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venerdì 28 marzo 2014

LA LIBERTA' DIFESA DALLE ARMI DEGLI ALTRI


L'Europa è stato il continente che ha fatto scoppiare le due guerre mondiali, decine di milioni di morti, città distrutte come Berlino, Dresda, Mosca, Stalingrado, Leningrado (l'odierna SanPietroburgo), solo per citare le più colpite. Non è che i secoli precedenti fossero stati pacifici, anzi.
Dal 1945, dopo aver visto da vicino l'abisso, i popoli europei si sono calmati, e grazie anche al deterrente atomico, hanno conosciuto una pace che dura ancora e che nessuno pensa potrà essere seriamente minacciata. La guerra è cosa "d'altri". Del resto, estinguendosi man mano le generazioni nate negli anni 20 e 30, nessun cittadino europeo ha veramente conosciuto quella tragedia, che quelli nati negli anni '40 erano piccoli per ricordare nitidamente. 
Risultato : per l'Europa la guerra è una cosa che non c'è, e quindi perché devono esserci gli eserciti ? Perché spendere soldi in un aereo come l'F35 che, da solo, vale due ospedali ? Questo tipo di retorica credo che ogni famiglia la trovi rappresentata in almeno uno dei suoi esponenti.
Naturalmente i pacifici europei sono gli stessi che oggi, per paura dei ladri e dei criminali, vorrebbero più poliziotti per le strade, migliaia di telecamere a sorvegliare ogni angolo delle città, e sì, anche l'esercito, da mandare in qualche loro regione considerata di frontiera.
Insomma ci dobbiamo difendere da noi stessi, che da fuori invece nessuno ci disturberà più...
Siamo veramente così convinti ? Pensiamo seriamente che qualcosa (la Pace) che in migliaia di anni è durata il soffio di nemmeno un secolo, si perpetuerà SOLO da NOI, mentre nel resto del mondo qua e là, purtroppo, qualche conflitto, anche civile, scoppia, con decine di migliaia di vittime e milioni di profughi ? 
Io me lo auguro ovviamente, però non ne sarei così certo. E comunque, anche per contribuire a  preservare questo miracolo della Pace, forse, come dicevano i romani antichi ( si vis pacem, para bellum), dissuadere i potenziali aggressori facendo capire di essere attrezzati per farli pentire non è cosa del tutto desueta. Addirittura Berlinguer disse che si sentiva più sicuro sotto l'ombrello della NATO.
Ecco, quell'ombrello è sempre più piccolo, eppure aumentano i paesi che si vogliono mettere al suo riparo...
Il 72% di tutti i costi dell'Alleanza sono sostenuti dagli USA, che ci dedicano il 3/4% del loro PIL, tutti gli altri paesi veleggiano sull' 1% (violando peraltro la regola del Patto, che vorrebbe un contributo non inferiore al 2%), noi tra questi.
La ritenete una cosa equa ? Saggia ?
Io no.




ma la Nato in Europa sta Giocando al Ribasso
Spese militari in calo di fronte 
a Mosca che si riarma
 
