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lunedì 12 gennaio 2015

SI', OBAMA DOVEVA ESSERE A PARIGI. E NO, NON RIMPIANGEREMO UN SIMILE PRESIDENTE

Quando ho scorso le foto e letto i nomi dei capi di Stato presenti a Parigi, non mi ha stupito non vedere il nome di Putin. Lo Zar russo si sente di nuovo nemico dell'Occidente e nonostante dalle sue parti il problema del fondamentalismo islamico non sia poco sentito, anzi, meglio non andare in un posto dove sia mai ci toccasse di dover stringere la mano a gente come Cameron e Merkel ( a Renzi se poteva pure fa...gli italiani so'  compiacenti con i potenti), che osano dirci cosa non dobbiamo fare in Ucraina ! Sono invece rimasto sorpreso, e deluso, nel vedere che c'era un altro, più grande, assente, ed era Obama, il presidente degli Stati Uniti, il paese che ha difeso e liberato due volte la Francia nel secolo scorso, l'amico e alleato più forte dell'Europa, la Nazione più potente dell'Occidente attaccato, quello più gravemente ferito dal terrorismo islamista, con l'attacco dell'11 settembre 2001. 
Però sui giornali l'assenza non veniva rimarcata, e io, scioccamente, sono rimasto zitto. Avrei potuto dirlo no ? Nel parlare della grande manifestazione di Parigi, potevo farla questa sciocca domanda : ma Obama perché non c'era ? 
Ebbene, tanto sciocca non era, visto che oggi apprendo che negli USA si è scatenata una giusta polemica su questa assenza, e non è solo la solita propaganda dei repubblicani, che ormai, conquistato interamente il Congresso, e Obama non ricandidabile tra due anni, che motivo avrebbero di sparare ancora su un Presidente zoppo e in scadenza ? Sì certo, la forza dell'abitudine. Però stavolta l'errore, a mio avviso, c'è ed è stato brutto da vedere. 
Le spiegazioni che vengono date poi...Spostare l'air force one è complesso, le misure di sicurezza...Stiamo parlando della nazione più potente del pianeta, e il fatto accaduto di una gravità che in Europa ha richiamato gli echi dell'11 settembre americano. In due giorni 40 capi di Stato hanno risposto all'appello francese, precipitandosi a Parigi solo per poche ore, per far vedere che tutti c'erano, e il presidente Obama dov'era ? A passare la domenica con la sua famiglia.
No, non rimpiangeremo questo Presidente. 



Il mea culpa della Casa Bianca: “Dovevamo partecipare alla marcia di Parigi”

Le scuse dopo le polemiche sulla stampa americana per l’assenza non solo di Obama, ma anche del vicepresidente Joe Biden e del segretario di Stato, John Kerry
I potenti in fila per la Francia

«Avremmo dovuto esserci». La Casa Bianca fa mea culpa sull’assenza di Barack Obama alla marcia repubblicana di Parigi, in omaggio alle vittime degli attentati in Francia.«Avremmo dovuto inviare qualcuno ad alto livello, ma non è stata una scelta del presidente», ha precisato il portavoce, Josh Earnest, dopo le violente polemiche sulla stampa americana per l’assenza non solo di Obama, ma anche del vicepresidente Joe Biden e del segretario di Stato, John Kerry. «Obama n’est pas Charlie», scrive polemicamente il quotidiano Politico. «Hanno deluso il mondo», titola il New York Daily News, mentre il dibattito in tv continua a tenere banco. Alla manifestazione di solidarietà nella capitale francese c’erano oltre 40 leader mondiali: da Angela Merkel, a Matteo Renzi; da Benyamin Netanyahu ad Abu Mazen, David Cameron, la regina Rania e il re Abdullah di Giordania. Ma non il presidente Usa. Al suo posto, solo l’ambasciatore americano a Parigi, Jane Hartley. Eric Holder, volato in Francia per il summit sul terrorismo, è rientrato subito dopo il vertice. 

Obama, che non aveva in programma nessun evento nel finesettimana, ha snobbato «la storica marcia», sottolineano i media Usa, ed è rimasto alla Casa Bianca con la famiglia, ma nessuno sa come ha impiegato il tempo; il vicepresidente Biden era a casa nel Delaware e il sottosegretario Kerry era in visita in India. Proprio da New Delhi, Kerry ha definito «sofismi» le critiche rivolte all’amministrazione Obama. Nel corso di una conferenza stampa, il sottosegretario ha sottolineato che il presidente Usa e personalità della sua amministrazione sono stati in contatto con le autorità francesi quasi immediatamente dopo il primo attacco e hanno offerto assistenza a Parigi sotto il profilo dell’intelligence. Ha quindi annunciato che sarà in Francia giovedì per colloqui su come contrastare il terrorismo. 

Anche l’ufficio del presidente francese ha difeso Obama. Un alto funzionario dell’Eliseo ha detto alla Cnn che il presidente è stato «molto presente» da quando sono avvenuti gli attacchi e che è stato il primo leader a telefonare ad Hollande. Il funzionario ha aggiunto che la visita presso l’ambasciata francese di Washington «è stato un momento toccante di solidarietà». Tant’è. Oltre alla stampa, anche i repubblicani non hanno risparmiato parole dure sulla scelta dell’amministrazione di non inviare nessuno. «L’assenza è simbolo di una mancanza della leadership americana sulla scena internazionale ed è pericoloso», ha detto il senatore texano Ted Cruz. «L’attacco di Parigi, così come quelli contro Israele e altri alleati, è un attacco ai valori condivisi», ha aggiunto. «È stato un errore», ha rincarato la dose il senatore della Florida Marco Rubio. «Capisco che quando il presidente degli Usa viaggia viene mobilitato un sistema di sicurezza e di comunicazione molto ampio e che questo avrebbe potuto creare parecchi problemi ad un evento del genere. Ma doveva esserci qualcuno ad alto livello», sostiene. 

«C’era una moltitudine di persone che avrebbe potuto essere inviata». Michael Steel, portavoce dello speaker della Camera, John Boehner, ha scritto una email dove sostiene che «la Francia avrebbe dovuto avvertire lo stesso sostegno da parte nostra come ha fatto tutto il mondo. Ma non c’è stato».

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