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martedì 18 giugno 2013

MAMMA LI TURCHI


Mamma li turchi era una battuta che mi ossessionò da piccolo a scuola ( il mio cognome è Turchetti, per chi non fosse andato a sbirciare nelle note biografiche del blog) .
E sicuramente un cognome del genere ha qualche commistione con quello che fu l'impero della mezza luna...non sono un appassionato ma mi pare che furono dei mercanti della Serenissima, che avevano abituali rapporti con i loro colleghi turchi,  ad assumere per questa ragione l'appellativo che si trasformò poi in cognome. Dopodiché questi mercanti si spostarono nelle Marche, dove si radicarono (e infatti il cognome è più diffuso in quella regione).
Conosco poco della storia della Sublime Porta, però non è stalo uno scherzetto : 623 anni ! Dal 1299 al 1922 (praticamente, pochi anni dopo la sconfitta nella prima guerra mondiale).  
Durante il XVI e il XVII secolo, al suo apogeo, sotto il regno di Solimano il Magnifico, esso era uno dei più potenti Stati del mondo, un Impero multinazionale e plurilingue che si estendeva dai confini meridionali del Sacro Romano Impero, alle periferie di Vienna e della Polonia da nord fino allo Yemen e l'Eritrea a sud; dall'Algeria ad ovest fino all'Azerbaigian ad est, controllando gran parte dei Balcani, del Vicino Oriente e del Nordafrica.
Dopo il disfacimento dell'impero, la Turchia è una delle porte dell'Europa sull'Oriente, e dopo la seconda guerra mondiale fa parte della Nato, alleato prezioso per quanto non sempre agevole degli Stati Uniti.
In particolare, l'ascesa di Erdogan sta progressivamente complicando le cose in ragione del suo islamismo, in contrasto con la concezione dello stato fortemente laica voluta da Kemal Ataturk. 
SI polemizza sul fatto che il mancato ingresso della Turchia in Europa ( a che titolo ? sfugge. Allora perché non Israele ? ) abbia spinto Erdogan a smettere una politica moderata, finalizzata proprio ad ottenere il visto europeo. Può essere vero, ma a me sembra che questa Europa stia morendo di tatticismi del momento, senza una visione certa e condivisa. Va bene il work in progress ma qui si esagera.
Intanto i polemisti in questi giorni si scatenano e tra questi Filippo Facci che ricorda, alla luce delle imprese di oggi del Premier turco, che non è che ieri le cose fossero molto diverse.
Certo, ora stanno peggiorando. E , con "coerenza" rara,   Germania e Francia, ieri tra quelle diffidenti all'ingresso di Ankara, oggi sono tra le più rammaricate della piega degli eventi. Motivo ?  La Turchia attuale ha maggior appeal economico-energetico.
E signori, quando gli ideali sono alti....
Buona Lettura

 
Appunto

Mamma li turchi. Ma tutti se ne accorgono soltanto ora

Verrebbe da chiedere: "Dove eravate?". Politici, istituzioni e giornalisti: tutti miopi sullo Stato guidato da Erdogan

Mamma li turchi. Ma tutti se ne sono accorti soltanto ora

 Sulla Turchia, però, verrebbe da chiedere un classico «dove eravate?» ai tanti che adesso si agitano per i diritti umani: anche perché a opporsi all'ingresso della Turchia in Europa (di 71 milioni di musulmani, cioè, in un'Europa che ne contiene solo 15 milioni) poco tempo fa c'erano solo quattro gatti leghisti e comunisti. Berlusconi magnificava «il grande amico» Erdogan, il Corriere della Sera ospitava articoli del ministro Frattini che esaltava le fantasmatiche riforme turche, la sinistra se ne strafotteva, il Vaticano taceva per paura di ritorsioni contro i cristiani armeni. E i giornalisti? Nel novembre 2006 Napolitano andò ad Ankara e auspicò «l'ingresso della Turchia come stato membro», ma gli inviati italiani gli fecero solo domande su Schifani e sul presidenzialismo. Intanto l'Herald Tribune e altri giornali del mondo si occupavano del caso Turchia per davvero, anche perché Ankara guardava apertamente all'Iran di Ahmadinejad e a una partnership militare con la Siria: le repressioni e i giri di vite contro la stampa erano all'ordine del giorno. E oggi? Forse ignorate che Francia e Germania hanno cambiato idea: sia benvenuta la Turchia nella Ue, come ribadito nel maggio 2012 con l'applauso di Mario Monti. Una questione economica, certo: anche se da un rafforzamento dell'Asse Berlino-Ankara c'è soltanto da temere. Le perplessità di ordine demografico e culturale? Chi se ne frega.

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