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venerdì 19 settembre 2014

GALAN NON CONFESSA. E RESTA IN CARCERE. L'ABUSO DELLA CUSTODIA CAUTELARE CONTINUA NEL SILENZIO ASSORDANTE DI (QUASI) TUTTI



 Da oggi a Venezia i penalisti eleggono il loro nuovo presidente, essendo scaduto il secondo biennio del bravo Valerio Spigarelli. E' un congresso che giunge in un momento particolarmente cruciale, visto il gran parlare di riforma della Giustizia che si sta facendo, e l'esistenza di un PD renziano un po' meno azzerbinato ai voleri della prepotente casta magistratuale, rappresentata da quel sindacato, ma ormai partito,  che è l'associazione nazionale magistrati (le lettere minuscole non sono casuali). Quest'ultima ormai mostra con evidenza assoluta come ritenga la giustizia, sotto ogni suo aspetto, da quello processuale al normativo, all'amministrativo fino ai particolari più minimi, COSA PROPRIA, e come tale si comporta. 
Purtroppo nel 1992 i parlamentari, pensando stoltamente di salvarsi la vita, si suicidarono modificando la Costituzione e abolendo di fatto l'immunità che li scudava dal ricatto delle toghe. 
Da allora, chiunque, ma veramente CHIUNQUE, abbia cercato di limare le unghie dei magistrati politicizzati, e quindi quelli di md (magistratura democratica) e i vertici della anm, ci ha rimesso le penne. E in casa democratica stanno assaggiando le prime avvisaglie.
Intanto che cerco di recuperare il testo del bell'articolo che proprio Valerio Spigarelli scrive oggi su Il Garantista parlando non a caso del fattore M che ormai da decenni paralizza e deforma il nostro sistema giudiziario (altro che fattore Berlusconi caro Riccardo...), pubblico l'amaro sfogo di Filippo Facci sull'eterno problema della custodia cautelare, di cui nella riforma non si parla minimamente , prendendo ad esempio il caso Galan. In prigione da due mesi, siccome è un politico ed un ex potente, pure berlusconiano (insomma, ce l'ha tutte !) nessuno parla di lui e dell'eterno scandalo estorsivo per cui, se non parli, non esci. E le scuse del pericolo di fuga, l'inquinamento delle prove, la reiterazione del reato sono tutte puttanate, notoriamente. 
Cose vecchie. Quella nuova è triste. Anche Carlo Nordio, in teoria tra i magistrati illuminati, quando è il suo turno fa le stesse cose dei PM soliti, e usa il carcere preventivo in questo modo distorto. 


Filippo Facci: Galan chi?

Filippo Facci: Galan chi?

Il punto non è soltanto che Giancarlo Galan è in carcere preventivo dal 22 luglio, e il punto non è soltanto che nessuno saprebbe spiegare in che cosa consistano i pericoli di fuga, di inquinamento delle prove e di ripetizione del reato che dovrebbero sottostare al suo arresto: il punto è che intanto singhiozza un dibattito sulla giustizia e però la custodia cautelare all'italiana - cioè una delle più vergognose e costose anomalie che affliggono tutto il sistema - seguita a non far parte della discussione. Viene voglia di non sollevarlo neppure, un caso Galan, viene voglia di tralasciare che non ha ancora «parlato» e che non è andato cioè incontro alle attese degli inquirenti: il caro vecchio «apriti sesamo» che lo libererebbe subito. Viene voglia di tralasciare che la classe politica più codarda che abbiamo mai avuto abbia mollato Galan come se non fosse parlamentare da vent'anni. Verrebbe voglia di sollevare un caso qualsiasi tra i 13mila che si trovano in carcere preventivo: ma sembreremmo dei pazzi. Una volta ti dicevano che ci si occupava solo della galera dei potenti, e il risultato, ora, è che non ci si occupa neanche più di quella. Il fatto che il difensore di Galan sia Niccolò Ghedini non è una spiegazione sufficiente del perché sia in galera. E il fatto che in televisione non ci siano abbastanza talkshow - dalle 4 alle 5 del mattino, per esempio, non ce n'è neanche uno - non basta a giustificare che non c'è un cane disposto a occuparsene.

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