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giovedì 20 marzo 2014

RENZI E L'AFFITTO DI CASA PAGATO DALL'AMICO. PERO' NON A SUA INSAPUTA : GIA' QUALCOSA.


Erano giorni che su Libero si batteva il tasto su questa questione dell'affitto di un appartamento (attico ?) vicino a Palazzo Vecchio, all'ex sindaco Matteo Renzi, però non pagato dall'inquilino. Marco Carrai, imprenditore e grande amico del neo premier, lo pagava per lui, ma non a sua insaputa, che è già qualcosa che almeno si evita un'altra passeggiata nel ridicolo. 
Che un amico benestante paghi casa al sindaco che abita a 20 km dalla sede del Comune e quindi gli fornisca un prezioso punto di appoggio, è cosa carina, visto che il primo se la può permettere senza difficoltà (un po' strano però che non possa pagarselo il capo del Comune...sono così bassi i loro stipendi ? sarebbe una novità). Belpietro però sollevava un problema di OPPORTUNITA' perchè poi l'imprenditore risulta aver avuto e avere rapporti di affari legati al Municipio. Qualcosa di confinante con quella cosetta del conflitto di interessi, per la quale  la sinistra ha blaterato tanto nel 1994 e che si è scordata per ben 5 anni, dal 1996 al 2001. Poi gli è tornata in mente, per avere una nuova amnesia dal 2006 al 2008. Ma forse che il problema sta che una vera legge sul conflitto di interessi sdraierebbe il 70% della classe politica ?
Perché mica ci sono solo quelli Macro...(TV, giornali, sappiamo bene), basta poco perché un politico con incarichi pubblici possa sbattere in quel cassetto.
Come dicevamo, sono giorni che Libero ne parla, ma sulla stampa "nobile", vale a dire Corriere, Stampa e Repubblica, nemmeno UNA RIGA. 
Ora però è partito un esposto, gli avversari di Renzi, anche a Firenze, anche a sinistra, cavalcano la questione e si chiede di verificare se non ci siano stati favori in cambio del cadeaux dell'affitto, durato praticamente per tutto il mandato  (34 mesi). 
A quelli del Movimento 5 Stelle non gli pare vero.
Finalmente il Corsera si accorge della cosa e gli dedica l'articolo che segue, dove potrete leggere che insomma un po' di fumo c'è.
Non penso a reati, che non sono affetto da panpenalismo, ma nemmeno LIbero aveva mai adombrato questa cosa, ma dubbi di opportunità sì. 
Renzi, dal mio punto di vista, ha il pregio di non aver mai cavalcato il "migliorismo", quello strano complesso per cui ci sono tutta una serie di cose non trasparenti, quando non peggio, che quelli di sinistra NON fanno.
Poi capita una palestra passata per prima casa, ancora assunzioni fittizie per creare una posizione contributiva a spese pubbliche, ora affitti non pagati. 
Migliori de che ? 

