo. «Intorno alle 13.26, 13.27 - ha proseguito il sostituto procuratore generale - c'è stata una chiamata di Stasi al fisso della famiglia Poggi che ha avuto una risposta muta di dodici secondi data in automatico dal sistema di allarme» predisposto per attivarsi in tal senso. Stasi è quindi «rimasto in linea dodici secondi, un tempo non brevissimo - ha rilevato Aniello - ma interrogato non dirà mai di aver avuto questa risposta muta e di essere rimasto in linea per dodici secondi». In base a questo quadro «ritengo ragionevole che Stasi colto dal panico e credendo che la vittima si fosse ripresa sia entrato per controllare se Chiara fosse viva o morta. E forse ha fatto i primi gradini della scala su cui si trovava il corpo evitando consapevolmente le macchie di sangue».
La gioia di StasiLa gioia di Stasi    La gioia di Stasi    La gioia di Stasi    La gioia di Stasi    La gioia di Stasi
IL CAPELLO - La speranza dei Poggi è che sia cancellata la sentenza con cui più di un anno fa Stasi è stato assolto in appello e che il procedimento venga rinviato ai giudici di secondo grado, per consentire di effettuare il sofisticato accertamento sul capello corto mai eseguito durante le indagini preliminari. Per il pg è stato «incongruo» il rigetto dell'esame del capello, rinvenuto nella mano sinistra di Chiara Poggi. «Che sia caduto da solo o per effetto di una trazione non capisco che rilevanza abbia. È un capello della vittima o dell'aggressore e questo deve essere accertato», ha detto il pg.
Alberto Stasi all'uscita dalla CassazioneAlberto Stasi all'uscita dalla Cassazione    Alberto Stasi all'uscita dalla Cassazione    Alberto Stasi all'uscita dalla Cassazione    Alberto Stasi all'uscita dalla Cassazione    Alberto Stasi all'uscita dalla Cassazione
LA DIFESA DI STASI - «Durante i 6 anni del procedimento nessun giudice ha identificato gravi indizi di colpevolezza su Alberto Stasi». Lo ha detto il difensore di Stasi, Angelo Giarda, nella sua arringa, chiedendo che i ricorsi contro la sentenza d'assoluzione di secondo grado presentati dalla procura generale e dalle parti civili siano dichiarati inammissibili o infondati. Secondo l'avvocato, quello che «non ha funzionato è lo sforzo investigativo disposto dall'ufficio del pubblico ministero, che si è ostinato su Stasi». «Io ho anche pensato che potesse essere un caso di premeditazione con dolo d'impeto, ma lo abbiamo provato? - si è chiesto il legale - Ed era solo Stasi l'unico destinatario di queste ipotesi?». Secondo il legale, inoltre, «gli indizi evocati dall'accusa non attengono mai alla prova diretta del fatto principale, ma a profili di contorno». «La mamma di Chiara Poggi ha ragione a chiedere giustizia, ma non si può chiedere giustizia sulla testa di Alberto Stasi», ha detto.

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