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sabato 26 ottobre 2013

E AL CONGRESSO DEI MAGISTRATI TRIONFA LA COMICITA' "LAVORIAMO TROPPO"


Sapevo bene che seguire le notizie provenienti dal congresso dall'associazione nazionale magistrati (piazza di Spagna..poveri eh ??!) non poteva che portare malumore e mal di stomaco. Però nemmeno si può ignorare la convention autoreferenziale del potere più forte di questo sfortunato paese, coloro che in meno di 25 anni sono riusciti a diventare non un ordinamento dello Stato, assegnato al ruolo di verifica del rispetto e applicazione della legge, ma coloro che controllano la giustizia, le leggi, i governi. E' evidente che di 8.000 magistrati, tra giudici e pm (tutti seduti insieme a congresso, poi ci vogliono far credere che in aula tornano soggetti separati..., perché hanno funzioni diverse...), molti non ci pensano affatto a vivere la loro professione. Chi perché proprio non gli interessa nulla di queste cose, chi perché convinto che essere giudici è ALTRO.
Però al congresso ci stanno i PRIMI.
 Vietti, il vicepresidente del CSM, prova a  esortare i magistrati ad evitare le «invasioni di campo», che «portano con sé il rischio di una generalizzata delegittimazione» dell’ordine giudiziario. Le toghe devono «evitare la tentazione di sostituirsi alla legge» e «sottrarsi alla logica del conflitto». Secondo Vietti «l’affievolimento della linea di confine tra giustizia e politica» è derivata dall’abolizione dell’autorizzazione a procedere. E a quel punto «qualcuno nella magistratura ha pensato che si potesse giustificare tutto, dall’uso soggettivistico del diritto, allo sfruttamento strumentale della gogna mediatica come punizione succedanea rispetto al processo, al carrierismo da indagine ed all’eccesso di protagonismo di alcuni pubblici ministeri, che finisce con il portare acqua al mulino della separazione delle carriere»
A parte la chiosa finale, che in nessun paese al mondo giudici e pubblica accusa fanno parte dello stesso corpo (un INCESTO), Vietti per una volta ci ha stupito, avendo il coraggio, lui che assomiglia molto a roger rabbit (il cartone però era simpatico) di dire cose talmente giuste da essere banali, ma in quella assise non sono parole gradite.
Ovviamente c'è chi tra lor togati si è risentito è ha spiegato che loro, poverini, sono "costretti" a "supplire" ai vuoti lasciati dalla politica e dai governi... La famosa giustificazione di Borrelli e i suoi di Mani Pulite...
Il segretario del sindacato (questo è l'anm, un sindacato, né più né meno) dei magistrati ha lamentato come ci sia voluto una legge (la Severino, fatta pure male,  detto anche da loro eh !) per stabilire un normale principio etico per il quale uno condannato ad una pena superiore a due anni sia incandidabile.
Domanda : ma a loro, come magistrati, che gli frega ? E' compito loro ???
Come cittadini, quando votano premieranno i partiti etici, i candidati specchiati, e così faranno gli altri. Se poi si ritiene che siamo un paese dove la maggioranza vota i delinquenti e quindi è meglio stabilire per legge dei paletti, d'accordo, ma cosa c'entrano i giudici in questo ? C'entra perché loro VOGLIONO essere i costruttori di questo stato ETICO, i levatori, sacerdoti e custodi...
Brrrr...
Per fortuna c'è stato chi ha deciso di sdrammatizzare e far ridere tutti, specie nel pubblico. Perché solo ilarità può suscitare l'esternazione per la quale " noi lavoriamo troppo".
Ora, va bene tutto, ma QUESTO !!!!! Vanno in udienza due volte a settimana , salvo raffreddori o altri impegni, poi certo, devono fare le sentenze a casa ( e questo si comprende perché non ci sono stanze per loro in tribunale. Se ci fossero, non ci andrebbero perché tra le mura domestiche si concentrano meglio...). A giudicare dal numero, dalla tempestività e dalla qualità delle stesse (parlo delle motivazioni, prescindo adesso dalla giustezza o meno), non mi sembra che nemmeno lì si dannino...
Se c'è un assente assoluto ai convegni delle toghe di potere (che anche noi avvocati abbiamo la toga, ma certo potere nessuno) è l'autocritica.
Anche la più piccola, il minimo sindacale.
Al massimo si gettano a mare i capri espiatori, che quest'anno ce ne hanno uno bello grasso : Ingroia.

