CAMERON DIAZ IN "OGNI MALEDETTA DOMENICA" |
Galliani annuncia che se ne va, per GIUSTA CAUSA. E' offeso, e questo si può capire, per le dure parole pronunciate da Barbara Berlusconi che ha attribuito a lacune ed errori della società, guidata appunto dall'Adrianone rossonero (ma sempre con la supervisione del padre, che dubito assai che le scelte importanti siano fatte senza il placet del Padrone), la crisi attuale del Milan.
Personalmente non ho simpatia per Galliani, troppo tifoso, sanguigno, assai poco sportivo, però leggo da più parti che in 28 anni la fama di bravo dirigente se l'è meritata. Sicuramente ha vissuto in questi quasi 5 lustri un'epoca di successi sfolgorante, che tale è quella del Milan Berlusconiano (magari il Cavaliere avesse avuto pari successo in politica e soprattutto al governo dell'Italia). In un altro post ( http://ultimocamerlengo.blogspot.com/2013/11/dopo-lavviilimento-di-ieri-non-e-giusto.html ) avevamo elencato le stagioni del trionfo milanista (ricordo che il Camerlengo tiene per la Signora del calcio italiano...) ed elogiato il modo che più spesso (non sempre, com'è anche naturale) ha accompagnato questi trionfi, i campionissimi che sono stati portati a vestire la maglia rossonera. In tutto questo, di tutto questo, Galliani ha fatto parte, anche se in genere il Presidentissimo si è sempre arrogato i meriti principali. In sostanza i ruoli erano chiari : se il MIlan vinceva, il merito principale era di Berlusconi che aveva fatto tutte le scelte giuste : allenatore, giocatori, tattica. Quando si perdeva, era perché lui non si era imposto, e quindi a sbagliare poteva essere, a scelta, chiunque altro, compreso ovviamente Galliani. Per resistere a questo "sistema" Galliani è stato coperto d'oro e ha fatto una vita invidiabile girando il mondo alla testa di una delle squadre più grandi di sempre, per cui non può lamentarsi.
Avrebbe preferito un congedo migliore, e su questo difficile dargli torto, ma la Berluschina sembra aver preso i lati peggiori del papà. A me ricorda un po' Cameron Diaz, bravissima nell'interpretare ("Ogni maledetta domenica" di Oliver Stone ed un sublime Al PAcino) la presidentessa Pagniacci dei Miami Sharks, anche lei figlia di un padre dal passato vittorioso e glorioso, e desiderosa di emularlo, senza averne le capacità. Nel film va così, magari la Barbara, partita male, si mostra col tempo più brava.
Il Corriere della Sera riprende la notizia dell'ANSA e la pubblica così sul suo sito
L’amministratore delegato dopo le critiche di Barbara Berlusconi
Milan, Galliani sbatte la porta
«Mi dimetto dopo l’Ajax»
«Lascio per giusta causa, dopo grave danno alla mia reputazione»
Adriano Galliani (LaPresse)
«Con o senza accordo sulla buonuscita, mi dimetterò per giusta causa
fra pochi giorni, forse aspetto la partita di Champions contro l’Ajax
(11 dicembre, ndr)». Lo ha detto
all’Ansa, l’a.d. del Milan, Adriano Galliani, spiegando di avere
ricevuto «un grave danno alla reputazione», dalle critiche di Barbara
Berlusconi alla sua gestione del club. «Dimettermi prima della partita
con l’Ajax sembrerebbe un atto ostile verso la squadra per cui tiferò
tutta la vita», ha aggiunto Galliani. «Si è detto che il Milan spende
male e non ha una rete di osservatori come Roma e Fiorentina, ma la Roma
negli ultimi 5 anni è andata in Champions una volta e la Fiorentina
mai». «Il Milan - ha continuato - ha da due anni il bilancio in
pareggio, altre società hanno montagne di debiti. L’anno scorso tutte le
nostre squadre giovanili sono andate alle Final four». ELEGANZA - «Sono d’accordo con il ricambio generazionale ma fatto con eleganza, non in questo modo» ha aggiunto l’a.d. del Milan confermando l’intenzione di dimettersi dopo le critiche di inizio novembre da parte di Barbara Berlusconi alla sua gestione negli ultimi due anni.
IL FUTURO - Dopo avere dato le dimissioni dal Milan, Adriano Galliani lascerà passare «un po’ di tempo», prima di intraprendere nuove attività. «Per adesso non accetto nulla da nessuno - ha detto all’Ansa, l’a.d. rossonero - quando si è offesi bisogna avere la forza e l’intelligenza di far passare un po’ di tempo: bisogna essere lucidi per prendere decisioni». «Mi chiamano grandi presidenti anche dall’estero, e non capiscono cosa stia succedendo», racconta Galliani svelando di aver ricevuto la solidarietà da vari personaggi del mondo del calcio con cui ha trattato nei suoi quasi 28 anni al Milan. «Io sono andato a Madrid quest’estate per prendere Kaká senza un appuntamento e mi hanno aperto gli uffici del Real e quando sono andato nell’agosto 2010 a prendere Ibrahimovic al Barcellona il presidente Rosell è tornato apposta dalle ferie che aveva programmato con la sua famiglia». (fonte: Ansa)
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