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venerdì 7 marzo 2014

LA VERSIONE DI RENZO. STORIE DI ORDINARIA UMANITA'



 

Accade una cosa strana.

Un lettore saltuario del Camerlengo, cultore più del comparto STORIE, cioè i post dedicati a vicende ascoltate da conoscenti , amici, a volte anche sconosciuti che si sfogano in rete, decide di inviarmi una pagina di una sua vicenda amorosa.

Per capirla, qualche breve accenno biografico del “nostro” narratore è necessario.

Uomo di 45 anni, piacente, non stupido, capace di simpatia e slanci di generosità.
Assolutamente non cattivo (ma devo dire che io nella mia vita di persone cattive ne ho incontrate pochissime, sicuramente una, forse due , quindi non mi pare una qualità).

A 42 anni si separa di fatto dalla moglie,  dopo vent’anni insieme , di cui quasi 15 di matrimonio.
Durante quegli anni Renzo, solito nome di fantasia, anche se mi pare in questo caso non ci siano problemi di identificazione (almeno, non per lui ) , sembra essere sereno, soddisfatto. Ha un buon lavoro, che conduce con discreta capacità (riscattando trascorsi scolastici dove non era stato esattamente l’orgoglio dei genitori) , è molto legato alla famiglia di origine (dove spicca per profonda umanità la madre), sorelle comprese, ha buoni rapporti con tutti, senza approfondire più di tanto.
Con la moglie va d’accordo, in un menage dove lo scambio è protezione e accudimento (lui), subordinazione e serenità (lei) . In 20 anni non si hanno notizie di flirt o relazioni. Uno fedele.
DI questi tempi…
A 40 anni scocca la diana…e i sismografi avvertono un brontolio che anticiperà il terremoto, che scoppia due anni dopo.
Il matrimonio, fonte di tranquillità e calmiere delle ansie cui Renzo  è predisposto, viene improvvisamente giù, come un castello di carte.
Tutta quella “calma” piatta, la routine, le cose sempre uguali, insomma le cose rassicuranti di sempre, diventano una gabbia soffocante.
La fuga è a portata di mano, e si chiama FACEBOOK.
Sul social network Renzo   inizia a giocare, facendosi  degli amici e soprattutto tante amiche. All’inizio tutto rimane virtuale, ma poi il nostro prende coraggio e si “butta”.
E scopre quanto possa essere “facile”.
A quel punto il matrimonio è finito, che con tutto l’affetto del mondo per la moglie, quel capitolo è chiuso.
Inizia un tour divertente, fatto di parecchi casini, tutto sommato innocui, e , come avviene, capita anche l’incontro speciale.

Che Renzo  racconta così


Il tutto nasce dalla fine di questa storia, iniziata circa tre anni fa. All’appello mancavano
circa 20 anni, persi a causa di scelte troppo avventate, superficiali. Perché non riprovare
a recuperare almeno parte di quegli anni, cercare di colmare un parte di quel vuoto.
Troppo semplicistica l’affermazione “gli anni persi non si recuperano”…
 Sicuramente si possono vivere quelle emozioni – passioni saltate.
Quello fondamentalmente cercava.
 ........
L’ultima storia nasce per caso, forse, un messaggio di troppo.
Lui proveniente già da altre avventure la trova “ideale” ( ma poi cosa vuol dire “ideale ?)  
 Inizia la frequentazione, colma di passione inizialmente, almeno da parte sua, lui generoso, molto
generoso, e questo sarà uno dei primi problemi.

Segue quindi il riferimento a momenti appassionati, emozionanti, dove lei viene descritta molto bella (potenza dell’amore) , ma dove pian piano s’insinua il sospetto che questa passione sia più auto alimentata, che la fusione che lui prova, in realtà è solo sua, che l’”altra” non si lasci veramente “attraversare”.
La sensazione di stare “investendo” troppo su un soggetto che forse non lo merita si fa strada, alimentando un temperamento per natura sospettoso con tutti, tranne quelli della “famiglia”,  fino all’”incidente”.
La coppia entra in crisi a causa di un sospetto tradimento di lui.
Renzo  lo nega, ma devo dire piuttosto debolmente, forse sa di mentire o forse non è questo il punto che lo interessa. Quello che lo colpisce, sembra, è il fatto che lei, pur passando da un litigio all’altro, pur non fidandosi , resti con lui.
Perché ? si domanda. La risposta da secoli et seculorum è SEMPRE la stessa :  “perché ti amo troppo”.
Ma lui – che forse non abbonda di autostima – non è convinto.
E così va a “vedere”.
Come ? Lascia al negozio di lei il proprio cellulare acceso e in modalità di registrazione . Così capta questa conversazione tra Lucia (chiamiamola così) ed un’amica .
Testualmente :

 L’amica “come va?” lei “così ho ancora qualche dubbio” l’amica “sai che fuori c’è
Tanta merda, meglio merda ricca, quindi non farti regalare più vestiti ma roba di valore, che SI Può VENDERE”
Lei “si ma non posso dirglielo io devi  dirglielo tu”.

