E' finita com'era giusto che finisse la tragica avventura dei fratelli Kouachi e del loro sodale, Amedy Coulibali : uccisi dalle forze speciali che li avevano intercettati. Purtroppo con loro sono morti altri 4 ostaggi innocenti.
Chi scrive è contrario alla pena di morte, e anche in questo caso avrei preferito che i terroristi venissero catturati. Ma mi rendo conto che in questi casi non sia affatto facile. Allo stesso tempo, non mi addolora la morte di tre assassini, che cinicamente e crudelmente hanno dato la morte a tanti innocenti.
Di seguito, la cronaca del Corriere On Line della lunghissima, drammatica giornata.
Stavolta è cronaca francese.
Domani chi può dirlo ?
DOPO LA STRAGE NEL SETTIMANALE SATIRICO
Strage Parigi, doppio blitz contro i terroristi. Morti i killer e 4 ostaggi
Blitz congiunti della polizia alla tipografia di Dammartin e al supermercato di Parigi. Quattro ostaggi morti. In fuga la complice di uno dei terroristi
di Redazione Online
Due blitz scattati quasi contemporaneamente. Tre jihadisti uccisi. Diversi gli ostaggi liberati ma, purtroppo, anche qualche prigioniero caduto per mano dei terroristi e nei blitz della polizia. Si è chiusa con un'azione rapidissima dei corpi speciali francesi la partita con gli attentatori di Parigi, in fuga da mercoledì, dopo l'attacco terroristico al settimanale Charlie Hebdo che ha portato all'uccisione di dodici persone. Alle 17,01 i primi spari ed esplosioni alla tipografia di Dammartin, dove i due killer della strage di Parigi erano asserragliati da venerdì mattina con un ostaggio, Michel Catalano, il titolare 27enne della tipografia. I due fratelli erano usciti dalla tipografia sparando con i kalachnikov contro le teste di cuoio che stavano per irrompere nell'edificio. Un poliziotto è rimasto ferito. I due terroristi sono rimasti uccisi nell'attacco. L'ostaggio è stato liberato e portato via dall'edificio con un elicottero. Si è poi appreso che Michel Catalano è rimasto nascosto per ore dando informazioni agli agenti dal'interno della tipografia.
Il secondo blitz
A
pochi minuti dalla prima azione, si sono sentite cinque forti
esplosioni anche a Parigi, al supermercato kosher Hyper Cacher, che si
trova alla Port de Vincennes, nel XII arrondissement di Parigi, dove un
uomo, accompagnato dalla compagna, Hayat Boumedienne, 26 anni, sua
complice, si era barricato con diversi ostaggi. Anche il secondo
blitz ha portato all'uccisione del killer. Il bilancio di questo secondo
sequestro è ancora incerto, anche se sembra appurato che i morti sono
in totale cinque: quattro ostaggi più l'attentatore 32enne Amedy
Coulibaly, ucciso nel blitz della polizia. Hayat Boumedienne, sarebbe
riuscita a fuggire. Lo riferisce la Cnn precisando che è uscita insieme
agli ostaggi. Tre ostaggi sarebbero stati uccisi prima del blitz delle
forze speciali francesi nel supermercato. Non è ancora chiaro se sono
stati uccisi quando il sequestratore è entrato, sparando, nel negozio,
oppure in seguito, facendo così scattare il blitz della polizia.
