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mercoledì 26 febbraio 2014

MEDICI CONTRO AVVOCATI : LA GUERRA DEGLI SPOT


Prima o poi doveva accadere. I medici  non ne potevano più delle cause sempre più frequentemente intentate loro, con lievitazione salatissima delle polizze assicurative senza parlare dello stress e dei costi dei procedimenti penali, quando viene intrapresa anche quella strada ( piuttosto spesso ).
Ricordo un amico primario che commentava : "ormai, al momento della Laura in Medicina , oltre al diploma ti consegnano l'avviso di garanzia". Con l'arrivo delle pubblicità di studi associati medico-legali che offrono assistenza per i casi di presunta malasanità, a costi zero e spesso con la promessa di lauti guadagni, la categoria dei camici bianchi ha reagito duramente e anche malamente.
Lo spot in cui vengono rappresentati degli avvoltoi che si aggirano sul delicato rapporto medico paziente obiettivamente non è roba da poco. Ci sono andati giù pesante. 
La replica del Consiglio Nazionale Forense è stata durissima, e vengono prospettate querele per diffamazione. I medici dell'Amami, che appunto hanno prodotto lo spot incriminato, non arretrano di un passo, come potete leggere nell'articolo sotto riprodotto, tratto dal Corriere.it .
Molti i commenti dei lettori, con probabilmente diversi avvocati, categorici nel difendere la propria posizione e nell'attaccare i medici, e altri lettori , sia medici che non, che contestano come la categoria forense, con la scusa della difesa dei diritti dei cittadini , lucri su cause spesso temerarie (obiezione : non c'è lucro laddove l'onorario è legato all'esito).
In effetti deve essere anche un po' la convinzione del legislatore che ha ideato una nuova norma che prevede, nel caso di condanna per lite temeraria, la responsabilità in solido dell'avvocato con il cliente  per le spese legali liquidate alla parte vincitrice (occhio che tale norma vale anche per i convenuti-resistenti, non solo per gli attori...).
I cittadini nel mezzo sono combattuti, perché la posizione critica nei confronti dei medici è cresciuta negli anni, con il moltiplicarsi dei casi di cattiva assistenza, finiti spesso sui media, mentre la diffidenza quando proprio non l'ostilità nei confronti degli avvocati è storica. Un pregiudizio sicuramente, per il quale però qualche colpa l'abbiamo. Non ho statistiche a portata di mano per dire se effettivamente la percentuale di errori poi riconosciuti risarcibili in sede di giudizio sia così bassa come sostengono i medici. Sicuramente in passato era difficilissimo  stabilire la responsabilità medica. Questo dipendeva sia dal fatto che poi erano dei medici che dovevano valutare il lavoro dei loro colleghi (il Giudice si doveva affidare al responso della CTU peritale), e prevaleva il principio del cane che non mangia cane, sia perché la sussistenza del nesso di causalità - deve essere  l'intervento sbagliato del medico a causare la mancata guarigione - veniva valutata con grande severità dei giudici. Adesso la giurisprudenza è mutata, e la perizia e l'attenzione che viene richiesta ai medici è molto più alta.
Si dirà che è giusto. E potrei essere d'accordo, con una avvertenza : valga per tutti.
E quindi deve valere per i GIUDICI, che invece pretendono, in nome della tutela dell'indipendenza e dell'autonomia, di essere praticamente degli irresponsabili, e anche per noi avvocati.
Sappiamo bene che fino ad oggi la responsabilità del difensore era legata esclusivamente al pregiudizio definitivo di una causa per inosservanza di termini sostanziali e/o procedurali. Casi tipici, ma pressoché unici alla fine, erano la decadenza e la prescrizione. Essendo la nostra una prestazione di mezzi e non di scopo, la causa persa non comportava mai conseguenze. Bene, non sarà più così. Anche da noi si inizierà ad entrare nel MERITO delle scelte fatte, delle impostazioni date, dello scrupolo con il quale l'azione, sia da attore che da convenuto, viene predisposta. Avverrà per gradi, ma accadrà. 
Sta già accadendo.




professioni contro

Avvocati contro medici, la lite sullo spot

Il tema dei contenziosi legali per i medici continua a far discutere. La polemica dopo lo spot contro gli «avvoltoi»