La botta è brutta, si può capire.
Il nostro chiede conto di questa conversazione, l’altra si difende dicendo che era arrabbiata, che aveva detto quelle cose per ferirlo.
A questo punto spuntano i “consigliori” femminili di Renzo che osservano come la difesa di Lucia non regga. Come poteva pensare di ferirlo ??, mica lo sapeva che lui la registrava !
L’obiezione è valida logicamente, assolutamente debole psicologicamente. A parte che per i negatori dell’evidenza sarebbe agevole rispondere “credi che non mi fossi accorta che il tuo cellulare fosse acceso e funzionante in modalità rec ??”, resta che quando uno è arrabbiato dice qualunque cosa ! La rabbia non ha logica, è rabbia.  Ma la gente, quando consiglia gli “altri”, improvvisamente diventa campione di razionalità, coerenza, scopre addirittura l’arte del sillogismo (anche se, nel caso di specie, la parola è  sconosciuta, sicuramente il suo significato), laddove per le cose proprie dovrebbe fare domanda per ottenere l’amministratore di sostegno. Ma tant’è, Renzo di queste persone si fida.

Tra i “consigliori” , una è un’amica nuova. La quale gli spiega :
sai avevo un marito che mi riempiva di tutto, vestiti, gioielli, solo che lo vedevo
pochissimo. Quando gli ho detto che c’erano dei problemi tra noi, lui mi risponde
cosa ti manca, ti do tutto;  lei gli risponde mi manchi tu, non ho bisogno di gioielli.
Dopo sei anni di matrimonio mi  sono separata.

Renzo sembra molto colpito da questo racconto…Io, cambiando qualche virgola qua e là, l’avrò sentito poco meno di un centinaio di volte. Il che non vuol dire che la persona non sia sincera.
Solo una curiosità. E’ un’amica VERA, o è un’”amica” come quelle che sono girate in questi tre anni ?

Intanto Renzo e Lucia si sono lasciati. Magari è un momento, che entrambi devono leccarsi le ferite (ricordiamo che lei a sua volta è convinta di essere stata tradita…). Forse no, che Renzo ha scoperto, scrutando il proprio profilo di FB e quello di Lucia, che la risposta di questa storia è lì, come la solita amica (la stessa ?  sospetto di sì ) gli ha suggerito.
Una indicazione criptica, che forse può essere tradotta : voi due insieme non ci azzeccavate nulla.
Il che può essere vero, però se a dirmelo è una candidata alla sostituzione, non prenderei per oro colato quelle parole.

Andando oltre il racconto, a me pare di capire che Renzo stavolta si era attaccato a questa donna, ci teneva (amore è una parola che uso poco, e la lascio volentieri agli altri ),  magari anche per un certo piglio caratteriale di lei, dopo 20 anni di acque ferme.
Quindi la delusione, e anche la sofferenza nel sentire parole indubbiamente brutte come quelle uscite dalla registrazione, sono autentiche.
Però io credo che possa essere  vero quanto nel suo racconto lui adombra, e cioè  l’ aver fatto un po’ tutto da solo…che emozioni e passione fossero principalmente le SUE, e poi proiettate sull’altra, come non di rado in amore capita.
Se così è, e questa storia fosse veramente finita, guarire non sarà affatto difficile.
E forse l’Amica” che non ama i gioielli è già lì pronta per aiutarlo.

Per sdrammatizzare, un aneddoto a latere che mi ha divertito. Io ho conosciuto Lucia. Ero presente ad un pranzo in cui Renzo la presentò ai suoi (ci teneva , ci teneva … ).  Il padre di lui ( io ho un debole per la madre, come già dichiarato,  ma anche il padre è una bravissima persona, autentica nella sua semplicità) mi si avvicinò e sottovoce mi disse “a me non me pare sto granché “.
A me fece ridere di gusto, magari tra un pochino ne riderà anche Renzo.
Glielo auguro, comunque prosegua il suo “racconto”. 

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