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venerdì 2 maggio 2014

TIFOSI CONTRO. MEGLIO LE BESTIE DEL COLOSSEO.


" scusate, sto cercando da ieri sera il video dei gol di Juve Benfica  ma non lo trovo , come mai ? "

"La leggenda narra che c'era una squadra di Torino che voleva giocare la finale a Lisbona, ma una squadra di Lisbona finì per giocare la finale a Torino "

Grillo " voglio uscire dall' Europa !!" Conte "Beppe, ti spiego io come si fa "

Ce ne sono una marea, sul web, ma di spiritosi non troppi. Questi mi hanno fatto sorridere.
L'Italia calcistica è felice, meno il terzo abbondante rappresentato dagli Juventini. 
E' sempre stato così ? Non mi sembra, ma ero solo un bambino quando in Europa vincevano le squadre di Milano, il Milan di Paròn Rocco e l'Inter del mago Herrera. A memoria però direi di no, non accadeva, si era contenti che avesse vinto una "italiana". 
So con certezza che il Milan di Sacchi inorgoglì il calcio italico, prima squadra italiana che si emancipava dallo schema difesa chiusa e contropiede, dando spettacolo.  E anche il Napoli di Maradona, prima di Italia 1990, aveva estimatori al di là dei suoi tifosi, schierando il calciatore più forte al mondo.
Insomma, la professione di "gufo" non era nobile né diffusa. 
Poi ci fu Juve Amburgo, la finale di Coppa dei Campioni in cui la Juve di Platini era decisamente favorita, e che invece perse per 1-0 , gol di Magath. Una delusione tremenda, sul quale la città di Roma gettò il sale di una gioia scomposta, mai  mostratasi in modo così bestiale, con macchine a sfilare con clacson spiegati, le scritte sui muri a ringraziare i tedeschi. Erano i tifosi della Roma, che vedevano "vendicato"  quello che per loro era stato lo scippo di uno  scudetto...
Non era lo sfottò tra rivali, l'irrisione sarcastica  e anche divertente come potrebbero essere le battute della Rete sopra riportate.  No, era l'odio che tracimava. L'Italia peggiore, quella dei campanili ma anche delle faide familiari, che invadeva definitivamente il calcio.
 
