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lunedì 13 maggio 2013

"NON POTEVANO NON SAPERE ", IL TEOREMA DELLA BOCCASSINI NEL PROCESSO RUBY


Per chi ha molta (ma molta) pazienza, riporto di seguito il resoconto che il Corriere della Sera fa della requisitoria del Pubblico Ministero, Ilda Boccassini, nel processo Ruby.
Alcuni colleghi di penale l'hanno seguita e hanno fatto questi commenti :

La mia tesi di laurea (nell'ormai purtroppo lontano 1972!) era sul reato di concussione: penso che se avessi argomentato allo stesso modo che sto continuando ad ascoltare sempre più esterefatto.... il mio status sarebbe rimasto quello di studente.(avv. Domenico Battista, Foro di Roma )

Gli elementi di diritto - secondo la moda corrente -non solo vengono omessi nelle requisitorie, ma sono sempre assenti nelle sentenze. In qualche raro caso si posono leggere vaghe formule quali: ritenuti sussistenti gli elementi costitutivi . . . Mentre sono ricche di elementi in fatto e di "regole di esperienza" che valgono solo per chi le enuncia. (avv. Renata Serci, Foro di Cagliari )


Due cose mi appaiono deboli. La consapevolezza dell'età e gli elementi indiziari su cui si fonda, e l'interpretazione della condotta tipizzata di induzione. Pare a me che si proceda ad una nuova forma di sussunzione. Invece che 'data la condotta la riconduco alla tipicità' si assiste al 'dato l'imputato ti giustifico la necessità di condannarlo' sia in punto di valutazione delle prove ( connotazione) sia in punto di riconducibilita' della condotta ricostruita alla fattispecie (denotazione). Nei processi contro Berlusconi non si connotano e denotano le condotte ma la persona! Ciò che avveniva nel terzo Reich col delitto per tipo d'autore. Non oggettivizzano la responsabilità ma la eticizzano! Ancora peggio.(Antonio De Simone Foro di Napoli ) 

Personalmente, la cosa che mi ha colpito di più, è la sequela infinita di "non poteva non sapere"....esteso a TUTTI...Berluscono non poteva non spare, Mora e Fede neppure e nemmeno gli ufficiali di polizia "non potevano"....E' questo quello che in Italia viene considerato il superamento del ragionevole dubbio ? "Non poteva non sapere "??
Comunque ecco il lunghissimo articolo. Aspetto che il Corriere dedichi lo stesso spazio alle arringhe difensive.
 

Processo Ruby, Boccassini accusa:
«Senza dubbio sesso con Berlusconi»

Il pm: «Non solo Emilio Fede era a conoscenza della minore età della ragazza, ma anche Mora»