 L’ultima volta fu due anni fa, aprile 2012: ultima esercitazione congiunta fra Russia e Nato, al computer, simulazione di una difesa antimissilistica. Ma da allora, e già prima di allora, quante cose erano e sono successe. Negli ultimi 10 anni, Vladimir Putin ha aumentato del 79% le spese militari della Russia e oggi vi dedica il 4,5% del suo prodotto interno lordo. Nello stesso periodo i 28 Paesi Nato, piccoli o grandi, tagliavano alla grande i loro bilanci, incalzati dalla recessione economica. Giù le armi, almeno nei registri contabili: i militari dell’Alleanza, da 1.940.342 che erano nel 2006, sono scesi a 1.453.028 nel 2012. Il Canada ha abbattuto le sue spese militari per una somma pari al 7,6%, del Pil, l’Ungheria per l’11,9%, la Spagna per l’11.9%, l’Italia per l’10,3% (prima del presunto cambio di rotta sugli F-35). E così via.
Oggi gli Usa, che pagano il 72% di tutti i conti Nato, spendono in armi il 4% del loro Pil, meno della Russia. Secondo i dati dell’Agenzia europea della difesa e di altre fonti ufficiali, la Germania sta all’1,3% la Francia all’1,9%, l’Italia all’1,2%, e la spesa minima prevista per essere membri a pieno titolo della Nato è (sarebbe) pari al 2% del Pil nazionale. E se Mosca azzannasse di colpo un’altra Crimea, magari il bacino ucraino del Don? Lo «spread» fra i titoli di Stato, scherza un ufficiale nella sala mensa del quartier generale Nato a Bruxelles, non basterebbe a respingere i cosacchi. La Nato e il Pentagono promettono piena copertura ai Baltici e alla Polonia. Ribatte l’acre Wall Street Journal : «I tagli ai bilanci hanno reso più difficile la possibilità di adempiere ai compiti più importanti della Nato», e oggi abbiamo sul campo «forze che non sono pronte, né addestrate, né sufficientemente armate».
È per tutte queste ragioni che Barack Obama, l’altro giorno a Bruxelles, ha detto di essere preoccupato «per le spese della difesa in calo fra alcuni nostri alleati Nato». È sempre per le stesse ragioni che Anders Fogh Rasmussen, segretario generale della Nato, si è rivolto a Obama con parole che avevano il tono di un appello: «La difesa collettiva dei nostri alleati è un obiettivo primario per la Nato e io mi unisco a lei, signor presidente, nella sua richiesta di misure aggiuntive, così da rafforzare la nostra difesa collettiva: misure che includano piani di difesa aggiornati e più avanzati, esercitazioni rafforzate e spiegamenti appropriati di forze». Libera traduzione in chiaro, dal prudentissimo codice diplomatico: stiamo, state spendendo o facendo troppo poco, alcuni governi non fanno la loro parte, così ci indeboliamo mentre i nostri avversari o potenziali avversari non si distraggono e non lesinano i fondi, grazie anche ai loro gasdotti.
Eppure è da anni, prima e durante Obama, che Washington riduce il suo apporto alla Nato, forse per indurre gli alleati ad essere più generosi: verso il 1998 volavano 800 aerei militari americani nei cieli europei, oggi sarebbero più o meno 130.Lo stesso Obama ha fatto capire di recente che le spese militari americane saranno ridotte entro un paio d’anni al livello più basso dai tempi del dopoguerra, e questo significherà il quasi-digiuno per le casse della Nato. Come in una gigantesca partita a poker, 28 giocatori stanno seduti allo stesso tavolo davanti a un piatto vuoto, guardandosi di soppiatto: e ognuno, quando tocca a lui la parola, spera di cavarsela con il classico «passo», o al massimo di buttar nel piatto un innocuo «chip», la minima delle puntate. Ma questa volta, a distribuire le carte, è l’uomo del Cremlino, e nessuno sa bene quanti «jolly» si nascondano nel mazzo. I documenti della Nato disegnano bene quanto sia pesante la situazione. Come in questo caso, testuale: «Il sistema raggiungerà la sua piena capacità operativa nella prima metà del prossimo decennio». Cioè entro il 2025. E il «sistema» di cui si parla è lo scudo contro i missili balistici progettato dalla Nato per il suoi 28 Paesi membri, cioè l’arma più completa, più indispensabile e urgente di difesa .
A febbraio, nel quadro di questo progetto, ha gettato le ancore in un porto spagnolo l’incrociatore americano lanciamissili Donald Cook ; si avvale di Aegis, un sofisticato sistema radar, e con i suoi missili intercettori può individuare, tracciare e abbattere missili balistici intercontinentali (per esempio in arrivo dalla Russia, dalla Cina, dalla Corea del Nord). Secondo i progetti, al Donald Cook si aggiungeranno altri 3 incrociatori. Pattuglieranno tutto il Mediterraneo, pronti ad intervenire a fianco della Nato. Grazie anche a batterie antimissili terrestri che proteggeranno la Romania e la Polonia: nel primo caso dal 2015, e nel secondo dal 2018. La copertura totale di tutti i Paesi membri, hanno spiegato autorevoli fonti Nato, sarà un «obiettivo a lungo termine» dell’Alleanza, che garantirà «protezione piena alla popolazioni europee». Sempre che molto prima, al Cremlino, dal mazzo non salti prima fuori un altro «jolly».

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