Sono piuttosto sorpreso nel vedere come la "grillite" abbia contagiato un mio caro e antico amico (ci conosciamo da quando avevamo 20 anni...ne sono passati più di 30...) . Non tanto perché io lo ritenga alieno dall'inseguire le novità. ché anzi, in politica, mi pare di aver capito sia per lui la regola ( quindi Berlusconi, e poi il PD, ora gli ortotteri...) . Al motto "proviamoli, peggio non potranno fare", il "nostro" segue la moda del momento.
Quindi non è la preferenza a stupirmi ma il MODO. Il mio amico non è un appassionato, non si infervora. Non perché sia di indole British ( assolutamente !), semplicemente perché la sfera delle emozioni è istintivamente compressa, specie quelle inerenti alle passioni. Eppure, per la Raggi mostra una fiducia e direi quasi una stima inusitate, mentre per Renzi manifesta una antipatia addirittura superiore alla mia (che non è poca, notoriamente).
Ora, io so bene che temi a me cari come il garantismo e il liberalismo, palesemente alieni alla cultura (?) grillina, non toccano il mio amico, specie il primo aspetto, dove, senza arrivare agli estremi forcaioli di Travaglio e dei grillini suoi fan, la propensione è più per il famoso lancio della chiave (della cella).
Quanto al liberismo, qui mi sembra di avvertire un po' di confusione, che però è tipicamente italica : conoscete una etnia più propensa a farsi i fatti propri, come gli pare, e allo stesso tempo stare con la boccuccia sempre spalancata e la mano tesa per pretendere l'aiuto dello Stato ?
L'incoerenza è un tratto umano diffuso, ma sono certo che tra gli ortotteri questa cosa sarà vieppiù evidenziata e la ragione è semplice : cavalcare un tema delicatissimo come quello dell' ONESTA', la rivendicazione della propria superiorità morale (appannaggio esclusivo della sinistra, variamente coniugata, si sa ) ...tutte robe difficili, specie quando si inizia ad assumere un qualche potere.
Così vediamo quanto sta accadendo a Roma, con la vicenda dell'assessore Muraro, esperta in materia ambientale, fin troppo, da quanto sarebbe dato evincere dalle frequentazioni pregresse.
La situazione dell'igiene cittadina e della raccolta dell'immondizia a Roma sta degenerando velocemente, e il timore che i recenti "fasti" di Napoli siano raggiunti e superati è grande.
Può essere questo colpa della Raggi ? Solo un folle potrebbe pensarlo. Ma giustamente anche il mio amico rileva che è fondamentale la scelta della "squadra" e in questo senso i primi passi della neo sindaco non sembrano proprio oculati.
Naturalmente per la Muraro si rivendica il beneficio del dubbio, argomento che personalmente condivido ma che mi suona strano in bocca agli ortotteri.
Figuriamoci a Travaglio !!
L'arguto Bordin lo prende peraltro in castagna rilevando la sospetta schizofrenia (peraltro non di oggi ) del direttore del Fatto Quotidiano, il quale scopre i pregi del garantismo quando i sospetti toccano gli amici (la Muraro appunto), scordandoli subito e recuperando i tradizionali, pelosi vizi giustizialisti con gli altri.
E così eccolo esortare il giudice costituzionale Barbera - invischiato in una squallida storia di favori per incarichi universitari (capirai, negli atenei la polizia dovrebbe andare con i pullman per caricare tutti i sospetti in questa materia...) - perché rinunci alla intervenuta prescrizione del reato di abuso in atti d'ufficio per il quale è indagato. Particolare : anche volendo (non credo vorrebbe...), Barbera NON potrebbe, perché la rinuncia è prerogativa degli imputati, e lui ancora non lo è...
Ignoranza quella di Travaglio ? Sarebbe ben strano per uno che si è arricchito frequentando le procure e copiando i verbali degli interrogatori. Per questo Bordin lo esclude, pensando alla solita dicotomia tra amici (Muraro) e non (Barbera).
Io invece il dubbio che stavolta er sor manetta sia in buona fede ce l'ho. La procedura penale un conto è orecchiarla, un conto è saperla.
Tornando da dove sono partito, e rilevando come le incoerenze sopra ricordate investono il mio amico come il resto della sua nuova compagnia grillina, resta il mio stupore per i toni a volta infervorati che lo animano nel parlare dei temi accennati.
Sono curioso di vedere se questa cosa dura, ché in passato l'apertura di credito per le novità di turno durò poco.
La dottrina di Travaglio si fa elastica
“Se Augusto Barbera accetta
di uscire per prescrizione dall’inchiesta sui concorsi universitari truccati,
dovrebbe dimettersi da giudice costituzionale o rinunciare alla prescrizione e
farsi processare insieme ai colleghi rimasti imputati per fatti più recenti”.
La dottrina Travaglio, sulla questione degli avvisi di garanzia e gli incarichi
pubblici, da rigida si è fatta elastica. Il direttore del Fatto, a
proposito di un possibile avviso di garanzia all’assessore Muraro aveva spiegato ai suoi lettori che, anche
fosse, nulla obbligherebbe l’ex consulente a dimettersi dall’incarico nella
giunta pentastellata romana. La brusca torsione dottrinaria rispetto a casi
precedenti di assessori di altro colore è evidente. Talmente evidente da far
ricordare l’aureo principio che sconsiglia dall’infierire. Era però
lecito pensare che alla virata seguisse un periodo di assestamento sulla nuova
rotta. Invece con il professore Barbera, che non è ritenuto contrario
alla riforma costituzionale, si torna all’antico. Non resta che prenderne
atto. Ma c’è di più. Le dimissioni, sostiene magnanimo il Nostro, Barbera
potrebbe anche risparmiarsele. A patto di rinunciare alla prescrizione. Solo
che il professore, anche volendo, non può farlo e Travaglio, che impartisce
lezioni di procedura a destra e a manca, lo sa benissimo. La rinuncia alla
prescrizione è una facoltà dell’imputato, e nessuno ha rinviato a giudizio
il professore Barbera che dunque non può avvalersene. Sulla base di
questa palese falsificazione, Marco Taradash chiede un intervento dell’ordine
dei giornalisti. Ha ragione ma temo sia tempo perso.
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