Abbiamo vinto comunque, vanno dicendo in giro i ventriloqui del premier...Serracchiani, Guerini, Zanda, quella gente lì, che vedete nella foto con un sorriso tirato che più falso non si può.
Il fatto che non sia vero lo dimostra la tempestiva fuga del premier in Afghanistan, perché lui le bugie le dice pure, ma pretende, giustamente, che siano verosimili.
Dunque, con Berlusconi in declino ormai definitivo, con Forza Italia al 10%, il PD prende meno del 25% dei voti , perdendo 14 punti rispetto a quelli rimediati, nelle stesse regioni, un anno fa...
L'astensione cresce, e si assesta, nonostante in Veneto (dove peraltro stravince Zaia e viene annullata Lady Like ) sia meno peggio che altrove, attorno al 53%... Metà degli italiani non vanno a votare.
E così, faccio l'esempio di Toti ché nessuno si arrabbia, in Liguria il prossimo governatore, con pieni poteri, sarà uno votato forse da un ligure su cinque...
Però che fico, sappiamo subito chi è il vincitore e questo potrà governare senza "Inciuci" !!
Bello no ?
Vedremo come aggiusteranno il pasticcio campano, mentre tra le note positive, sorprendendo forse qualcuno tra certi amici testardi, metto anche il tracollo di Forza Italia. Equivoco finito, bisogna voltare pagina, e vedremo cosa accadrà. Non si vedono giganti in giro, però il fatto di sapere che l'ombrello berlusconiano ormai imbarca acqua da troppi fori è comunque un punto fermo dal quale si deve ripartire.
Ho già detto, anche altrove ( http://ultimocamerlengo.blogspot.com/2015/06/addio-41-il-renzi-furioso-se-ne-va-in.html ), della soddisfazione per il tracollo morettiano e per la fine del mantra del 41%.
Chiudo con la sorpresa, negativa, della tenuta degli ortotteri.
Nonostante l'appannamento di Grillo, nonostante l'irrilevanza parlamentare, stavolta i sondaggi non hanno sbagliato nel darli a galla.
Certo, bisogna vedere, stante la grande astensione, la perdita di voti reali, però, percentualmente, hanno retto.
Non me l'aspettavo.
Pd: il ritorno alla normalità dopo il boom europeo
Nelle sette Regioni nelle quali si è votato, i democratici si
attesteranno poco sotto al 25%, mentre dodici mesi fa avevano raggiunto,
in queste stesse aree, il 39,3%, una percentuale leggermente inferiore
al 40,8%
nazionale
AP
Il premier Matteo Renzi durante le operazioni di voto a Pontassieve (Firenze)
Il Pd si è “sgonfiato”, è tornato un partito “normale”. Certo, mancano ancora dati finali, ma sulla base di proiezioni attendibili, “La Stampa” è in grado di anticipare che - rispetto alle Europee di un anno fa, quando il Pd risultò il «partito più votato d’Europa» (secondo il refrain spesso ripetuto da Matteo Renzi) - nelle sette Regioni nelle quali si è votato, i democratici si attesteranno poco sotto al 25%, mentre dodici mesi fa avevano raggiunto, in queste stesse aree, il 39,3%, una percentuale leggermente inferiore al 40,8% nazionale. Certo, mancano ancora i dati definitivi ed ufficiali e d’altra parte è vero quanto ripetono i dirigenti del Pd, che stavolta c’era da scontare la “concorrenza” di diverse liste civiche di appoggio al candidato presidente.
E dunque, si ripete, è scontato che in una elezione nazionale - Politiche, Europee - i voti delle civiche siano destinati a confluire verso il Pd. Molto verosimile, ma questa teoria non tiene conto di un dato: anche sommando i voti ottenuti da tutte le liste civiche, il Pd resta nettamente al di sotto del risultato delle Europee. In Liguria il Pd è attualmente al 25,6% e sommando il 5% della civica, si arriva al 30%, lontanissimo dal 41,7% delle Europee ed in linea con il 28,3% delle Regionali 2010, in un’epoca di “bassa elettorale”. In Campania il Pd è al 20%, al quale va aggiunto un 11% delle civiche. Totale 31%, decisamente al di sotto del 36,1% delle Europee. Stesso scenario nelle Marche, la somma del Pd (35%) e delle civiche (5%) è inferiore al livello delle Europee (45,5%). Anche nelle rosse Toscana e Umbria il Pd più le civiche restano sotto i livelli delle Europee.
Per non parlare del Veneto: qui Pd più civiche restano 15 punti sotto la soglia di un anno fa. Unica eccezione la Puglia: il Pd ottiene un risultato basso (19%), ma l’analoga percentuale delle civiche fa scattare questa area al 38%, superiore al 33,6% delle Europee. Un dato non numerico ma politico: il Pd perde nelle due regioni dove si erano presentate candidate donne dal profilo renziano e vince invece laddove si sono proposte personalità non strettamente riconducibili a Renzi.
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