Di seguito, il servizio di cronaca sulla giornata congressuale



Congresso Anm, i magistrati: "Berlusconi è un grave pericolo per la democrazia"

I magistrati al congresso Anm: "Il Cav un pericolo per la democrazia, l'amnistia un errore, la legge una porcata"

 Toghe contro tutti. Attacchi al Cav, Colle e Bossi-Fini: "In Italia lavoriamo solo noi"

"La rappresentazione della giustizia come funzione piegata a scopi politici, l'attacco scomposto alle sentenze, delle quali si impone il rispetto, e l'attribuzione alla magistratura di pregiudizi di carattere ideologico costituiscono non soltanto un oltraggio rivolto all'ordine giudiziario ma anche un grave pericolo per il sistema democratico". Sono le parole con cui il presidente dell'Anm Rodolfo Sabelli ha attaccato, senza farne il nome, Silvio Berlusconi. Ma al convegno delle toghe, il Cav non era l'unico obiettivo. Nel mirino anche Giorgio Napolitano per amnistia e indulto, oltre alla legge Bossi-Fini, che sarebbe "responsabile" per le stragi del mare.
No all'amnistia - Sabelli, al congresso dell'associazione dei magistrati, oltre a rivendicare l'autonomia del potere giudiziario, come detto, si lancia anche in un paio di incursioni nel campo del potere legislativo. L'amnistia e l'indulto sono "soluzioni effimere e provvisorie" se non sono accompagnate da "ampi rimedi strutturali". Dopo aver chiuso all'ipotesi avanzata più volte dal presidente Napolitano, il capo del sindacato dei magistrati si è comunque detto "consapevole della necessità di interventi urgenti che assicurino la civiltà del trattamento penitenziario e la finalità rieducativa della pena" e che l'adozione di provvedimenti di clemenza "spetterà al Parlamento". Poi Sabelli ha affondato il colpo sui provvedimenti adottati dai governi Berlusconi: "Si è approfittato delle necessità di riforma per piegarle a interessi di parte o a scopi di propaganda politica. Ne sono venute, negli anni, leggi ad personam" e riforme "incongrue e dannose".
Bossi-Fini criminogena - Sabelli schiera apertamente i magistrati contro la Bossi-Fini: è un "approccio inutilmente repressivo" quello che ispira "la legislazione penale in materia di immigrazione". Il capo dell'Anm arriva addirittura ad addossare alle leggi sull'immigrazione la responsabilità della tragedia di Lampedusa: "Tale approccio inutile e sbagliato ha offerto una tragica dimostrazione con le stragi consumatesi nelle scorse settimane nel mare di Scicli e di Lampedusa". Secondo Sabelli quindi per evitare naufragi, vittime ed annegamenti sarebbe utile o sufficiente cambiare "una demagogica retorica della sicurezza" e quindi bisognerebbe abrogare "il reato di ingresso illegale nel territorio dello Stato, reato palesemente inutile e dannoso".
Magistrati sotto attacco - Nella relazione del presidente dell'Anm si parla del clima avvelenato che "ha condizionato negativamente le iniziative di riforma legislativa". Secondo Sabelli la politica continua a proporre riforme a "scopo punitivo" contro i magistrati  e non riforme che mirino a migliorare la giustizia, gli attacchi punitivi sarebbero le proposte su "riduzione delle competenze del Csm, separazione delle carriere, eliminazione del principio di obbligatorietà dell’azione penale" e anche quella sull'introduzione della "responsabilità civile dei magistrati" 
Lavoriamo troppo - I magistrati ammettono che la giustizia non funziona, ma "la via delle riforme è ancora segnata da troppe timidezze, arresti, ripensamenti, errori: essa è dunque una via tuttora largamente incompiuta". Ovviamente le toghe si autoassolvono, non hanno alcuna responsabilità del cattivo funzionamento della giustizia, anzi ne sono vittime: "All'elevata laboriosità individuale dei magistrati continua a corrispondere, purtroppo, una scarsa efficienza del sistema". Un'autocritica e assunzione di responsabilità come non se ne vedevano da tempo...

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