Il presidente francese Francoise Hollande parlerà in diretta televisiva alle 20, dopo gli sviluppi sui blitz congiuntiDoppio attacco
La
Francia si risveglia da un incubo durato più di 50 ore, con interi
quartieri asserragliati, scuole chiuse, strade bloccate, mezzi di
trasporto paralizzati, tiratori scelti sui tetti. Il doppio attacco
terroristico è iniziato mercoledì, con l'attentato al settimanale satirico Charlie Hebdo in cui sono morte dodici persone, seguito dalla fuga dei due killer, i fratelli Kouachi,
asserragliati da venerdì mattina in una tipografia in una cittadina nel
nord est della Francia con un ostaggio; e proseguito con la sparatoria
a un supermercato ebraico nella zona est di Parigi, dove un uomo armato
con due pistole ha preso in ostaggio sei persone. In mezzo, veri e
falsi allarmi, ai quali il ministero dell'Interno ha cercato di reagire
con prontezza. Le forze dell'ordine hanno ordinato misure straordinarie,
da città in assetto di guerra. La prefettura di Parigi ha ordinato la
chiusura di tutti i negozi nel rione ebraico di Parigi, soprattutto in
Rue de Rosiers, nel quartiere del Marais. Gli studenti sono rimasti a
lungo chiusi nelle scuole. Il premier israeliano, Benyamin Netanyahu,
ha dato ordine al ministero degli esteri e al Mossad di dare al governo
francese «ogni assistenza necessaria per combattere l'ondata di
terrorismo a Parigi».
L'assalto a Parigi
Mentre
era in corso a Dammartin-en-Goele, una quarantina di chilometri a
nord-est di Parigi l'operazione per «neutralizzare» Cherif e Said
Kouachy, l'allarme si è spostato nella capitale francese, dove intorno
alle 13 di venerdì un uomo armato - Amedy Coulibaly,
un trentaduenne di origine africana, con pesanti precedenti giudiziari -
ha dato l'assalto a un minimarket kosher, l'Hyper Casher, frequentato
da ebrei nella zona della stazione di Porte de Vincennes, zona est,
nel xx arrondissement. L'uomo, armato di due kalashnikov, ha preso in
ostaggio diverse persone, tra le quali un bebè di sei mesi. Coulibaly,
prima di chiudersi all'interno del negozio, ha gridato alla polizia:
«Voi sapete bene chi sono!». L'uomo è lo stesso terrorista che giovedì ha aperto il fuoco e ha ucciso una donna poliziotto, Clarissa Jean-Philippe a Montrouge, in un'altra banlieue di Parigi. Attacco per cui era ricercato insieme alla compagna, la 26enne Hayat Boumeddiene.
«Lasciate andare i Kouachi»
Coulibaly
aveva chiesto alle forze speciali di «liberare i fratelli Kouachi e
non fare assalti», altrimenti avrebbe ucciso tutti gli ostaggi. Ma la
polizia ha fatto scattare il blitz nei due luoghi in rapida successione,
uccidendo i due fratelli a Dammartin e almeno uno dei sequestratori nel
negozio kosher.
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Parigi, il terzo terrorista asserragliato in market kosher: le foto segnaletiche
Ostaggi nella tipografia
A
Dammartin, i due fratelli jihadisti si sono rifugiati nella
tipografia venerdì mattina. Un rappresentante commerciale di una ditta
fornitrice della tipografia ha visto l'ostaggio con i terroristi: «Ero
davanti alla porta dell'azienda, ho stretto la mano a Michel e a un uomo
armato che mi ha detto: "Sono un poliziotto, vai via, non uccidiamo
civili"», ha raccontato. «Dopo che me ne sono andato, Michel ha chiuso
la porta», ha aggiunto. Didier ha inizialmente creduto che i due
terroristi fossero poliziotti perché avevano armi automatiche ed erano
vestiti di scuro, con il giubbotto antiproiettile, esattamente come gli
uomini delle forze speciali. Solo più tardi ha capito che si trattava
invece dei due jihadisti in fuga.
L'operazione di polizia
La
polizia ha aperto un negoziato con i due barricati all'interno della
piccola azienda di Dammartin e avviato colloqui telefonici. Secondo un
deputato locale dell'Ump i due terroristi avevano detto di voler
«morire come martiri», come poi è effettivamente successo. Per tutta la
giornata i negoziatori hanno intrattenuto trattative. Nella zona erano
radunate «teste di cuoio» e forze di sicurezza ed elicotteri hanno
sorvolato l'area per tutta la giornata.