Nei ricordi di ragazzino, c'è il Messaggero che prima dei derby romani raccoglieva le scommesse più pittoresche, cose semplici e buffe, di una Italia meno cattiva , come andare per un mese in ufficio con la maglia della squadra avversaria sotto la giacca, con la divertita e complice indulgenza del capoufficio (allora mica ci si vestiva come ci pareva; oggi, tra un po', manco la giacca porteremo più in Tribunale, che la cravatta è già un'optional) , recitare nel bar del quartiere una filastrocca inneggiante ai detestati cugini...cose così.  Sono cose che potrebbero essere messe in quei quadretti in bianco e nero dedicati a Roma Sparita.
Non è sparita solo quella Roma, anche quell'Italia non c'è più. 
Ripeto, ci siamo incattiviti, e abbiamo iniziato quando da non più poveri, cosa che ci rendeva felici, siamo diventati benestanti, anche molto, anche ricchi, e siamo cambiati. In peggio.  Oggi poi che quel benessere lo stiamo perdendo, figuriamoci.
Nel calcio è accaduto lo stesso.  Io trasecolo nel vedere persone che stimo, che so dedite a lettura alte, nobili, regredire al livello del carbonaro di sordiana memoria (che però almeno era simpatico)  per il  pallone. 
Come spesso accade, in questi casi, risentiti del rimprovero, queste persone rispondono "non sei migliore di noi". E sbagliano. In questa cosa io sono MOLTO migliore di loro. Anche perché, conoscendo i miei limiti (sono per esempio molto polemico ) evito di mettermi in situazioni a rischio, specie con persone che considero amiche. Alcune di queste non lo fanno, e non apprezzo questa cosa. Per nulla. Alla fine arriveranno anche le conseguenze.
Con gli altri tifosi, quelli non amici, ancora di più vale la massima di Baricco, che più generalmente esortava, nei confronti di certa gente, ad andare OLTRE, che non basterebbe una vita per convincere quella persona che  ha torto.
Il calcio è un gioco così popolare anche per questi suoi lati negativi, la vellicazione di istinti bui, quelli che facevano riempire gli anfiteatri. E così leggo di lacrime di gioia per la sconfitta di una squadra, con la spersonalizzazione completa di questa dai suoi supporter, alcuni cari amici. In quale altro campo della vita accade questo ?  Qualcuno di voi gioirebbe mai dell'insuccesso professionale di un amico ? di una sua disavventura familiare ? Evidentemente no.  Nel calcio non vale. 
E non c'è l'alibi di chi potrebbe obiettare : ma dai !! è solo una partita di calcio ! Che avrebbe ragione, se fosse sincero, ma invece chi lo dice è falso come Giuda perché LUI per primo soffre come un cane per una sconfitta, e non accetterebbe MAI e poi MAI che in quel momento di  lutto qualcuno lo deridesse, figuriamoci poi se consapevole della malignità vera di cui quello sfottò è intriso.
Perché il fondo è tutto lì.  IN un mondo che non c'è più (forse non c'è mai stato, ma almeno faceva finta ) la presa in giro sdrammatizzava ed era anche una strana condivisione dell'evento. 
Se sul profilo di un amico milanista, che non ho mai visto - magari è solo stato un fortunato caso - come un infoiato antijuventino , leggo " OPS", e basta, io rido, e ammiro il genio. In tre lettere, nemmeno una sillaba, fa capire tutto.
La stessa cosa detta da uno che se solo mi azzardassi a fare la stessa cosa a parti invertite mi toglierebbe il saluto, non mi fa ridere. Nemmeno un po'.
Perché tu non hai riso quando il Liverpool soffiò la Champions alla Roma (all'Olimpico) e al Milan (dopo il primo tempo finito 3-0 per i rossoneri) ?? La risposta è NO, non risi.
Nel primo caso fui sicuramente contento perché era la nemesi di quanto accaduto esattamente un anno prima ( e Azione e Reazione non vanno sullo stesso piano), però vidi dei miei amici con le lacrime agli occhi, e non mi venne da ridere.
Per il Milan di Ancelotti tifavo proprio, perché stimavo Carlo e mi piaceva il suo Milan (ancorché non magico come quello olandese di Arrigo).
Oggi, grazie a FB, chissà se accadrà ancora. 
Me lo sono chiesto, dopo tanta gioia cattiva. 
A me non piacciono le persone cattive, tantomeno quelle che cattivo mi fanno diventare. 
Un'ultima osservazione. Avrete fatto caso che il calcio qui è solo un pretesto, che si parla dell'animo umano, nei suoi aspetti meno piacevoli, che curiosamente si manifestano in occasione di quello che dovrebbe essere un gioco. 
Non mi danno perché la Juve non ha vinto col Benfica, ancorché è più facile perdere quando il vincitore è gente di classe come Carlo Ancelotti. Non sto qui a ripetere le litanie di Conte, che in tre anni, dove per fortuna ha perso poco, le volte che è successo non ha MAI, e dico MAI, fatto la minima autocritica, o riconosciuto i meriti dell'avversario. E poco mi importa se questa da noi ormai è la regola, che di Ancelotti e Guardiola non ce ne sono, e si salvano in pochi (Montella il primo tra questi ).  
La Juve di quest'anno, che pure ha macinato una quantità record di punti e si avvia a vincere il terzo scudetto consecutivo, mi piace decisamente meno di quella del primo, che mi divertiva di più. per aggressività e spregiudicatezza. 
Non grido all'ingiustizia, come non lo sarebbe stato il risultato inverso. 
Abbiamo perso, dispiace, ma non c'è successo quello che è accaduto al Bayern o al Chelsea ( battuti nettamente) e ancor meno al Valencia (lì veramente da non dormirci per una settimana).
Ecco, immaginate che ieri fosse accaduto una cosa come quella al Mestaja, con una squadre che realizza l'impresa, rovescia uno 0-2 in 3-0 e poi, all'ultimissima giocata, prende il gol che la condanna.
Ecco, se la Juve avesse perso così, la gioia dei nemici sarebbe stata tripla, direttamente proporzionale alla delusione cocente degli sconfitti. 
Qualcuno lo chiama il bello del calcio.
Cosa ci sia di bello, lo sa solo lui. 







1 commento:

  1. MARIA LUISA TULLI

    Il bello del calcio e del tifo, e quel bello tu evidentemente ancora lo possiedi, è renderti talmente innamorato da essere completamente in buona fede nella lettura assai parziale di ciò che succede. Se oggi tutti festeggiavano è perché la Juve, o meglio la sua gestione, ha contribuito a rovinare il calcio italiano. Parli dei bei tempi ormai andati e dei nuovi tempi corrotti senza renderti conto che è stata anche quella squadra a creare tutto questo! Ma come dici giustamente tu, vale la massima di Baricco!! Comunque mi piace questo tuo animo di fanciullino alla Rousseau: purtroppo sono moltissimi, anche tra gli amici, quelli che gioiscono per i nostri insuccessi e per le nostre sofferenze, non accade solo nel calcio, purtroppo! Per la cronaca, io all'inizio sono stata felice dell'eliminazione, dopo qualche minuto invece mi è dispiaciuto!

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