 
Un’immagine dello spotUn’immagine dello spot Professionisti contro. Come non era difficile da prevedere, lo spot «Medici-Pazienti-Avvoltoi» dell’Associazione di medici Amami non è piaciuto agli avvocati. Che per bocca del Consiglio nazionale forense annunciano una «formale diffida» volta ad «ottenere il ritiro, dal web e da ogni altro canale, dello spot presentato ieri nel corso di un convegno che risulterebbe essere stato patrocinato dal ministero della Salute». Da qui l’invito del Cnf allo stesso ministro Lorenzin a «prendere le distanze da un’iniziativa dai contorni diffamatori» e ad «assumere tutte le iniziative necessarie ad affermare la propria estraneità e non condivisione di tale iniziativa pubblicitaria». Nel video Amami scorrono immagini di avvoltoi, mentre una voce fuori campo invita i cittadini a diffidare di quanti, in attesa, sono «pronti a gettarsi sul medico che non ha saputo fare miracoli», «approfittano della buona fede dei pazienti», «promettono facile arricchimento con cause milionarie». Il Consiglio forense definisce «di assoluta evidenza la volgarità dell’operazione diffamatoria, genericamente compiuta ai danni di una intera categoria, altamente lesiva della dignità di una professione deputata costituzionalmente alla difesa dei diritti dei cittadini».Riservandosi di procedere «in tutte le opportune sedi penali e civili», il Cnf «richiama al rispetto del senso etico ogni professione, anche nei reciproci rapporti, nella convinzione che i toni e le forme diffamatorie assolutamente generalisti nuocciano alla corretta analisi dei fatti e, in fin dei conti, nuocciano proprio a quei diritti che si dichiara di voler tutelare».
LA REPLICA DEI MEDICI - La risposta arriva immediata dai medici . Il video prodotto dall’Amami, lanciato ieri, arriva dopo gli spot e gli annunci pubblictari di studi legali che invitano a denunciare i presunti casi di malasanità in tribunale. «Gli unici che hanno diritto a offendersi e ai quali siamo pronti a chiedere scusa sono i volatili - sottolinea l’associazione dei medici in una nota - che rivestono un importante ruolo nella catena alimentare cibandosi di cadaveri e non assalendo professionisti vivi che operano ogni giorno per il benessere dei cittadini». «Alcune categorie professionali ci hanno diffidato e minacciano querele - osserva l’Amami - Colpisce pensare che per alcuni il messaggio fosse loro indirizzato. Infatti, è ben lungi da noi voler individuare una categoria professionale quale responsabile dell’aggressione mediatica, pubblicitaria e risarcitoria che da anni prende di mira i medici attraverso iniziative di ogni genere». L’Amami, dunque, non ritiene che «gli avvoltoi della malasanità appartengano a uno specifico ordine professionale. Ce ne sono alcuni tra i medici, tra gli avvocati, tra i giornalisti e molti altri per i quali non è ancora stato inventato un ordine professionale». (Agi/AdnKronos)

9 commenti:

  1. ANTONIETTA LAZZARUOLO

    Una volgarità gratuita, a prescindere.

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    1. CATALDO INTRIERI

      certo, ma è vero che i tempi difficili stanno esaltando il lato rapace della professione e le vittime sono anche tra di noi, la pratica di strappare clienti è seguitissima

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    2. "AVVOCATO, sa per quel divorzio, mi aveva chiesto 2.000 euro...mio marito ha un suo conoscente che lo fa per 700"

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    3. CATALDO

      appunto stefano, perchè indignarsi?

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    4. L'indignazione la trova abusata da un po' di tempo in qua. Certo, lo spot è pesante e sicuramente pecca di generalizzazione. Queste cose ci sono, ma indurre l'associazione avvocato=avvoltoio sembra troppo anche a me, che non sono un difensore della nostra categoria.

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  2. STEFANIA CESTARI

    credo che lo spot sia sbagliato a prescindere. Alla base di una azione civile di questo genere, c'è sempre una perizia di parte che giustifica la richiesta risarcitoria...che se la prendano con i loro colleghi!

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  3. CRISTINA BADALOTTI

    LA GENERALIZZAZIONE L'HANNO FATTA INSISTENTEMENTE CON SPOT E PUBBLICITA', STUDI LEGALI A CACCIA DI CLIENTELA E DI PECUNIA.. SPOT E PUBBLICITA' OVUNQUE, QUELLE SI' VERGOGNOSE. IL GIORNO IN CUI QUALUNQUE ALTRA CATEGORIA PROFESSIONALE PAGHERA' DI RC PROFESSIONALE, QUELLO CHE PAGA UN CHIRURGO, PER POTER LAVORARE, AMMESSO E NON CONCESSO CHE RIESCA A TROVARE UNA COMPAGNIA ASSICURATIVA DISPOSTA A GARANTIRLO, AVRA' ANCHE DIRITTO A REPLICARE... DOPODICHE' LA LORENZIN FARA' BENE A CHIARIRE UNA VOLTA PER TUTTE COSA INTENDE FARE DELL'OBBLIGO ASSICURATIVO PER MEDICI E INFERMIERI...DATO CHE UNA RC COSTA COME DUE - TRE MENSILITA' QUANDO VA BENE O A CURARE I PAZIENTI CI MANDERA' LE SCIMMIE E GLI APPRENDISTI STREGONI.

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    1. Cristina, il problema esiste, come ha giustamente rilevato Massimiliano. Però la reazione è stata scomposta, per quanto riguarda QUESTO post. La stessa associazione ne ha fatti anche altri, li ho visti guardando qua e là, ed erano in chiave positiva, volti a ricordare impegno e difficoltà dell'attività medica. Ripeto, l'allusione-associazione avvocato = avvoltoio è troppo su. Ce ne sono sicuramente, magari folta minoranza, forse destinati ad aumentare causa crisi economica da noi accentuata dal nostro numero tracimante. Però veramente questa volta la generalizzazione è crassa, palese e di pessimo gusto.

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  4. MASSIMILIANO MELIS

    Come ricorda l’avv. Vanzin, responsabile scientifica di un corso FaD sul tema «…ogni aspetto dell’attività medica e sanitaria in genere, è stato sottoposto ad una pregnante ed innovatrice opera di revisione giurisprudenziale sotto la spinta di un contenzioso crescente, peraltro non sempre correttamente e coerentemente fondato in fatto ed in diritto, riflesso di una società che esalta il rischio in economia, ma respinge la malattia e la morte e, nell’illusione di sconfiggerle, dilata a dismisura l’area della vigilanza… un Autore [già], sul finire degli anni ‘90, parlava di “borsa del diritto” ove il titolo “responsabilità del medico” risulta “in costante rialzo”...»
    Siamo onesti: la generalità dei consociati è oramai affetta da mania querulatoria, e l’idea che il Cliente possa non avere ragione non alberga molto spesso tra i legali…

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