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domenica 18 maggio 2014

LA JUVE SI PRENDE ANCHE L'ULTIMO RECORD E "SCRIVE LA STORIA"


E' finita con un trionfo, laddove lo scorso anno la Juventus, campione con tre giornate d'anticipo, frenò. 
Mettiamole un attimo a confronto queste tre straordinarie stagioni della Juve targata Antonio Conte.
Il primo anno, quello della sorpresa, dopo due deprimenti settimi posti, la Signora s'impone sull'ultimo Milan degno della propria maglia e storia, campione uscente, superato con soli 4 punti di distacco. Nonostante il gioco brillante e offensivo di Conte, è la difesa il reparto vincente, con appena 20 gol subiti (la più forte del triennio) rispetto ai 33 del Milan, e favorendo l'imbattibilità della squadra per l'intero campionato, record assoluto e in futuro solo eguagliabile. L'anno successivo la cavalcata juventina è praticamente senza ostacoli, con il Napoli, secondo, che finisce a 9 punti, ma potevano essere di più se i bianconeri, paghi del titolo raggiunto in anticipo, non avessero rallentato. La difesa resta reparto fondamentale, la migliore del torneo con 24 gol, il Napoli ne subirà 36. 
Il terzo anno, tutti a decantare il grande duello con la Roma, che in effetti partì alla grande con 11 vittorie di fila, arrivando ad avere un vantaggio di 5 punti sulla Juve. Nell'ultima parte del girone d'andata i giallorossi però si piantarono, finendo per farsi non solo riprendere il vantaggio, ma finendo staccati al giro di boa di ben 8 punti, con la pesante sconfitta (anche ai fini della valenza degli scontri diretti in caso di parità a fine campionato) per 3 a 0 allo Stadium. Insomma, in poche partite i bianconeri totalizzarono 13 punti in più degli avversari. Quel passaggio a vuoto la Roma non l'ha più ripreso. Tornando a macinare vittorie, anche grazie alla parte iniziale favorevole del calendario - che aveva favorito anche la partenza lanciata - la Roma si è scrollata di dosso il Napoli, finito infatti distaccato di 10 punti dai giallorossi, ma è rimasta sempre a debita distanza dai bianconeri. In realtà, quel meno 8 non sono riusciti mai a scalfirlo. 
Alla fine hanno mollato loro, e di brutto, chiudendo il campionato con ben tre sconfitte consecutive, ininfluenti sulla classifica, che al vertice tutto era già deciso, ma smentendo il verbo del mister garcia, che vorrebbe sempre tutti i calciatori concentrati e determinati al massimo. 
Così non sembra essere avvenuto, e alla fine i punti di distacco saranno una voragine MAI vista da quando seguo il calcio, e quindi circa 40 anni : 17 punti, quasi sei partite di differenza.

La Juventus stavolta invece non ha frenato, ha voluto il record dei 100 punti, e lo ha ottenuto e battuto. In fondo, superare l'Inter di Mancini, che lo deteneva con 97 punti, non era questa gran cosa, che quel distacco gli interisti lo ottennero con la Juve in serie B per le note vicende, e il Milan penalizzato di non ricordo quanti punti. Superare invece il muro dei 100 è impresa calcistica storica, e Conte giustamente lo sottolinea orgoglioso.
Non è l'unico record, ve ne sono molti nella stagione, come il numero di vittorie consecutive conquistate nella storia del club bianconero, ben 12, uguagliando la preistorica squadra di Carcano, quella del quinquennio d'oro. Poi, assoluto e solo eguagliabile, il record delle vittorie in casa : 19 su 19. 
Poi c'è quello del numero di vittorie complessive nella stagione,  33.
Infine, quest'anno la Juventus finalmente detiene il primato del miglior attacco, con 80 reti, laddove negli anni passati questo era andato alle seconde (Milan e Napoli). La difesa invece, si conferma la migliore del torneo per il terzo anno, con 23 gol, e questo dopo un inizio di stagione decisamente negativo, con tanti gol subiti, che avevano fatto pensare ad un logorio del reparto più forte. Così poi non è stato, i numeri restano eccellenti, anche se la sensazione che il quadrilatero Buffon, Barzagli, Bonucci e Chiellini abbia dato ormai il meglio, resta.
Ma il problema è generale e ampio. Pur ringraziando sempre i propri giocatori, Conte fa capire che da questi uomini è stato ottenuto il massimo e di più. C'è bisogno di un rinnovamento importante e non per vincere ancora l'anno prossimo in Italia (che mica si può sempre) o tornare a farlo in Europa, impresa ardua e oggi non alla portata. No, per restare competitivi e gettare le basi per nuove vittorie, magari dopo un anno di ristrutturazione.
Ci sarà la volontà della società e la pazienza dei tifosi per un simile programma ? Conte dubita, e non sappiamo dargli torto. 
Intanto però, come dicono le magliette bianconere di oggi, "c'è chi la storia la legge e chi la scrive" e quest'anno  Conte e i suoi hanno scritto. 