Posto di blocco
La tipografia Creation Tendeance Decouverte si trova nella zona industriale di Dammartin, cittadina di appena 8mila abitanti, a nord-est della capitale francese, al confine con la Piccardia. A tutti i cittadini è stato ordinato di rimanere in casa, lontano dalle finestre mentre gli alunni delle scuole sono stati confinati per tutta la mattina negli edifici, in attesa di essere fatti evacuare con degli autobus.La fuga
La crisi è cominciata, secondo quanto ha raccontato un portavoce del ministero dell'Interno, con uno scambio a fuoco tra i due fratelli in fuga e gli uomini della Gendarmerie a un posto di blocco sulla Nationale 2, con i due fratelli che evidentemente volevano tornare verso Parigi. I due avrebbero rubato un'auto nella vicina località di Montagny Sainte-Félicité. Poi, in fuga verso Parigi, sarebbero stati sorpresi da un posto di blocco e avrebbero deviato verso Dammartin-en-Goele. L’autorità aeroportuale di Parigi (Adp) ha deviato la traiettoria di atterraggio all’aeroporto Roissy-Charles De Gaulle, in modo da evitare il sorvolo della zona critica.«Siamo di Al Qaeda nello Yemen»
«Se i media t'interrogheranno, tu dirai: è al Qaeda nello Yemen». Così
ha raccontato a Europe 1 l'uomo a cui è stata rubata l'auto dai
Kouachi. L'uomo ha riferito che uno dei due sospetti lo ha minacciato
con un kalashnikov attraverso il finestrino, dicendogli di aver bisogno
della sua auto. Ha descritto i due Koauchi come «molto calmi, molto
determinati, molto professionali, come membri di un commando». «Non
correvano, non hanno alzato la voce, non sudavano», ha aggiunto. E
intanto è arrivata anche una rivendicazione di un religioso vicino allo
Stato islamico (Is) che durante un sermone a Mosul, in Iraq, ha detto
che l'organizzazione guidata da Abu Bakr al-Baghdad è la responsabile
dell'attacco alla sede di Cahrlie Hebdo a Parigi. «Abbiamo iniziato con
l'operazione in Francia, per la quale ci assumiamo la responsabilità.
Domani saranno la Gran Bretagna, l'America e altri», ha affermato l'imam
Abu Saad al-Ansari, citato dall'agenzia Dpa.
Tensioni contro la comunità musulmana
Cresce
intanto la tensione in Francia contro la comunità musulmana: nella
notte una moschea è stata incendiata a Aix-les-Bains, nel sud del Paese,
a un centinaio di chilometri da Lione. Non ci sono vittime. Già
giovedì, all'indomani dell'assalto mortale contro Charlie Hebdo, si
erano verificati diversi attacchi contro luoghi di culto islamici.
Legami con la sparatoria di Montrouge
La
«caccia» all’uomo da parte delle forze speciali francesi è scattata
immediatamente dopo l’attacco al settimanale satirico. Nella ricerca
sono stati mobilitati 88mila agenti: 20mila delle forze speciali, in
assetto da guerra. Le unità di elite della polizia e della
gendarmeria (Raid e GIGN) hanno passato al setaccio la Piccardia, dove -
come a Parigi - è stato decretato il massimo livello di allerta
antiterrorismo. La situazione si era ulteriormente accesa dopo che mercoledì a Parigi un killer ha ucciso la vigilessa 25enne, Clarissa Jean-Philippe e ferito un suo collega, quindi è fuggito.
Arresti
Nell'ambito delle indagini sono già state arrestate diverse persone, tra cui i parenti dei due killer in fuga.
