Il centenario della prima guerra mondiale è stato commemorato da tutti lo scorso anno, 2014, e anche in Italia le librerie si sono riempite di testi sulla Grande Guerra. Però per noi i 100 anni decorrono da oggi, essendoci presi il nostro tempo per decidere da che parte stare...
Si parla spesso dell'8 settembre come data indicata da molti come quella del "tradimento" italiano : chiediamo l'armistizio e finiamo per schierarci contro l'alleato tedesco. In realtà le cose in quell'occasione andarono in modo un po' più complesso. Noi ci arrendevamo, avevamo perso e non ce la facevamo più a contrastare gli alleati vincenti. I tedeschi non accettarono questa resa, e da quel momento ci trattarono appunto da "traditori" e da paese occupato. Era prevedibile, tanto è vero che Re e governo si affrettarono, in occasione dell'armistizio, a fuggire dalla capitale per rifugiarsi nel sud già in mano degli anglo americani, però i combattimenti a quel punto tra italiani e tedeschi furono conseguenza dell'atteggiamento di questi ultimi (con stragi vigliacche di nostri soldati inermi, come a Cefalù).
Anche la decantata lotta partigiana, non inizia dopo il 25 luglio - la sfiducia a Mussolini dal gran consiglio del fascismo - ma dopo l'8 settembre. Certo, da quel momento la lotta fu cruenta, e non ci sono molti precedenti nella storia moderna di un ribaltamento così netto e sanguinoso.
Ma nel 1914-1915 la cosa fu diversa. Noi facevamo parte della triplice alleanza, con Austria e Germania, da diverso tempo. E' vero che era un'alleanza difensiva, e quindi potemmo chiamarci fuori nel 1914 sull'assunto che era stato l'impero austro ungarico a dichiarare guerra alla Serbia, innescando il domino del conflitto, però è altrettanto vero che poi ci mettemmo cinicamente all'asta per decidere a fianco di chi stare. Trieste e le altre terre irridente furono chieste anche alle potenze centrali e, su pressione della Germania, Vienna era disposta a fare molte concessioni e alla sola condizione che l'Italia rimanesse neutrale. Gli inglesi ci offrirono di più - senza poi mantenere tutte le promesse, infatti poi si parlò di "vittoria rubata" - ma chiedendoci di entrare in guerra, impegnando così i nemici su un altro fronte.
Non ricordo l'autore, ma la frase mi è rimasta amaramente impressa : durante queste trattative diciamo diplomatiche, dove in realtà, come detto, avevamo messo all'asta la nostra decisione in ordine al conflitto, ad una ennesima richiesta territoriale un esponente tedesco sbottò "ma che battaglia importante ha perso stavolta l'Italia per pretendere così tanto ??". Il riferimento a Custoza (e anche a Lissa) era chiaro, con l'Italia che perdette militarmente la terza guerra d'indipendenza ma fu salvata dai prussiani che sconfissero gli austriaci a Sadowa segnando così la sorte del conflitto. L'Austria peraltro si rifiutò di cedere il Veneto ad un regno battuto, e consegnò quei territori a Napoleone III che graziosamente ce li girò...
Non sono pagine gloriose della storia patria.
QUELL’OMBRA
DI DOPPIEZZA
CHE OFFUSCA
IL 24 MAGGIO
Paolo Restelli
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