Il servizio sulla partita del record è di Nerozzi, de LA Stampa. 


La Juve di Conte è nella storia
con il record europeo di punti

I bianconeri battono il Cagliari 3-0 e chiudono a quota 102.
Resta l’incognita sul futuro dell’allenatore , osannato dai tifosi

AFP
La festa della Juve al termine della sfida con il Cagliari
torino
La stagione dei record finisce a un minuto dalla fine, quando Antonio Conte, rimasto in camicia, s’infila la maglietta bianca: «C’è chi legge la storia...», sul fronte, «e chi la scrive, 102 punti», sul retro. Dopo il terzo scudetto filato, la striscia di vittorie in casa (19 su 19), le 33 totali, c’è da annotare anche la quota in classifica, mai toccata in Europa, se non dal Celtic di Glasgow (103 punti), nel 2001. In Italia, e negli altri quattro grandi campionati europei, roba mai vista. 
Per questo i bianconeri avevano più fame di tutti anche in quest’ultimo pomeriggio, finendo per spolpare il Cagliari nel solo primo tempo. Anzi, nei primi 40 minuti: punizione di Pirlo (8’), tic-tac di Llorente (15’), e combinazione da videogame di Marchisio (40’). Record, partita, incontro. Il resto del pomeriggio dello Juventus Stadium s’è giocato tutto intorno, con il giusto e guadagnato clima di festa, e tutti con qualcosa di bianconero addosso: dalla curva alla tribuna vip, compresi John Elkann e signora, in rigorosa t-shirt juventina. 
E l’unico punto interrogativo, in una stagione di certezze, cioè il futuro di Antonio Conte, è diventato pure quello una festa nei cori della curva: «Non ci lasciare, Antonio non ci lasciare», è stato il primo gingle degli ultrà, poi replicato durante la sfida. E il tecnico, commosso, che rispondeva applaudendo, verso tutto lo stadio. Non male anche la coreografia iniziale, con la curva sud che srotolava un enorme striscione raffigurante una grande slot machine sullo scudetto. Con i tre simboli juventini in fila, ovviamente, a vincere, e il resto ironia: una fila per Roma, Napoli, Fiorentina, le avversarie, l’altra per Bar, anguria e ciliege. Ovvero: alla Juve gli scudetti, agli altri le chiacchiere da bar. La giusta ironia invece sparita con lo striscione, molto più piccolo, per «Speziale Libero» e dedicato all’ultrà condannato per l’omicidio del poliziotto Filippo Raciti. Difatti, il resto dello Juventus Stadium, ha fischiato di brutto. 
nel frattempo la festa bianconera è andata avanti, senza problemi, e con ovazioni per ogni cambio: Buffon, con abbracci ai compagni e pure all’arbitro Bergonzi, per lasciare spazio a Rubinho, terzo portiere. Poi per l’entrate di Pepe, sfortunatissimo juventino, quasi del tutto non giocante, in stagione. E ancora cori per Conte, e una gigantografia con scritta: «Senza di te non andremo lontano...perché sei il migliore e hai la Juve nel cuore». A lui, l’ardua risposta. 

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