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lunedì 10 giugno 2013

DA ASTENSIONE FISIOLOGICA A MORTE DELLA DEMOCRAZIA

I.Marino
Marino ha vinto viva Marino.
Detto questo, stamane, a urne ancora aperte ma con i dati sull'astensione che ieri sera erano già allarmanti, con solo il 33% degli elettori che si erano recati a votare (ed era prevedibile che non ci sarebbe stato un sussulto stamane), avevamo postato questo commento su FB.


"Mettiamo conto che a Roma alla fine voti il 40% dell'elettorato. E mettiamo che Marino stravince col 60% dei voti. Vorrebbe dire, in concreto, che su 10 elettori lo hanno scelto come sindaco di Roma in due "e mezzo" . Poco più del 20% dei romani aventi diritto. Un trionfo !".
La previsione non si è allontanata molto dalla realtà. I votanti sono stati il 45%, e Marino vincerà con più del 60% dei voti. 
Correggendo al rialzo, Marino ottiene il consenso di tre romani su dieci.
Un carissimo amico e collega, Riccardo Cattarini, uomo di nobile impegno civico e liberal del PD, ha così commentato :
" Però, Stefano, premesso che non piace nemmeno a me, per quello che ne so è un dato comune a tutte le grandi democrazie occidentali. Anche con queste percentuali che a noi paiono irrisorie, in ogni caso gli italiani vanno a votare più dei tedeschi, degli inglesi e dei francesi, non parliamo degli americani."
Più o meno in linea un altro amico, Giuseppe Ricagni, che ha ricordato come :
" Chi dorme, non si può poi lamentare che i (pochi) pesci li ha presi qualcun'altro" e, ancora : "È la democrazia, Stefano... Se il tuo partito propone un candidato che non vuoi votare, non ti resta molto...".
Al che ho replicato : 
"Riccardo perdona, ma questa spiegazione è piuttosto ricorrente per giustificare questo problema, e mi sa molto di comodo. NOI non siamo né francesi , né gli altri. In Italia , da SEMPRE, la partecipazione italiana al voto è stata notevolmente superiore. Cala ora  perché stiamo diventando una democrazia matura ? Curioso, andiamo peggio in tutto, la gente va in piazza perché vuole voi politici ( dico voi perché tu sei anche un politico part time, anche se di quelli rari, perché bravo e onesto) appesi al lampione, però stiamo diventando più maturi...Non sarà invece che se ci mettete MARINO come candidato noi neanche con ettolitri di alka.seltzer lo riusciamo a digerire ???? LO stesso dicasi per Alemanno. L'unico segnale che possiamo mandare, invece del solito voto al MENO PEGGIO, è non votare. Last but not Least : tanta gente autorevole la pensa come me (tu leggi il Corsera quindi sai chi sono : Anais . che provocatoriamente ha proposto di dimezzare la durata dei mandati visto il dimezzamento dei consensi - , Polito, Battista, Galli della Loggia ). Ricolfi invece ricorda la stessa cosa che dici tu (perdona, non con originalità...tutti quelli del PD, DOPO queste elezioni a "vince chi perde meno", cantano questa canzone , visto che sono in testa, al netto di un'astensione mai vista ) , però con un memento : in quei paesi NON c'è la spaccatura verticale che c'è da noi tra "Sinistra" e "Destra". Molti di quelli che non vanno a votare lo fanno per indifferenza e menefreghismo (non è un granché come segno di maturità civica), molti altri perché non colgono abissali differenze tra i contendenti. C'è minore distanza oggi tra CDU e SPD che tra quest'ultima e la sinistra radicale tedesca. Da noi non è proprio così. Certo, se avessimo una classe politica capace e ammirevole, uno potrebbe anche prendersela con l'ignavia italica (che c'è, e che ora si estende anche al voto), ma francamente caro Riccardo ci vuole un gran coraggio a sostenere una cosa del genere. Il 25% dei voti finiti a Grillo sono lì a testimoniarlo. Insomma, se il segnale viene registrato, FORSE la prossima volta un Marino non ce lo mandate. Se no, occhio che basta qualcosa di appena poco meglio di Alemanno per superare il 20% di voti.... ".
Mentre io scrivevo così, mi accorgevo che uno dei giornalisti da me citati, il bravissimo Battista, aveva appunto elaborata l'analisi che segue :
Buona Lettura


IL COMMENTO

Nessuno parli di «calo fisiologico»

Il crollo dell'affluenza ai ballottaggi e le responsabilità dei partiti

Non è un calo, è un crollo. Nemmeno lo spirito municipale appassiona e porta i cittadini a votare. È il disincanto. Non una fatalità, ma un «no» secco e clamoroso.
Dicono: anche in altre nazioni democratiche, Stati Uniti in testa, le percentuali di voto sono basse, anzi ancora più basse di quelle, bassissime, riscontrate in questa tornata di ballottaggi. Già, ma prima non era così. E quindi va spiegato perché le cose sono cambiate tanto rapidamente, in misura così massiccia, con una scelta tanto corale e inequivocabile. Si dice anche che chi si astiene e non va a votare, si rannicchia nella non-scelta. E se fosse invece la scelta di non dover scegliere in un'alternativa improponibile, in un dilemma impresentabile, in un dualismo non all'altezza?

La città, poi, non è il Parlamento lontano e inaccessibile. Non è la Regione o la Provincia, che sono costruzioni fredde, frutto di un'ingegneria politico-geografica che non affonda le sua radici nel vissuto storico dei cittadini. La città è il luogo dell'orgoglio e della partecipazione. Il municipio è una bandiera, è il cemento che raccoglie i problemi sentiti come vitali e prioritari da milioni di persone. Se un mare di indifferenza travolge i municipi, è come se un pezzo importante del senso di una comunità venisse meno.
I partiti useranno il loro linguaggio legnoso per cercare di arginare la loro catastrofe, a prescindere dai vincitori delle singole competizioni: parleranno di calo «fisiologico», discetteranno sulla freddezza del secondo turno che mortifica il voto identitario. Ma non dicono che la fisiologia è sempre stata fisiologia, ma che in queste dimensioni diventa patologia. Che più della metà degli aventi diritto al voto si dichiari indifferente a chi sarà il proprio sindaco testimonia di un distacco inimmaginabile fino a pochissimi anni fa. Troveranno rifugio dietro le formule complicate delle leggi elettorali. Ma gli italiani vanno sempre meno a votare, con qualsiasi legge elettorale. I partiti faranno finta di niente, ma la prossima volta sarà ancora peggio. Si ritroveranno sempre più soli e più «delegittimati», con una democrazia sfibrata e stanca. Quando se ne accorgeranno?

1 commento:

  1. ARTICOLO CORRELATO : http://ultimocamerlengo.blogspot.it/2013/05/facciamo-una-cosa-dimezzati-gli.html

    FACCIAMO UNA COSA : DIMEZZATI GLI ELETTORI ? DIMEZZIAMO LA DURATA DEI MANDATI.

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