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venerdì 1 aprile 2016

CAVIGLIE NUDE ? NIENTE MATURITA'. LA MINACCIA DI UN PRESIDE TORINESE

Risultati immagini per studenti in divisa

Chi di noi non ha amato l'Attimo Fuggente ? E quanti cultori ci sono delle serie di Harry Potter ?
Bene, a mio avviso, uno dei fascini di questi film, sicuramente tra i minori, però con un suo perché, è l'atmosfera peculiare della scuola in cui i ragazzi si trovano a studiare, tipica dei college anglo sassoni, dove uno dei tratti distintivi è la DIVISA.
Tutti i ragazzi si vestono allo stesso modo, realizzando una encomiabile, a mio avviso, parificazione, con accantonamento, per qualche ora,  il che non li ucciderà, delle griffe (spesso costose, e che non tutti i genitori si possono permettere, con grande cordoglio, a volte recriminatorio, dei pargoli) e delle mode improbabili ( adesso è un po' passata, ma per anni hanno imperversato pance scoperte, con esiti a volte imbarazzanti perché esposte anche in casi dove la natura suggeriva altro, e vite basse, con esibizione non infrequente degli slip sottostanti).
Oltretutto, che negli ambienti di studio e di lavoro la libertà della scelta sul come vestirsi debba trovare un giusto compromesso con i concetti di sobrietà e decoro, pure lo condivido.  In Tribunale, Giudici, Avvocati, personale di cancelleria ma anche utenti in tenuta da spiaggia, con infradito, bermuda e micro magliette, bè, direi di no. E così altrove.
Quindi sono d'accordo col preside di un istituto di scuola media superiore del torinese che ha minacciato il 7 in condotta - con conseguente bocciatura e, per i maturandi, preclusione all'esame - per gli studenti che continueranno, dopo l'emananda circolare vietante, a esibire caviglie nude sotto i pantaloni ?
No, perché francamente mi sembra esagerato.
Certo, si obietterà, chi stabilisce cosa è lecito e cosa non è "sobrio" ? Soprattutto nella nostra società dove, se non sei Berlusconi, tutti possono fare come gli pare, non è facile stabilire la linea di confine. Un tempo c'erano valori più condivisi, regole comunemente accettate, ispirate per lo più dal buon senso.
Oggi è più difficile.
Però, tra un perizoma o uno slip che sporge e una caviglia nuda, la differenza mi pare evidente. 
Ecco, l'asticella potremmo metterla lì : non bisogna esagerare, né nel reprimere, né nell'esibire.



Guerra alle caviglie nude. Il preside: “Pronto a bocciare chi non si copre”

La crociata di un dirigente scolastico nel Torinese: «Una moda idiota»
 
ANSA
Una sessione di esami di maturità
 
 
              
Il preside osserva gli studenti sciamare verso le aule e scuote la testa. Lo sguardo, quasi disgustato, è fisso sugli scalini dell’ingresso. È appena suonata la campanella delle 8 ed è già di pessimo umore. «Guardi lì, guardi», sbraita. E indica una selva di caviglie scoperte. Eccolo il “nemico”, l’oggetto della sua crociata. «Moda beota», la definisce. «Sono stufo di vedere quei pantaloni sollevati e brandelli di gambe all’aria. Ma ora interverrò». 
 
“NIENTE ESAME PER I MATURANDI”  
Per Antonio Lima, 65 anni, è una questione di «decoro». È la parola che dice più volte nell’atrio dell’istituto tecnico in provincia di Torino di cui è preside. E ha pronto un piano da tolleranza zero: «Se i ragazzi continuano a presentarsi a scuola così, scatterà il 7 in condotta. E quelli dell’ultimo anno non potranno sostenere l’esame di maturità». Una presa di posizione estrema che, però, non ha ancora comunicato al corpo docente. «Ma il testo della circolare è già pronto», dice sventolando un foglio scritto a mano («I computer? Diavolerie che complicano la vita»). 
  
LE PROTESTE  
Non crede che ognuno sia libero di vestirsi come crede? «Là fuori - dice indicando la pensilina del bus fuori dalla finestra - possono anche vestirsci da clown. Ma non qui nella mia scuola. E poi che moda è? Patire il freddo, in pieno inverno, per mostrare caviglie e polpacci? Sia femmine che maschi... Una follia». Un giovane professore di passaggio intercetta le ultime parole e sorride: «Capisce perchè gli alunni lo chiamano il talebano? Fosse per Lima gli studenti dovrebbero indossare ancora grembiuli e uniforme». L’idea, ammette lui, non gli dispiace: «In molti Paesi, dalla Thailandia all’Argentina, gli alunni usano le uniformi scolastiche. Lo trovo un esempio di civiltà e decoro». Rieccolo, il decoro.  
 
Come finirà la sua crociata? Forse, con la primavera e i bermuda (quelli sì, concessi), la circolare sarà inutile e non uscirà mai dal cassetto. 

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