«Siamo di Al Qaeda nello Yemen»
«Se i media t'interrogheranno, tu dirai: è al Qaeda nello Yemen». Così
ha raccontato a Europe 1 l'uomo a cui è stata rubata l'auto dai
Kouachi. L'uomo ha riferito che uno dei due sospetti lo ha minacciato
con un kalashnikov attraverso il finestrino, dicendogli di aver bisogno
della sua auto. Ha descritto i due Koauchi come «molto calmi, molto
determinati, molto professionali, come membri di un commando». «Non
correvano, non hanno alzato la voce, non sudavano», ha aggiunto. E
intanto è arrivata anche una rivendicazione di un religioso vicino allo
Stato islamico (Is) che durante un sermone a Mosul, in Iraq, ha detto
che l'organizzazione guidata da Abu Bakr al-Baghdad è la responsabile
dell'attacco alla sede di Cahrlie Hebdo a Parigi. «Abbiamo iniziato con
l'operazione in Francia, per la quale ci assumiamo la responsabilità.
Domani saranno la Gran Bretagna, l'America e altri», ha affermato l'imam
Abu Saad al-Ansari, citato dall'agenzia Dpa.
Tensioni contro la comunità musulmana
Cresce
intanto la tensione in Francia contro la comunità musulmana: nella
notte una moschea è stata incendiata a Aix-les-Bains, nel sud del Paese,
a un centinaio di chilometri da Lione. Non ci sono vittime. Già
giovedì, all'indomani dell'assalto mortale contro Charlie Hebdo, si
erano verificati diversi attacchi contro luoghi di culto islamici.
Legami con la sparatoria di Montrouge
La
«caccia» all’uomo da parte delle forze speciali francesi è scattata
immediatamente dopo l’attacco al settimanale satirico. Nella ricerca
sono stati mobilitati 88mila agenti: 20mila delle forze speciali, in
assetto da guerra. Le unità di elite della polizia e della
gendarmeria (Raid e GIGN) hanno passato al setaccio la Piccardia, dove -
come a Parigi - è stato decretato il massimo livello di allerta
antiterrorismo. La situazione si era ulteriormente accesa dopo che mercoledì a Parigi un killer ha ucciso la vigilessa 25enne, Clarissa Jean-Philippe e ferito un suo collega, quindi è fuggito.
Arresti
Nell'ambito delle indagini sono già state arrestate diverse persone, tra cui i parenti dei due killer in fuga.
Charlie Hebdo, spari a nord di Parigi: presi ostaggi. «Vogliono morire come martiri»
Chi sono i due fratelli Kouachi
I
due fratelli, presunti killer, sono nati a Parigi, e hanno «un profilo
da piccoli delinquenti» che avrebbero scelto di imboccare la strada
dell’estremismo radicale. Il più giovane, Chérif, era già stato
arrestato nel 2008 e condannato a tre anni di prigione, di cui 18 mesi
con la condizionale, in quanto componente di un gruppo che inviava
combattenti estremisti in Iraq, basato nel diciannovesimo arrondissement
di Parigi. Nel quadro di quell’inchiesta, alcuni componenti del gruppo
avevano ammesso di aver «fomentato dei progetti di attentato», ma senza
metterli in atto. Scontata la pena, Chérif e il fratello, dicono i media
francesi, «avevano fatto di tutto per farsi dimenticare», e si erano
«messi a riposo» a Reims. Da Washington, però, responsabili Usa hanno
rilevato che i due presunti killer erano iscritti da anni nella «lista
nera» americana del terrorismo. Il più grande avrebbe anche effettuato
un viaggio in Yemen per addestrarsi all'uso delle armi, dove avrebbe
avuto contatti con l'Imam Anwar Awlaki, leader dell'Aqap, il ramo
yemenita-saudita di al Qaida.
«Charlie Hebdo»: stanno meglio i feriti
Intanto
non sono più in pericolo di vita i quattro feriti più gravi
dell’attacco terroristico a «Charlie Hebdo». Lo ha detto il ministro
francese degli Interni Bernard Cazeneuve, secondo quanto riferisce il
sito di Le Figaro. Gli altri sette feriti, ha aggiunto il ministro, sono
stati dimessi dall’ospedale. Oggi vignettisti e giornalisti del Charie
Hebdo - quel che resta della redazione dopo l'eccidio - ha traslocato nei locali del quotidiano Liberation, che gli ha offerto la propria sede per continuare il loro lavoro.
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