Ebbene sì, sono preoccupato, nonostante i 7 punti di vantaggio, nonostante il Pipita sia tornato ad essere il micidiale cecchino di Napoli (dove aveva più occasioni), la panchina lunga, l'infermeria semi vuota, la presenza in squadra di uno dei pochi talenti del calcio in Italia (Dybala). Questa Roma che segna 4 gol alla volta, con uno Dzeko passato dal cieco inetto della scorsa stagione all'attaccante prolifico di quell'attuale, con una difesa improvvisamente blindata più della nostra, mi fa paura.
Nella stagione 2013/2014 si era creata una situazione analoga, con la Juve guidata da Conte e la Roma di Garcia che non avevano rivali in campionato, vincevano praticamente tutte le partite con le altra compagini della serie A, ridotte a mere comprimarie.
Le due squadre fecero il record di punti : la Juve 102 - storico nazionale - mentre la Roma quello del club.
Ebbene, anche in quell'anno il distacco della Juve si aggirava tra un massimo di 8 punti ed un minimo di 5, la Roma, come detto, era un trita sassi, eppure io non temevo che il sogno romanista ( "non succede, ma se succede...") si potesse realizzare : troppo determinata, intensa la squadra di Conte, tenuta saldamente per gli attribuiti dal suo ossessionato Mister.
Conte era un condottiero, e la squadra lo seguiva senza fiatare.
Non mi pare che accada la stessa cosa con Allegri...
Lasciamo da parte il gioco - quello di Conte era più rassicurante, nella sua determinazione feroce - e restiamo alle sensazioni : quella squadra era un blocco monolitico, anche e soprattutto nello spogliatoio, questa non mi pare.
Sono tanti gli screzi, le piccole fessure che si registrano dalle parti della signora : Liechteinster che vuole andarsene all'Inter perché è arrivato Dani Alves, Mandzukic di malumore per quello di Higuain, poi Dybala che rifiuta palesemente la stretta di mano del Mister al cambio, ora Bonucci e Allegri che ci si mandano in mondo visione ...
In tutto questo, la certezza che il tecnico l'anno prossimo se ne andrà via. Di per sé, non un male - almeno per me, che non lo amo - ma il fatto che tutti, squadra compresa, lo sappiano proprio nel momento clou della stagione è una buona cosa ?
Dubito.
E' vero che nemmeno quelli della Roma sanno se Spalletti resterà ( e forse il dubbio del trainer giallorosso ha proprio i colori bianconeri...) , però da quelle parti mi sembra che abbiano trovato la quadratura del cerchio, in tutti i reparti del campo, mentre noi no.
Il 3-5-2 della Roma, con Rudiger Manolas e Fazio dietro a ripercorrere i fasti della BBC di Torino, De Rossi, Strootman e Naingolan rocciosi a centrocampo, Dzeko e Salah benissimo davanti...Sulle fasce Bruno Peres, Mario Rui, Emerson buoni, forti probabilmente del fatto che tutto il resto funziona.
Nella Juve...Barzagli e Chiellini sono grandini, con qualche acciacco muscolare di troppo, Bonucci forse ha qualche nervosismo in più, dovuto magari allo spavento familiare (per fortuna rientrato) di inizio stagione, e così la BBC non è più il fortino inespugnabile degli ultimi anni, che tanto ha contribuito ai 5 scudetti di fila. Certo ci sono Rugani, bravissimo, e Benatia, ma Allegri tende ad affidarsi di più ai veterani, nonostante gli acciacchi.
A centrocampo, vabbè, un cantiere aperto per tutta la stagione fino a concludere che è meglio farne a meno...Solo due, davanti alla difesa, con un trio in cui scegliere (Pijanic, Marchisio e Kedira) e un plotone di potenziali scontenti (Sturaro, Rincon, Lemina), e la sensazione immanente che, purtroppo, Pogba non c'è più ( come non ci sono più Pirlo e Vidal). Cuadrado e Manzukic come esterni si sbattono molto, il primo con più estro, il secondo più fisico, mentre davanti i due argentini sono due fenomeni, in modo diverso.