«Non vi è dubbio che Karima El Marough abbia fatto sesso con Berlusconi e ne abbia ricevuto dei benefici». Lo ha detto il pm Ilda Boccassini, nel corso della requisitoria in corso al processo Ruby al tribunale di Milano, riferendosi alle feste dell'ex premier. «Le ragazze invitate ad Arcore facevano parte di un sistema prostitutivo organizzato per il soddisfacimento del piacere sessuale di Silvio Berlusconi», ha detto anche la Boccassini, riprendendo un passaggio della requisitoria del collega Antonio Sangermano, interrotta oltre un mese fa. E sul fatto che Karima El Mahroug, la giovane marocchina nota come Ruby, avesse meno di 18 anni, per Boccassini «non c'è dubbio che questo fosse noto» a Berlusconi e a chi organizzava le feste di Arcore nel periodo di settembre 2009. Per Boccassini, Ruby era diventata «la preferita, la più gettonata delle ragazze» e frequentava Arcore in tutte le «feste comandate». Berlusconi, compatibilmente con i suoi impegni istituzionali, «approfittava» proprio di quei giorni di riposo per ricevere le ragazze, e Ruby c'era sempre: Pasqua (che quell'anno cadeva il 4 aprile), 25 aprile, e primo maggio.
Ilda Boccassini durante la requisitoria (Ansa)Ilda Boccassini durante la requisitoria (Ansa)
PROSTITUZIONE E DENARO - E allo stesso modo «prima del 14 febbraio non abbiamo dubbi che Ruby si prostituisse», ha riferito Boccassini. Ruby, ha sottolineato, «ha una disponibilità di denaro che in altro modo non potrebbe avere». «Difficile poter credere - sono le parole del pm - che una ragazza possa avere mille euro in tasca facendo animazione, che vuole dire far ridere clienti stupidi. Difficile credere che qualcuno le potesse dare mille euro». Ruby, ha continuato la Boccassini, disponeva di contanti «spesso in banconote da 500 euro». La giovane riceveva molti sms da clienti con frasi «imbarazzanti» e in un caso «era stata vista in un locale con un signore di una certa età con una Bentley» e faceva «spese nei negozi del Quadrilatero» a Milano, dove comprava molti vestiti griffati. «Per acquistare una borsa nel quadrilatero della moda a Milano - sottolinea ancora Boccassini - si spendono non meno di 1500 euro». In seguito, Ruby «aveva da Berlusconi direttamente quello che le serviva per vivere in cambio delle serate ad Arcore». Le sale di Arcore Le sale di Arcore    Le sale di Arcore    Le sale di Arcore    Le sale di Arcore    Le sale di Arcore
FEDE E MORA SAPEVANO - «Il 14 febbraio 2010, al di là di ogni ragionevole dubbio, Emilio Fede, portando Ruby ad Arcore, sapeva che quella ragazza era minorenne perché era stato il presidente della giuria del famoso concorso di bellezza, quindi non poteva non sapere», ha detto Boccassini, nel corso della requisitoria in corso al processo di Milano. Secondo Boccassini, quella di Emilio Fede è una difesa «risibile», perché le sue dichiarazioni sono «ridicole». I protagonisti di quella serata, ha aggiunto, «sono Fede e Mora». «Mora - ha spiegato - aveva un interesse assoluto a favorire Silvio Berlusconi. La sua società era in fallimento, la sua vita attaccata a un filo e aveva bisogno di tanto danaro». «Il presidente Silvio Berlusconi - ha continuato - ha elargito una somma pari a circa 5 milioni di euro a Lele Mora, cercando di salvarlo dal fallimento. Soldi che lui ha intascato: in parte sono andati in Svizzera, in parte a Emilio Fede. Questo è il contesto del 14 febbraio 2010». E quel giorno «non solo Emilio Fede era a conoscenza della minore età della ragazza, ma anche Mora», ha concluso Boccassini, sottolineando che è stata la stessa Ruby ad dirlo. «Possiamo immaginare che una persona con cui aveva un rapporto di fedeltà come Fede non avesse detto a Berlusconi che aveva introdotto ad Arcore una minorenne?», è stata la domanda retorica di Boccassini.
LE BUGIE DI FEDE - La Boccassini ha esaminato nel dettaglio la sequenza delle celle agganciate dal cellulare di Fede la sera del 14 febbraio 2010. Il telefono rimane agganciato a Segrate, ha spiegato, fino alle 20.57. Dopo di che, fino all'1.37, risulta agganciato a celle della zona di Arcore. «Non v'è dubbio - spiega quindi - che anche lui si è recato ad Arcore» e, incrociando questi dati con quelli del cellulare di Ruby, «non v'è dubbio che la minore, che è arrivata con un taxi a Segrate, ha continuato il suo percorso ad Arcore con Emilio Fede». Sono false, perciò, prosegue, le dichiarazioni di Fede «quando dice che ad accompagnarla sia stato Mora. Anzi, Fede aggiunge, mentendo spudoratamente, che è stato Mora a dire di averla accompagnata».
