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giovedì 3 maggio 2018

BEATI QUELLI CHE NON SEGUONO IL CALCIO

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Il fatto che gente come De Magistris, Di Pietro, Ingroia - ma sono solo la punta dell'iceberg - abbiano smesso di fare i magistrati (pm, per di più) per darsi alla politica è ottima cosa.
In primo luogo, perché i danni sono limitati (uno in toga ti può rovinare veramente la vita, un sindaco o un deputato, alla fine fine...), in secondo perché si può sempre non votarli (come successo con Peppiniello, e, dopo un po' di anni, anche con il molisano manettaro).
I napoletani hanno confermato il mandato a De Magistris, e buon pro gli faccia.
Io mi domando se l'uomo, che deve avere una passione innata e insana per Masaniello, ci faccia o ci sia.  Data la demenza delle cose che dice, e di come le dice, propenderei per la seconda cosa, ma poi mi viene sempre in mente che quando questa gente parla  e/o fa certe cose, non pensa certo a osservatori come me. E un altro il popolo a cui si rivolgono...
Per uomini così, tutto fa brodo per confermare la propria popolarità, e quindi figuriamoci se giggino si faceva sfuggire l'occasione dello scudetto rubato a Napoli e ai napoletani, l'indomani del we che ha visto la Juve vincere a Milano contro l'Inter e il Napoli piantarsi sorprendentemente a Firenze. 
Uno normale penserebbe : che ci azzeccano le due cose ?  Il Napoli doveva vincere la sua partita, restare a meno 1 dalla Juve, ben sapendo che i bianconeri avevano quantomeno un'altra trasferta difficilissima, all'Olimpico contro la Roma, in piena corsa per un posto in Champions, e che sarebbe bastato sfruttare un pareggio in quell'incontro per scalvare i rivali.
Perdendo, e di brutto, contro i viola, la Juve è tornata a + 4 e quindi le basta vincere i due incontri casalinghi contro Bologna e Verona per aggiudicarsi il titolo.
Non credo sia un caso che mentre il sindaco gridava al solito complotto, un uomo sanguigno, ma di campo, come Sarri non cercava scuse.
Perché nello sport, come nella vita, tu devi intanto fare il TUO, e dopo, semmai, recrimini se altri ti sono passati davanti senza merito.
Io non mi rimangio quanto scritto in precedenza.
La quarta Juve di Allegri, che si accinge, grazie al suicidio di Firenze, a vincere il 7 scudetto consecutivo (quarto dell'era Allegriana) , è la peggiore del ciclo.
IN tutto il campionato, si contano sulle punte delle dita di una mano le partite vinte in modo bello e convincente dalla truppa zebrata , in genere votata al controllo della partita, con attenzione per la fase difensiva e confidando nelle giocate dei campioni in avanti. 
Il Napoli, per buoni due terzi della stagione, ha fatto decisamente meglio.
In questo finale, entrambe sembrano cotte, come i pareggi contro squadre decisamente inferiori, come Spal, Crotone (Juve) e Sassuolo (Napoli), stanno lì a dimostrare. 
In questa condizione, magari la Juve pareggia col Bologna, e riapre il discorso scudetto, dopo Firenze nuovamente ipotecato, ma anche il Napoli ormai non sembra più la squadra in grado di "vincerle tutte". 
Ma questo è l'aspetto del gioco, che in realtà interessa poco.
Quello che piace di più e poter gridare sempre e comunque "LADRI".
Non cambierà mai.
Ed è il motivo per cui l'altro giorno, chiacchierando di calcio negli spogliatoi del circolo, mi è è sgorgato dal cuore un convinto "beato te, come ti invidio" rivolto ad un giovanotto che, ascoltando tranquillo le nostre chiacchiere di pallone, aveva commentato "francamente il calcio non lo seguo".
Fortunato, veramente. 




Il complotto siderale

MATTIA FELTRI

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Il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, ha dato ieri prova del fiuto che lo rese celebre nelle vesti di magistrato. Ha detto che i napoletani sono stanchi delle ingiustizie, si riprenderanno quanto gli è stato levato, nulla più di ciò che gli spetta, i diritti usurpati da chi si fa potente con furti di Stato, e se lo riprenderanno per sete di giustizia abbattendo i palazzi dei poteri corrotti, e così via. Questa specie di complotto siderale è stato intuito dal sindaco sabato sera, quando l’arbitro di Inter-Juventus ha risparmiato al bianconero Miralem Pjanic un’espulsione evidente. Tutto a danno del Napoli, che s’è suicidato l’indomani (purtroppo, dice il tifoso granata autore di queste righe) perdendo con la Fiorentina.  

Il bello del calcio è che gli si attribuiscono categorie epiche, irrazionali, esorbitanti - come i ragazzini che giocano alla guerra - e ci si sparano addosso, e a salve, gli insulti più sanguinosi e le accuse più infamanti. A salve, però. In birreria. Che il sindaco De Magistris la butti in requisitoria, incitando alla presa con le picche delle casematte del malaffare, rientra nelle farneticazioni su cui poggia l’intero nostro discorso pubblico, e ai livelli più alti (per modo di dire): nessuno è titolare delle sue idee, ognuno è incolpato a rotazione di sostenerle nell’interesse della mafia, dei tangentari, delle multinazionali, del grande vecchio, in una babilonia di cospirazioni di cui si è a turno vittime e artefici, ma sempre contro un mitico popolo indifeso. Poi sul web si augurano la morte di Giorgio Napolitano. Ma va? 

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