Forte, e pazienza se non è anche bella. Parliamo ovviamente della Juventus di Allegri, strameritatamente approdata in semifinale di Champions, eliminando in modo netto il mitico Barcellona di Messi, Neymar, Suarez... Un attacco, quello blaugrana, da 150 gol a stagione e che nelle due partite di coppa non ne ha fatto nemmeno uno alla Vecchia Signora.
Gli avversari per primi hanno riconosciuto che i bianconeri sono passati con merito, e conoscendo la presunzione dei catalani, vuol dire molto.
Dopo il 3-0 dell'andata, con un primo tempo che Luis Enrique ha dichiarato che gli rimarrà impresso come un incubo nei secoli, gli spagnoli, anzi i catalano che se no si arrabbiano, erano chiamati ad un altro miracolo simile a quello col Paris Saint German. Apparentemente un po' più piccolo, la remuntada stavolta richiedeva 3 gol, non 4, in realtà assai più grande perché la difesa della Juventus è ben altra cosa rispetto a quella francese, e i blaugrana lo sapevano bene.
Infatti il clima a Barcellona era meno elettrico, non c'era aria di nuova impresa. Anche perché ohi, e mica ogni volta il padreterno ti aiuta !!
E così lo sprone del mister blaugrana " Un gol lo facciamo noi, il secondo il Camp Nou, il terzo arriva" suonava per quello che era : provare a lanciare il cuore oltre l'ostacolo.
Di gol non ne è arrivato nessuno, e sebbene di tiri verso la porta bianconera ce ne siano stati, Buffon non ha certo dovuto fare gli straordinari.
Nemmeno Allegri in realtà ha mantenuto i propositi della vigilia : "dobbiamo segnare due gol". E' finita 0-0, anche noi qualche occasione l'abbiamo avuta, ma non è che ci siamo dannati per segnare. Molto di più per non prenderli, e ci siamo riusciti bene.
Forti, senza dubbio.
Belli no, e la Juve di Allegri non lo sarà mai.
Niente Milan Olandese, o Real Galactico, o Barcellona asfissiante nel suo tiki taka nobilitato dalle incursioni di Messi e dalle invenzioni dei giovani (non più, e infatti...) Xavi (andato via) e Iniesta .
Eppure secondo Mario Sconcerti anche Allegri, come ieri Sacchi, Guardiola, Ancelotti, può essere considerato un "maestro", addirittura un rivoluzionario.
Mi sembra un tantino esagerato, ma sicuramente è bravo.
A me non piace il suo calcio, ma è un ottimo modernizzatore del vecchio calcio all'italiana.
E se la Juve si avvia a vincere il suo sesto scudetto (il terzo di fila con lui), e a centrare due finali di Champions su tre (oltre alla Coppetta italica, vinta due volte e anche quest'anno in finale), ebbè. del merito, importante, ce l'ha sicuramente anche il Mister.
Una squadra completa, moderna e rivoluzionaria
Missione compiuta con larghezza, anche se il Barcellona è stato insistente, molti tiri, alcune occasioni potenziali, mai però uno sforzo serio nello specchio della porta.
Nessun commento:
Posta un commento