IL FERMO - Per Boccassini, l'episodio del fermo di Ruby era «imprevedibile», ma le diffuse notizie di stampa di quel periodo davano «un quadro sulla sfera personale del premier che trascendeva la sfera personale e sfiorava ipotesi di reato. Questo non poteva essere sconosciuto dai funzionari della questura di Milano». Ruby era stata fermata in strada per furto perché Caterina Pasquino, una ballerina con cui divideva la casa, l'aveva accusata di averle rubato tremila euro da un cassetto. «Se da un lato Berlusconi era ben consapevole dei pericoli», «c'erano le sue paure», ha aggiunto Boccassini, «dall'altro chi intervenne in questura non poteva certamente ignorare che quella minore era da ricondurre nella sfera personale del premier». «Attorno al presidente Berlusconi - ha continuato - già si erano verificate disvelazioni pubbliche da parte dell'entourage familiare di Berlusconi, la vicenda Noemi» e la vicenda delle foto di Villa Certosa, ha ricordato Boccassini.
APPARATO MILITARE - Arrivando in questura a Milano la sera del 27 maggio 2010 Ruby non aveva con sé il cellulare, e quando la funzionaria della questura Giorgia Iafrate dice il contrario dice una «falsità suicida», successivamente «confermata da Berlusconi». Durante la sua requisitoria il pm, Ilda Boccassini, ha affermato che «si scatena un apparato militare» per evitare che emerga la verità su Ruby. «Pensate davvero che si scateni questo apparato - afferma il pm - per proteggere una minorenne che aveva fatto pena perché le avevano buttato l'olio bollente sulla testa? Veramente possiamo credere a queste risibili dichiarazioni?».
MINETTI - Per Boccassini, nel caso di Nicole Minetti «siamo di fronte a una rappresentante delle istituzioni che aveva un doppio lavoro: uno, quello di consigliera regionale, alla luce del sole, l'altro non alla luce del sole, quello di gestire le case delle Olgettine». L'ex consigliera del Pdl in Regione «sapeva che Ruby era minorenne». «Non potevano i funzionari della questura non sapere chi era Nicole Minetti, e soprattutto il vicario del questore, la cui funzione è proprio quello di sovrintendere i rapporti istituzionali con le autorità e le massime cariche». «La Minetti è consapevole della minore età di Karima. Sa che ha frequentato Arcore, che si è fermata a dormire, e sa quello che succede ad Arcore. È di tutta evidenza che la Minetti, nel momento in cui si precipita in questura, sapeva che la Karima era minorenne», ha detto Boccassini.
SOGNO ITALIANO - Ruby è stata «vittima del sogno italiano» in negativo, quello che hanno «le ragazze delle ultime generazioni in Italia», i cui unici obiettivi sono «entrare nel mondo dello spettacolo e fare soldi». Così Ilda Boccassini ha descritto la giovane marocchina al centro del processo. Il pm ha sottolineato come la ragazza vivesse in Sicilia in «un contesto umile ma di grande decoro», dal quale però aveva deciso di sfuggire «sfruttando la sua avvenenza e il fatto di essere musulmana» e quindi di potere accreditare, inventandola, la versione di un padre violento e padre-padrone. Ruby era «furba di quella furbizia orientale propria della sua origine». «I genitori sono persone umili che non riescono a tenerla a freno. Lei ha in mente un solo e unico percorso», ha sostenuto Boccassini. «Riesce a sfruttare - aggiunge - l'avvenenza fisica da un lato e il fatto di essere musulmana dall'altro, lasciando credere di subire il padre padrone e di essere scappata». LE LEGGI DEL SUO GOVERNO - «Prima di entrare nel merito delle imputazioni ascritte a Berlusconi - ha detto Ilda Boccassini - volevo ribadire l'importanza della tutela del minore al punto che sono intervenute due leggi importanti, una nel febbraio 2006, la numero 38, e l'altra nel marzo del 2008, volute dal governo Berlusconi», con lo scopo di combattere lo sfruttamento sessuale del minore. Silvio Berlusconi è quindi imputato anche per una legge introdotta dal suo stesso governo.
CONCUSSIONE - Parlando della notte tra il 27 e il 28 maggio 2010, quando Ruby venne affidata a Nicole Minetti dopo essere stata fermata e portata in Questura, Boccassini ha motivato l'accusa di concussione: «L'imputato è colpevole del reato di concussione perché, abusando della sua qualità, ha fatto in modo che la minore ricevesse un indebito vantaggio non patrimoniale consistente nella sua fuoriuscita dalla sfera di controllo della polizia; e per sé che non si disvelasse quanto accadeva nelle serate di Arcore».
MUBARAK - «Quando Ostuni chiama il Questore sa che quella di Mubarak è una colossale balla», ha detto Boccassini. Il procuratore aggiunto di Milano ha aggiunto che «la minorenne era già stata fotosegnalata» e che nel corso delle prime telefonate il capo di gabinetto della questura di Milano Pietro Ostuni era stato messo al corrente che Ruby aveva negato di essere la nipote dell'ex presidente egiziano.