Il Corriere della Sera - Digital Edition

Carrai e la casa per Renzi Arriva un esposto, i pm aprono un fascicolo
Non ci sono ipotesi di reato né indagati 
Per trentaquattro mesi, l’ex sindaco Matteo Renzi ha vissuto in un appartamento al quinto piano di via degli Alfani 8, a due passi da Palazzo Vecchio. A pagare l’affitto, dal 14 marzo 2011 al 22 gennaio scorso, è stato l’imprenditore Marco Carrai (38 anni), fidato consigliere e migliore amico del premier. E adesso la Procura di Firenze, in seguito ad un esposto ricevuto nei giorni scorsi, ha aperto un fascicolo per fare chiarezza sui rapporti tra l’ex sindaco (oggi premier) e l’imprenditore fiorentino e per verificare se quest’ultimo abbia ottenuto favori in cambio. Si tratta di un fascicolo esplorativo: al momento non ci sono né indagati, né sono formulate ipotesi di reato. Il procuratore aggiunto Giuliano Giambartolomei, che dal 27 ottobre regge la Procura dopo il pensionamento di Giuseppe Quattrocchi, affiderà le indagini a un pm per accertare che non sia stato danneggiato l’interesse pubblico.
In quell’appartamento l’ex sindaco aveva trasferito la sua residenza da Pontassieve (paese a 20 chilometri da piazza Signoria, dove abitano la moglie Agnese e i tre figli) per seguire da vicino il governo di Palazzo Vecchio e, soprattutto, per votare nella città che amministrava. In quell’abitazione di cinque vani, con vista sulla città, il sindaco si riposava tra un impegno e l’altro. A pagare l’affitto, come rivelato da Libero nei giorni scorsi, (prima 900 e poi 1.200 euro al mese) non era però l’ex Rottamatore, bensì Carrai, che ha guidato in passato un’importante partecipata di Palazzo Vecchio come la Firenze Parcheggi e adesso è presidente di Adf, la società che gestisce l’aeroporto di Firenze (di cui sempre il Comune detiene una quota). Carrai è anche un imprenditore che investe su diversi fronti. Tra questi anche quello della tecnologia applicata alla fruizione dei beni culturali. Carrai, con una delle aziende di cui è socio, la C&T Crossmedia, si è aggiudicato l’anno scorso dal Comune l’organizzazione di un servizio per visitare Palazzo Vecchio con la guida di un tablet interattivo. Per ogni dispositivo noleggiato dai turisti, la C&T riceve una percentuale.
Dopo aver duellato per giorni con il direttore Maurizio Belpietro, minacciando anche querele, alla fine Carrai ha inviato a Libero la copia del contratto di affitto dell’appartamento di via degli Alfani 8, che il quotidiano ha pubblicato ieri. Il proprietario dell’immobile è Alessandro Dini, consigliere d’amministrazione della Rototype, il cui sito internet è stato curato dalla Dotmedia, l’agenzia di comunicazione di cui è socio anche il cognato di Renzi. Fino al gennaio 2011, prima di trasferirsi nella casa pagata dall’imprenditore, l’allora sindaco aveva affittato (a proprie spese) una mansarda dietro Palazzo Vecchio, salvo poi recedere dal contratto perché con lo stipendio da sindaco non riusciva a sostenere i circa mille euro mensili di locazione.
A tenere puntati i riflettori su Carrai è da qualche giorno la polemica della sinistra fiorentina sulla mostra che nelle prossime settimane vedrà protagoniste a Palazzo Vecchio le opere di Jackson Pollock e Michelangelo. Per l’esposizione, una delle più attese degli ultimi tempi a Firenze, l’amministrazione pagherà agli organizzatori 375 mila euro. Una dei due curatori è Francesca Campana Comparini, 26 anni, laureata in filosofia, che a settembre sposerà Carrai nella basilica di San Miniato al Monte.

Claudio Bozza
Valentina Marotta

1 commento:

  1. Ciò che caratterizza il genio è la presenza di processi ricorsivi nelle opere, anche in modo inconsapevole. Come il moltiplicarsi all’infinito dell’immagine di un oggetto posto tra due specchi piani paralleli. Pollock aveva elementi ricorsivi nelle sue opere, che hanno permesso di riconoscere i falsi che ne sono assenti. Ciò dovuto alla presenza in piccola scala di frattali nei suoi disegni che sono ricorsivi per definizione e per natura. In Michelangelo è presente direttamente il gioco di specchi.. Nella Cappella Sistina, nella Creazione dell’uomo, le mani del Padre toccano il futuro Figlio dell’uomo, e sono protese verso Adamo, in modo similare. Simili nella Caduta dell’uomo sono l’angelo e il serpente tentatore. L’angelo e il serpente sono speculari. Sembrano dei gemelli. Simili sono Aman crocifisso nella Volta della Cappella Sistina e il Gesù del Giudizio Universale sulla parete d’altare. Gesù morì sulla croce interpretando anche la parte di Aman in un carnevale ebraico? In tal senso il “non finito” di Michelangelo è associabile alla “non forma” di Pollock, perché entrambi frutto, o portatori di processi ricorsivi-speculari. Cfr. Ebook (amazon) di Ravecca Massimo: Tre uomini un volto: Gesù, Leonardo e Michelangelo. Grazie.

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