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giovedì 1 maggio 2014

SE CONTINUA COSì IL CAVALIERE PERDERA' ANCHE I PRETORIANI


Temo che Berlusconi sia ormai prigioniero delle sue vicende giudiziarie, dell'ossessione di essere un perseguitato a cui sono state fatte clamorose ingiustizie e altre sono in arrivo. 
Non si tratta nemmeno di stabilire se abbia ragione o meno, a questo punto ( ho fatto mio l'aforisma letto qualche tempo fa, purtroppo non ricordo più l'autore : il colpevole più perseguitato della storia Repubblicana ) ma del distacco sempre più grande tra i problemi politici e sociali della nazione - grandi - e quelli personali dell' ex premier. E' vero che quando lo intervistano inevitabilmente le domande finiscono lì, ma è altrettanto vero che lui non si sottrae, anzi. 
Mai che una volta rispondesse al giornalista di turno una cosa tipo "le mie traversie con la giustizia sono note, così come il mio pensiero al riguardo. Sono innocente e sono convinto che riuscirò a dimostrarlo. Ciò posto, parliamo del mio paese e cosa penso si debba fare per migliorare le cose".
Ecco, una cosa così.
E invece no, Napolitano che l'ha tradito, i giudici che ce l'hanno con lui - vero ma serve ripeterlo ? c'è qualche sasso in Italia che non lo sa ? - ,  adesso se la prende con i tedeschi perché la Merkel è tra coloro che nel 2011 hanno voluto farlo fuori, e i servizi sociali sono "ridicoli". 
Allora perché li ha chiesti ? Ed è possibile che a misura non ancora partita già gli avvocati del Cavaliere chiedono modifiche che amplino gli spazi stabiliti ?
Insomma, è vero che in genere, quando le storie finiscono, lo fanno male, però mai come ora il voto per Forza Italia finisce per essere l'espressione di una fedeltà all'uomo, e non l'adesione ad un progetto politico, che si fa veramente fatica ad intravedere. 
Magari la procura di Milano e il Giudice di sorveglianza gli fanno il regalo di revocare l'assegnazione ai servizi sociali e metterlo ai domiciliari, in piena campagna elettorale. In Italia non si parlerebbe d'altro fino alle europee e Forza Italia se ne gioverebbe.  Ma non credo che accadrà, semmai, aspetteranno quantomeno la fine del mese di maggio.
Nel frattempo, tocca che il Cavaliere si sforzi di accantonare le sue traversie personali, se vuole continuare a vestire i panni di leader politico. 

Sul Corsera Ferrarella racconta il fastidio crescente della procura per le incontinenze verbali del Cavaliere, con il giudice di sorveglianza che mantiene un distaccato silenzio, ma intanto rigetta, come detto, la richiesta di amlpiamento dell'agibilità politica del Cavaliere.


Per Berlusconi niente deroghe 
«È incurante delle prescrizioni» 
«Le offese ai magistrati contrastano con il programma» 
La Procura: così si avvicina a una richiesta di revoca
MILANO — Sono una cosa seria i servizi sociali, l’affidamento in prova di un condannato definitivo non è una scampagnata ma una forma di esecuzione della pena. Invece Silvio Berlusconi, con le sue esternazioni e con il proprio comportamento successivi all’ottenimento del beneficio dell’affidamento in prova ai servizi sociali, «sta dimostrando incuranza» del significato di questa misura alternativa alla detenzione in carcere, ne «sminuisce la rilevanza», e così segnala che «non ne comprende la portata e i limiti»: ecco perché ieri il giudice di Sorveglianza di Milano ha respinto l’istanza con la quale l’ex premier e capo di Forza Italia si era spinto a chiedere ulteriori spazi di libertà personale e margini di manovra politica ancora maggiori di quelli concessigli dalle prescrizioni sottoscritte in aprile e già ampiamente comprensive delle sue esigenze elettorali di politico.
Berlusconi — per nulla imbarazzato dalle polemiche sollevate dalle sue affermazioni televisive contro la sentenza che l’ha condannato («un colpo di Stato»), contro i servizi sociali che pure ha cercato per non finire arrestato («ridicoli»), o contro il presidente della Repubblica («profondo rosso») — aveva prospettato un calendario di appuntamenti elettorali ai quali voleva partecipare benché essi fossero in programma o fuori Milano (dove può fare ciò che desidera dalle 6 alle 23) o fuori Roma, o a Roma ma in giorni diversi dal martedì-mercoledì-giovedì consentitigli negli stessi orari. E in particolare domandava l’autorizzazione a poter essere presente fisicamente (e non soltanto su un videoschermo o via telefono) sia a prossimi comizi o eventi di partito a Bari, Genova e Parma, sia a interviste giornalistiche negli studi di In mezz’ora di Lucia Annunziata su Rai3 e di Virus di Nicola Porro su Rai2.
Non è proprio aria per ulteriori deroghe, è però il succo che si può trarre dalla risposta del giudice di Sorveglianza. E non soltanto perché Berlusconi, sebbene appena all’inizio del percorso, già vuole di più. Ma soprattutto perché a danneggiare il condannato Berlusconi è il politico Berlusconi. Il giudice Beatrice Crosti, infatti, richiama e condivide alcune delle perplessità esposte dal procuratore generale Antonio Lamanna nel parere contrario: le «continue offese all’ordine giudiziario» in tv e sui giornali appaiono al pg «in aperto contrasto con presupposti e finalità» del programma di reinserimento sociale di un condannato per frode fiscale a 4 anni di reclusione, ridottisi a 10 mesi e 15 giorni solo a causa dello sconto di 3 anni dell’indulto del 2006 e di altri 45 giorni di liberazione anticipata. Chi (come Berlusconi) definisce «mostruosa» la sentenza che l’ha condannato in via definitiva, o «ridicoli» i servizi sociali per un uomo politico del suo rango, fa qualcosa che «equivale a non rispettare le prescrizioni impostegli» e «le regole della convivenza civile», al punto da dare l’impressione di «una adesione più formale che sostanziale» al progetto di reinserimento sociale.
In linea con questi rilievi del pg, il giudice di Sorveglianza non ammette dunque deroghe, per il futuro, alle prescrizioni-standard date al condannato Berlusconi al momento del suo affidamento ai servizi sociali, deroghe che altrimenti per il pg avrebbero avuto l’effetto di «vanificare la misura».
Per il presente, invece, nessuna autorità giudiziaria milanese aziona sinora alcun intervento peggiorativo delle condizioni di Berlusconi, pur se si può cogliere una sfumatura di differenza tra la Procura generale, per la quale i margini di manovra lasciati a Berlusconi «sono sinora mal utilizzati» dall’ex premier e perciò lo starebbero «avvicinando sempre più a una richiesta di revoca del beneficio», e invece il giudice di sorveglianza Crosti, che sul punto per ora non si esprime.


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