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giovedì 6 marzo 2014

IN EUROPA UNA DONNA SU TRE SUBISCE VIOLENZA. IN TESTA I MITICI PAESI SCANDINAVI. ITALIA SOTTO LA MEDIA. UE


Bè in effetti questi numeri sono sorprendenti. In Europa 62 milioni di donne denunciano di avere subito nella loro vita qualche forma di violenza. SI va dalla molestia occasionale, allo stalking, alla vessazione psicologica, allo stupro. Gli autori dell'indagine hanno tratto queste conclusioni dall'esame di un campione di 42.000 donne, che viene definito "altamente significativo". Mi verrebbe da dubitarne, visto che su di esse vengono poi stabiliti dati che fotografano (dovrebbero) la realtà di qualche centinaio di milioni di persone, ma non sono un esperto di analisi dei dati (ci vorrebbe Ricolfi).
Fidandoci della ricerca, abbiamo peraltro la conferma di considerazioni fatte a suo tempo da Filippo Facci e anche quelli del Post : in Italia, facendo un'analisi comparativa, NON c'è un'emergenza violenza, nel senso che in Europa va molto peggio ; inoltre, e incredibilmente, i paesi dove le donne sono trattate peggio sono quelli dove l'emancipazione femminile è una realtà. Cade quindi l'equivalenza  emarginazione = violenza. Pare non essere così. 
Certo, poi ci sta anche che nei paesi scandinavi le donne denunciano come molestia anche il complimento pesante, mentre negli altri paesi si è restie a confessare all'Autorità Giudiziaria uno stupro, e questo agisce sulle statistiche. Ma resta il dato oggettivo che in Svezia, Norvegia, Danimarca, le donne non se la passano affatto bene.
Leggere per credere








Rapporto europeo choc Una donna su tre è vittima di violenza
Il 67% non denuncia. Italia sotto la media

Più dell’intera popolazione italiana: sono 62 milioni le donne in Europa che hanno subito violenze fisiche o sessuali (o entrambe) a partire dall’adolescenza. Una su tre di tutte quelle tra i 15 e i 74 anni che vivono nei 28 Paesi dell’Unione Europea. Non solo, quasi sette su dieci (il 67%) di coloro che hanno subito abusi dal partner non lo hanno denunciato né si sono rivolte a centri antiviolenza. La percentuale sale al 74% se gli abusi sono commessi da persone diverse dal partner. È quanto emerge dal primo rapporto dell’Agenzia Ue per i diritti fondamentali (Fra) sulla violenza contro le donne, presentato ieri a Bruxelles, la più grande indagine di questo tipo mai svolta a livello mondiale.
«I dati mostrano una tendenza diffusa a non riportare alle autorità la violenza contro le donne — ha detto ieri il direttore del Fra Morten Kjaerum —. La nostra indagine mostra invece che è una violazione dei diritti umani diffusa in tutti gli Stati dell’Ue». La ricerca europea si basa su una serie di domande poste a un campione statisticamente significativo di 42 mila donne. Due intervistate su dieci hanno risposto di aver subito violenza fisica o sessuale da parte del partner; cinque su dieci di essere state vittima di stupro, mentre quasi la metà (il 43%) ha subito abusi psicologici da parte di un partner o di un ex, è stata per esempio minacciata o costretta a guardare contro la sua volontà materiale pornografico. Il 18% delle donne, inoltre, ha rivelato di essere stata perseguitata da stalker.
Eppure il quadro potrebbe essere ancora più fosco: confrontando i dati, si vede infatti che i più alti tassi di violenza «riferita» sono nei Paesi in cui la condizione della donna è migliore. Possibile che il tasso della Polonia sia solo del 19% contro il 52% della Danimarca? «Questo tipo di indagini serve ad aggirare il fatto che i reati di violenza hanno le più basse percentuali di denuncia, ma la percezione di chi risponde può comunque influenzare i risultati», dice la psicologa Anna Costanza Baldry, che su questi temi forma anche le forze dell’ordine. «I bassi tassi nell’Europa dell’Est sono un’eredità del socialismo reale: l’ideologia dell’epoca negava la violenza domestica perché il comunismo “doveva” aver realizzato l’uguaglianza, anche quella tra uomini e donne», spiega Marina Calloni, docente dell’Università Bicocca di Milano e ambasciatrice per l’Italia della fondazione Edv contro la violenza sulle donne. Gli abusi, quando non sono «previsti», vengono anche percepiti meno.
L’Italia, secondo il rapporto, è ai livelli più bassi dopo le repubbliche post socialiste: le donne che riferiscono di aver subito violenze da un partner o un ex sono il 19% (come in Portogallo e Grecia, contro una media Ue del 22%) e quelle che ammettono abusi psicologici sono il 38% (contro il 43% della media Ue). Per le molestie la percentuale sale al 51% (la media Ue è del 55%, la punta è l’81% della Svezia). «Viene da chiedersi se non possa dipendere da una minore consapevolezza e da una diversa sensibilità alle molestie, a partire da quelle verbali, rispetto al Nord Europa — ragiona Marina Calloni —. Ed è significativo che in Italia le donne che tendono a denunciare di più sono le laureate». La «rassegnazione» alla violenza è anch’essa un fatto di mentalità. Non a caso una delle priorità della Convenzione di Istanbul contro la violenza di genere, ratificata l’anno scorso anche dall’Italia, è lavorare sui modelli culturali per favorire le denunce e prevenire gli abusi.
Elena Tebano

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