Insomma, per carità, forti, eppure la percezione è che, in questo momento, loro lo siano di più.
Certo, siamo noi quelli con sette punti in più.
Con Conte mi bastavano, con Allegri no.
Chiamatemi fifone !
Allegri, casi spinosi: da Bonucci a Dani Alves, Max richiama all'ordine tutti
“Tira una brutta aria”, ammonì Massimiliano Allegri in altri tempi, per richiamare tutto l’ambiente Juventus all’ordine. Oggi l’atmosfera è simile, con la brezza tranquilla del campionato che si sta per trasformare nel vento sferzante della Champions League. Come riportato da La Stampa, il tecnico bianconero teme la troppa fiducia alla vigilia della gara di andata contro il Porto. “Sono arrivato che c’era la paura di non battere il Malmoe, e adesso invece siamo all’opposto. Invece, ci vuole molto equilibrio”.
UNITI VERSO LA META - Già, equilibrio. Quello che doveva prevalere nello scontro tra l’allenatore livornese e Leonardo Bonucci, nel corso del match contro il Palermo. Un litigio chiuso grazie anche alla mediazione di Marotta e Nedved: come confermato da Repubblica, il difensore dovrà comunque versare una piccola multa nella cassa comune. Non vi sarà invece nessun richiamo ufficiale da parte del club, che nell’ultimo periodo ha già fatto i conti con le reazioni “poco ortodosse” da parte di Lichtsteiner e Dybala. Adesso le ultime frecciatine arrivano da Benatia (“Ho dovuto aspettare tre mesi per dimenticare la sconfitta di Genova”, ha confessato il marocchino) e da Dani Alves (“Non gioco quanto vorrei”). Ma, a tre giorni dalla partita del Do Dragao, ci sarà “da pedalare e soffrire” tutti insieme, come da indicazioni del mister. Perché “non è che se il Barcellona perde, allora la Juve diventa automaticamente la favola della Champions”. Malumori archiviati, allora, almeno per il momento. Per parlare del futuro il tempo, per tutti, non mancherà.
UNITI VERSO LA META - Già, equilibrio. Quello che doveva prevalere nello scontro tra l’allenatore livornese e Leonardo Bonucci, nel corso del match contro il Palermo. Un litigio chiuso grazie anche alla mediazione di Marotta e Nedved: come confermato da Repubblica, il difensore dovrà comunque versare una piccola multa nella cassa comune. Non vi sarà invece nessun richiamo ufficiale da parte del club, che nell’ultimo periodo ha già fatto i conti con le reazioni “poco ortodosse” da parte di Lichtsteiner e Dybala. Adesso le ultime frecciatine arrivano da Benatia (“Ho dovuto aspettare tre mesi per dimenticare la sconfitta di Genova”, ha confessato il marocchino) e da Dani Alves (“Non gioco quanto vorrei”). Ma, a tre giorni dalla partita del Do Dragao, ci sarà “da pedalare e soffrire” tutti insieme, come da indicazioni del mister. Perché “non è che se il Barcellona perde, allora la Juve diventa automaticamente la favola della Champions”. Malumori archiviati, allora, almeno per il momento. Per parlare del futuro il tempo, per tutti, non mancherà.
Di quanto ci riferisce, e giustamente, l'Ultimo Camerlengo, personalmente traggo alcune conclusioni: la prima è che si sta lavorando per allestire il nuovo staff tecnico e di conseguenza anche il parco giocatori. I nervosismi e malcontenti ultimamente palesati (che nascono da inizio stagione) sanno di chi sta per dire addio......alcune scelte di mercato non sono mai state convincenti (Dany Alves), come pure i mancati acquisti, atteggiamenti societari troppo affrettati nei confronti di qualche giocatore (Lichsteiner), la partenza improvvisa di Evra. Tutti sintomi di chi sta aspettando con trepidazione la fine di questa stagione.....come andrà a finire in quanto ad obiettivi ? La risposta è un ?......
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