11 commenti:

  1. PAOLO DAU

    Un teorema è una proposizione che, a partire da condizioni iniziali stabilite, trae delle conclusioni, dandone una dimostrazione

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  2. PAOLO DAU

    L'uso dispregiativo della parola teorema, in effetti, non l'ho mai capito....

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    1. Provo a ipotizzare : forse perché quando si parla di teoremi in campo giudiziario , tra le condizioni iniziali stabilite c'è già la scelta del colpevole ?

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  3. PAOLO DAU

    Ad esempio perché c'è una notizia di reato che riguarda un soggetto e che va istruita. Ma davvero vi hanno convinto che i magistrati si svegliano una mattina e si inventano una indagine?

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    1. ANTONIETTA LAZZARUOLO

      Caro Paolo, innanzi tutto stai interloquendo con Avvocati, quindi per cortesia evita demagogie legate ed un tuo sentire più politico che giuridico.

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    2. Vedi Paolo, la mia scarsa fiducia nella Magistratura non nasce nel 1994, ma nel 1983. E a mettermi in guardia da Magistratura Democratica ci pensò mio padre, Giudice ma di quelli che si acocntentavano di cercare di applicarla la legge, ritenendolo compito già arduo abbastanza. Dopodiché, oggi la penso come Adriano Sofri, che alla domanda "credi nella giustizia" usa rispondere "non sempre, ho imparato a valutare di volta in volta. Oggi sarei orientato per il no".Quindi alla tua domanda rispono anche io "dipende".

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  4. PAOLO DAU

    Punti di vista, Antonietta: a me pare demagogico il ragionamento inverso. Peraltro non ho alcun sentire politico. E da ultimo, mi perdonerai ma non accetto che mi si imponga il silenzio. Sto interloquendo con avvocati? E quindi? L'obbligatorietà dell'azione penale mi sembra un principio giuridico, e per giunta del più alto rango.

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    1. L'obbligatorietà dell'azione penale è UNA NORMA, non un principio. Tanto è vero che in molti la vogliono abrogare. La colpevolezza di un imputato va dimostrata oltre ogni ragionevole dubbio. Perché il principio di NON colpevolezza, quello invece è costituzionale. Sei sicuro Paolo di non esser eun magistrato piuttosto che un avvocato ? Scherzo. Per sdrammatizzare....

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  5. PAOLO DAU

    Io sono una persona, prima di tutto. Poi sono anche avvocato. Hai ragione, è una norma,ed è legittimamente discussa:ma finché esiste non si possono accusare i pm di aver sostenuto l'accusa, è solo il proprio lavoro. Non colpevolezza, certo, ma decideranno i giudici. Sostenendo che sia tutto un teorema vi state sostituendo a loro, senza nemmeno conoscere le carte.

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    1. Dopodiché, se uno apre il tuo profilo, pensa che forse non è del tutto vero che tu non abbia "alcun sentire politico" , cosa peraltro ovviamente legittima. COsì come è legittimo detestare Berlusconi, altra cosa palese sempre dai tuoi post. Essere di parte è lecito, ammetterlo è onesto.

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  6. Paolo, potremmo continuare in eterno, e sarebbe inutile perché è chiaro ad entrambi come la pensiamo. Francamente per me il problema è che purtroppo, proprio a causa di Berlusconi, riforme fondamentali della giustizia, e tra queste la cessazione della obbligatorietà dell'azione penale, dell'appellabilità della sentenza di assoluzione e più ancora la responsabilità civile dei magistrati (referendum disatteso) e la separazione delle carriere (solo in Italia esiste la commistione tra PM e Giudici) non si potranno fare. Io aspetto con ansia la pensione di Berlusconi, che magari chissà, certe cose si potrà provare a farle...E sono tutte cose richieste dal 90% degli avvocati che si battono semplicemnte per il giusto processo.

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